1° MAGGIO: COLDIRETTI PUGLIA, GITE E PICNIC PER 32% PUGLIESI; MOLTO GETTONATO IL BARBECUE, MA ANCHE FAVE E PECORINO

Il 32% dei pugliesi ha scelto di trascorrere il primo maggio fuori casa, all’aperto in città o con una gita fuori porta, anche con il classico picnic nel verde nel rispetto della tradizione, al mare e in campagna, con il sole che sta baciando da nord a sud la Puglia. E’ quanto emerge dall’indagine di Coldiretti Puglia, condotta negli agriturismi di Terranostra e nei mercati di campagna Amica, divulgata in occasione della Festa del lavoro.

Non solo relax ma anche gastronomia per la Festa del lavoro, con gli agriturismi che sono i grandi protagonisti, scelti da 20mila pugliesi secondo Campagna Amica Terranostra, per passare la ricorrenza a tavola all’insegna della buona cucina e dei sapori tradizionali.

Molto gettonato anche il barbecue – afferma la Coldiretti Puglia – sia che si predispongano grigliate di carne, di pesce o di verdure, anche grazie ai kit proposti nei mercati contadini di  Campagna Amica. I tagli di carni bovine Made in Italy, a partire da quelli delle razze bianche come la Podolica sono perfetti per essere arrostiti alla griglia, ma anche la braciola di maiale e le salsicce di suino italiano hanno caratteristiche qualitative inappuntabili. Per non parlare delle verdure di stagione – aggiunge Coldiretti Puglia – pomodori, melanzane e peperoni che ben si prestano ad accompagnare la carne o il pesce grigliato, impegnando il calore residuo reso disponibile dal barbecue dopo la cottura principale.

Tra i tagli di carne di prima categoria – spiega Coldiretti Puglia – c’è il filetto, il più pregiato in assoluto. Si trova al di sotto della lombata ed è poco muscoloso in quanto è un parte del corpo che lavora poco, adatto da cucinare come bistecche e alla griglia. La lombata è la parte superiore dell’animale, da cui si ricavano le costate, adatte soprattutto per la griglia, mentre lo scamone, situato sopra il filetto e la coscia da cui si ricavano bistecche molto saporite, oppure può essere utilizzato intero per arrosti, stracotti e stufati. In ultimo la fesa o coscia ha una forma piatta e la carne è molto magra, adatta per fettine, mentre la noce ha una forma a palla ed è adatta per fettine un po’ più spesse rispetto alla fesa o per arrosti e stufati.

Del maiale invece – afferma la Coldiretti Puglia – non sono solo buoni il prosciutto o l’arrosto, ma anche la cotenna (pelle ripulita e raschiata dalle setole) che viene molto spesso utilizzata, soprattutto al sud per insaporire sughi o minestre e viene poi mangiata come una semplice bistecchina. Le costine, che sono la parte finale delle coste, invece, risultano molto saporite se cotte alla griglia.

Il primo giorno di maggio è una data importante anche per il calendario religioso – ricorda Coldiretti – visto che si festeggia San Giuseppe artigiano, istituita nel 1955 da papa Pio XII con l’intenzione di dare al mondo del lavoro, che viveva problematiche nuove e di grande peso su tutta la società, un protettore e un modello.  Ma fin dai tempi dell’Antica Roma era la giornata consacrata ai festeggiamenti per l’arrivo della primavera, quindi a tavola venivano onorate, con parenti e amici, tutte le primizie offerte dalla natura.

In particolare, le fave, considerate tra le altre cose afrodisiache, celebravano la dea Flora, protettrice della natura e della rinascita. Insieme al pecorino, rappresentano l’abbinamento irrinunciabile.  Le fave sono legumi ricchi di proteine, fibre, vitamine (A, B, C, K, E, PP) e sali minerali – ricorda la Coldiretti Puglia – che ha una riconosciuta azione di drenaggio dell’apparato urinario e tra i legumi è il meno calorico: per 100 grammi di fave fresche l’apporto energetico è di sole 37 chilocalorie.

A proposito del celebre formaggio, la scelta per l’abbinamento con le fave può essere soggettiva, ma i preferiti sono il pecorino romano “con la goccia” o quello semi stagionato da tavola, meno saporito ma più dolce al palato. Acquistare formaggio Made in Italy è importante – conclude Coldiretti Puglia – anche per sostenere la sopravvivenza dei 4mila pastori in Puglia, colpiti dai cambiamenti climatici e dai rincari dei costi. A rischio c’è un mestiere ricco di tradizione molto duro che garantisce la salvaguardia di 9 razze a vantaggio della biodiversità e che si prende cura di oltre 160mila pecore in Puglia, anche attraverso tradizioni millenarie come la transumanza, che è stata proclamata patrimonio culturale immateriale dell’umanità l’11 dicembre 2019.