Acqua e dighe, progetti sepolti. Cia Capitanata: “Cent’anni di inettitudine”    

Progetto di Piano dei Limiti risale al 1981, su quello per l’invaso di Palazzo d’Ascoli si discute da 50 anni

Sulla condotta dal Liscione qualcosa finalmente si sta muovendo, ma occorrerà del tempo

Sul Gargano per non far morire gli allevamenti le aziende zootecniche acquistano acqua dalle autobotti

Rispetto al già drammatico 2024, deficit idrico di 50 milioni di metri cubi d’acqua e produzioni a rischio

FOGGIA – Il primo progetto per la costruzione della diga di Piano dei Limiti, a valle dell’esistente invaso di Occhito, risale al 1981. Stanziamenti prima disposti, poi revocati, progetto sepolto nel cassetto. Bisogna risalire a circa 50 anni fa, invece, per datare l’idea inerente alla costruzione della diga di Palazzo d’Ascoli. In questo caso, sono stati stanziati 8 milioni di euro per la progettazione di là da venire. Sono più o meno 20 anni, invece, che si discute di realizzare una condotta di 8 chilometri che convogli l’acqua in eccesso della molisana Diga del Liscione, che ogni anno scarica a mare milioni di metri cubi di preziosa risorsa idrica, verso la diga di Occhito. La questione finalmente sembra essere stata presa in carico dal Governo, ma occorrerà comunque del tempo.

“Mezzo secolo di chiacchiere, annunci, retromarce, polemiche e rimpalli di responsabilità, un infinito gioco dell’oca in cui si torna sempre al punto di partenza”, dichiara Angelo Miano, presidente di CIA Capitanata, “per arrivare ad oggi, nel 2025, e registrare una delle peggiori crisi idriche degli ultimi anni in provincia di Foggia, con un deficit di 50 milioni di metri cubi d’acqua rispetto al già drammatico 2024, e una stagione irrigua che quest’anno non sarà nemmeno avviata: per l’agricoltura acqua non ce n’è, quella rimasta si spera sia sufficiente per le esigenze civili”.

Sulla questione, interviene anche Nicola Cantatore, direttore di CIA Capitanata: “Gli agricoltori e gli allevatori della provincia di Foggia sono esasperati. Qui abbiamo già raggiunto i 40 gradi, le colture friggono al sole, per non far morire gli animali sul Gargano le aziende zootecniche a loro spese fanno arrivare le autobotti. Dopo il calo produttivo del 2024, anche quest’anno colture come il pomodoro, il grano, la frutta e i prodotti orticoli registreranno un forte decremento: milioni di euro in fumo e migliaia di ore lavorative bruciate dalla siccità e dall’incapacità della classe dirigente di prendere decisioni e di attuarle”.

500MILA ETTARI ASSETATI. La questione idrica non è l’emergenza di un unico settore, ma il dramma sociale ed economico di un territorio che, senza l’agricoltura, perderebbe migliaia di posti di lavoro e che negli ultimi 30 anni è stato caratterizzato da un progressivo spopolamento destinato ad aumentare ulteriormente qualora il comparto primario e le industrie di trasformazione dovessero continuare a fare i conti con decrementi a due cifre nelle rese dei raccolti. Con oltre 500mila ettari di superficie agricola utilizzata, quello di Foggia è uno dei distretti agricoli più vasti d’Europa tra le zone rurali del capoluogo e quelle di Cerignola, San Severo, Lucera e Manfredonia, a cui si aggiungono il Gargano, i Monti Dauni, la zona dei Cinque Reali Siti. Per l’ulteriore sviluppo di alcune colture d’eccellenza, quella del pomodoro su tutte ma più in generale per tutto il settore dell’ortofrutta, potenziare la risorsa irrigua è fondamentale.