
BIODIVERSITÀ AGRARIA DI PUGLIA
ECCO IL TESORO
CUSTUDITO NELLA PIÙ GRANDE
BANCA DEL MEDITERRANEO
Salvate 100 varietà di cereali
e
recuperate 48 varietà locali di leguminose
L’Università di Bari e il CNR insieme per la salvaguardia del patrimonio genetico che racconta la storia agricola e culturale pugliese con i progetti SaveGrain-Cer e SaveGrain-Leg finanziati da Regione Puglia
Mercoledì 15 ottobre, ore 18:00 – Villa Morisco – Corso Umberto – Bari



Eccezionale traguardo per la Ricerca in Puglia nella conservazione della biodiversità agraria. Nella Banca del Germoplasma di Bari, la più antica del Mediterraneo, sono state recuperate e salvate oltre 100 varietà di cereali e 48 varietà locali di leguminose. Un patrimonio genetico di inestimabile valore che racconta la storia agricola e culturale del territorio pugliese e ne rappresenta una risorsa strategica per il futuro dell’agricoltura sostenibile. La Puglia si conferma così laboratorio d’eccellenza grazie a due importanti progetti di ricerca, SaveGrain-Cer e SaveGrain-Leg, che uniscono il mondo accademico dell’Università di Bari, quello della ricerca pubblica con il CNR e il tessuto produttivo regionale con il coinvolgimento di 50 biblioteche regionali e decine di contadini custodi del tesoro di Puglia. Entrambe le iniziative sono state finanziate dal Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2014–2022 della Regione Puglia.
I risultati del lungo lavoro di Ricerca saranno presentati mercoledì 15 ottobre alle 18:00 a Villa Morisco, Bari nel Talk “Grani e legumi, salvaguardia delle leguminose da granella e dei cereali antichi della Puglia”. Parteciperanno i responsabili scientifici dei due progetti il professore Giuseppe De Mastro e il dottor Gaetano Laghetti, la direttrice del dipartimento d’eccellenza di scienze del suolo della pianta e degli alimenti (DiSSPA) professoressa Maria De Angelis, la direttrice dell’Istituto di Bioscienze e BioRisorse dottoressa Raffaella Maria Balestrini, il coordinatore Seed Lebanon Project (SLB) Peter Moubarak, il dirigente della sezione competitività delle filiere agroalimentari Luigi Trotta, la responsabile dell’operazione 10.2.1 Cristina Ferulli, il presidente della IV commissione del Consiglio regionale della Puglia, Francesco Paolicelli, l’amministratore delegato di Agriplan e partner del progetto Michelangelo De Palma.
Saranno proiettati in anteprima i due video promozionali dell’Università di Bari e CNR che raccontano la straordinaria avventura della Ricerca in Puglia dal titolo “Destinazione legumi” e “SEMInatialFuturo”. Protagonisti i docenti, ricercatori e i contadini che hanno custodito, curato e prodotto le preziose varietà.
Seguirà il conferimento del Premio “Grani, Legumi e Legami” ai giornalisti che hanno narrato e valorizzato le produzioni locali autentiche. Il Premio realizzato in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti di Puglia andrà per il settore stampa nazionale a: Felicita Pistilli – TG1, Gioacchino Bonsignore – TG5, Sabrina Giannini – “Indovina chi viene a cena” Rai3, Monica Caradonna – “Linea Verde” Rai 1 e Corriere del Mezzogiorno, Mimmo Mazza – Direttore La Gazzetta del Mezzogiorno. Per l’area regionalea: Giovanni Matera – TGR Puglia, , Antonio Procacci – Vicedirettore TGNorba, Vincenzo Chiumarulo – ANSA Puglia, Gianni Messa – Repubblica Bari, Vincenzo Damiani – Il Nuovo Quotidiano di Puglia, Paola Marano – L’Edicola del Sud, Gianni Sebastio – Direttore Antenna Sud, Anna Puricella – Telebari, Maria Cristina De Carlo – TRM, Giuseppe Francesco Sportelli – Terra e Vita e alla scrittrice e divulgatrice Mina Micunco.
La Banca del Germoplasma del CNR di Bari: un presidio di biodiversità dal 1970
Cuore di queste attività è la Banca del Germoplasma dell’Istituto di Bioscienze e Biorisorse (IBBR) del CNR di Bari, la più antica del Mediterraneo. Fondata nel 1970, custodisce oggi circa 60.000 campioni di semi appartenenti a oltre 170 generi e 800 specie di interesse agrario, raccolti nel tempo dai ricercatori dell’Istituto o acquisiti attraverso collaborazioni scientifiche internazionali. Questa preziosa collezione, accessibile per scopi didattici e di ricerca, rappresenta una risorsa fondamentale per la conservazione della diversità genetica vegetale e per lo sviluppo di sistemi agricoli resilienti e sostenibili. In questa cornice si inserisce il progetto SaveGrain-CER, avviato nel 2022 e coordinato dall’IBBR-CNR, con l’obiettivo di reperire, caratterizzare e valorizzare le varietà autoctone di cereali selezionate dagli agricoltori pugliesi nel corso dei secoli – tra cui grano duro e tenero, farro, orzo e avena – e perfettamente adattate alle condizioni agro-climatiche locali. Il progetto ha portato al recupero di oltre cento varietà autoctone, oggi conservate ex situ presso la Banca del Germoplasma e on farm presso gli agricoltori custodi pugliesi. Tali varietà, minacciate dall’erosione genetica e spesso a rischio di estinzione, sono state iscritte nel Registro regionale delle varietà da conservazione, confermando il valore di questa azione di tutela come strumento per un’agricoltura sostenibile e di qualità. Un ulteriore segno di riconoscimento internazionale è arrivato con il deposito dei primi lotti di semi al “Global Seed Vault” delle isole Svalbard, il deposito mondiale gestito dal governo norvegese che protegge la diversità genetica vegetale di tutto il pianeta.
SaveGrain-Leg: rilanciare le leguminose per un’agricoltura e un’alimentazione sostenibili
Parallelamente, il progetto SaveGrain-Leg, coordinato dal Dipartimento di Scienze del Suolo, della Pianta e degli Alimenti (DiSSPA) dell’Università di Bari Aldo Moro, ha rivolto l’attenzione alle leguminose da granella – come ceci, lenticchie, fave, piselli, cicerchie e lupini – valorizzando il loro duplice ruolo: ambientale e nutrizionale.
Le leguminose, infatti, sono alleate della sostenibilità agricola, grazie alla loro capacità di fissare l’azoto atmosferico e migliorare la fertilità del suolo, riducendo l’uso di fertilizzanti chimici e di risorse idriche. Allo stesso tempo, rappresentano una fonte di proteine vegetali e composti bioattivi, perfettamente in linea con le moderne esigenze di salute e diete sostenibili. Il progetto, che coinvolge sette enti di ricerca (tra cui le Università di Bari, Foggia e Salento, tre Istituti del CNR e il CIHEAM Bari), ha permesso di recuperare 48 varietà locali di leguminose, frutto di un’approfondita indagine storica condotta in oltre 50 biblioteche regionali e di un intenso lavoro con gli agricoltori custodi del territorio. Questo materiale genetico è oggi conservato ex situ presso la Banca del Germoplasma del CNR e il DiSSPA, mediante tecniche avanzate di conservazione in vitro e crioconservazione, e on farm nelle aziende pugliesi che continuano a coltivare e valorizzare queste varietà tradizionali. Le attività sperimentali e di moltiplicazione del materiale recuperato si svolgono in campi collezione allestiti ad Altamura, Locorotondo, Valenzano e Monteroni, a testimonianza del legame concreto tra ricerca scientifica, territorio e agricoltura.
Un modello virtuoso di collaborazione e innovazione
“Entrambi i progetti rappresentano un modello virtuoso di sinergia tra ricerca scientifica, istituzioni e mondo agricolo, capace di coniugare tutela della biodiversità, innovazione e sviluppo sostenibile. Grazie alla collaborazione tra CNR, Università di Bari, enti di ricerca pubblici, aziende agricole e associazioni di tutela dei prodotti locali, la Puglia consolida il proprio ruolo di regione guida nella conservazione del germoplasma e nella valorizzazione delle risorse genetiche autoctone”- sottolineano i coordinatori e responsabili scientifici dei progetti, il professore Giuseppe De Mastro e il dottor Gaetano Laghetti per i quali “investire nella biodiversità agraria significa investire nel futuro della nostra agricoltura e della nostra alimentazione, rafforzando il legame tra scienza, territorio e comunità”.
I video
I video per la disseminazione dei progetti sono stati girati in Puglia. 3 giorni di riprese, 10 di montaggio, 1500 chilometri percorsi. Protagonisti i contadini custodi e le loro varietà.
In Destinazione Legumi due turisti, un ricercatore italiano Ugo Picciotti e una ricercatrice palestinese Aziza Husein, trovano in un’ auto una mappa dei tesori di Puglia che decideranno di seguire e scopriranno il Fagiolo ubriaco a Monteleone di Puglia con Fabiola Addorisio, il Cece nero ad Acquaviva delle Fonti con Vito Abrusci, la Lenticchia di Altamura con Francesco Colonna nella Masseria La Calcara, la Fava di Locorotondo con Vito Pinto a Cocolicchio contrada di Fasano ed infine il Cece bianco a Ortelle con Fernando Sodero. Ultima tappa è il DiSSPA dove inizierà un nuovo viaggio.
In SEMInatialFuturo, la scena iniziale è girata a Cerignola nella Piana delle fosse del grano, qui un uomo misterioso, il ricercatore Claudio Calia, intraprende il suo viaggio per raccogliere grani antichi. Prima da Leonardo Petrucelli a San Severo con i grani antichi Saragolla, Bianchetta e Risciola, poi con Marco Monaco a Casalnuovo Monterotaro con il grano Carlantino, a Mottola con Filippo Pavone con il grano senatore Cappelli e Ortelle con Fernando Sodero e il grano Maiorca. L’uomo misterioso è però seguito da due persone mascherate, il ricercatore Ugo Picciotti e la dottoressa Claudia Prigigallo, che sottrarranno il bottino per portarlo nella Banca del Germoplasma.
La regia dei due video è di Daniele Fusco, la fotografia di Simone Rosato, produzione Wemakestudio. Ideazione e soggetto originale Gisella Della Monaca. Realizzati in collaborazione con Agriplan e 18Volt more than motion che ha fornito le automobili.

