
Ritorna Experimenta, lo storico contenitore multicodice delle arti nato nel 1999 ad Alberobello e che negli ultimi anni, ormai stabilmente, ha acquisito una dimensione policentrica. Per l’edizione 2025, si consolida anche la linea guida che la rassegna ha avuto nelle ultime edizioni: una varietà di generi musicali, con un importante spazio sempre più indirizzato verso l’impegno, attraverso uno sguardo alla questione dei diritti sia a livello geopolitico, che di genere e del mondo femminile. Anche quest’anno, oltre a Bari, Experimenta si tiene in diversi centri dell’Area metropolitana di Bari: Bitonto, Sannicandro di Bari ed Alberobello.




S’inizia domani, sabato 10 maggio dalle 21 dal Circolo Resilienza di Bitonto, con due particolarissimi set: Apre Il progetto olandese Bhajan Bhoy. Si tratta di un percorso meditativo intriso di viaggi sonici, raga, mantra melodici e una dimensione di ascolto mediata da un’elettronica esoterica. Un tentativo di psichedelia moderna molto simile a quella che nella stessa serata, dopo le 22,00, propone Healing force project, il progetto tutto italiano di Antonio Marini.
A seguire il blocco barese di concerti, dal 16 e il 23 maggio, tra l’Officina degli Esordi e il Nevermind proporrà un vero e proprio catalogo elettronico. Ad aprire, il 16 maggio, due set di sapore mediorientale: il polistrumentista turco Yiğit Bülbül, che rilegge con i suoi sintetizzatori i suoni del suo paese d’origine, a seguire Praed, il progetto svizzero-libanese di Raed Yassin (architetto di atmosfere trance e visionario manipolatore del suono arabo nonché raffinato artista visuale) e Paed Conca (polistrumentista autore di musiche per danza e teatro).

L’excursus mediorientale prosegue anche il giorno dopo, 17 maggio, con Khateÿm (in arabo anello), un progetto formato dall’attrice e musicista siriana Sarah Al Sayed Obeid e dal musicista francese Thomas Humbert, congiunzione intrigante di Taïf (mitologia araba) e paesaggi malinconici di un presente di guerra e distruzione. Sempre il 17 e sempre all’Officina, il paesaggio sonoro vira verso il Nord Europa con i Tarwater. I due berlinesi Ronald Lippok (voce, synth, batteria) e Bernd Jestram (chitarra e basso), sono due illustri maestri di quella gloriosa tradizione techno-pop tedesca che, tra kraut ed elettronica, ha creato una scuola che ha influenzato i suoni dei nostri tempi.
Al centro della serata del 18 maggio al Resilienza di Bitonto, ci saranno atmosfere più o meno simili con gli svizzeri Hyperculte. Simone Aubert (chitarra e batteria) e Vincent Bertholet (contrabbasso), sono le gambe di un duo esplosivo che si ciba di krautrock arrabbiato e post-punk ad alta energia. Ad aprire la serata, invece, l’estemporaneo incrocio di echi punk con il folk nazionale del duo italiano Brandamaria, Maria Violenza (voce) e Luciano Turella (viola).

Il blocco barese si chiude il 23 maggio al Nevermind, rinnovata denominazione dello storico Garage sound, già tempio dell’underground barese. Sarà il post industrial di ispirazione neo-kosmische del Teatro Satanico, ad aprire il set di una delle formazioni storiche dell’hip-hop italiano gli Assalti Frontali, la rabbia, l’impegno di chi da sempre usa la musica come strumento per “non abbassare mai la testa”. Finale col dj set di Zos voce del collettivo Khem, uno dei pochi presidi di ricerca e sperimentazione nell’abusato e iper profanato campo dell’elettronica.
Sarà poi il castello Normanno-Svevo di Sannicandro di Bari ad ospitare una densa tre giorni di alternative music, tra il 13 ed il 15 giugno. In collaborazione con la rassegna Stand Alone fest, ci sarà una line-up trasversale con più di una decina di set per molteplici gusti musicali. Si va dalla storica band noise rock dei catanesi Uzeda (13/6) ad una delle voci più intense del folk psichedelico americano con l’esclusiva di Josephine Foster (14/6), per ripartire con i The Veldt (15/6) grandi pionieri dello shoegaze afroamericano. Accanto e intorno a questi headliners una selva di set di livello, generi e scuole differenti (blues, rock, folk, elettronica, psichedelia ecc): Tremours, Manu Louis, A/lpaca, Couchgagzzz, Veronika Voss, Sebastiano Lillo Trio, Daffon, Animalemagico e Japanorama.
Lo splendido giardino di Villa Donnaloja tra i Trulli ad Alberobello, il 3, il 4 e il 6 luglio, sarà la sede della chiusura della XXVI edizione di Experimenta. Tre giornate con sei spettacoli che inizieranno il 3 luglio con un capitolo dedicata alla Musique du Monde (come in passato si definiva la musica etno). Uno sguardo alle culture provenienti da paesi che soffrono i disastri della guerra e dell’emigrazione con il musicista curdo Ashti Abdo e il gambiano Jali Babou Saho. Il racconto in musica delle contraddizioni di questi popoli dove il recupero della tradizione vive, nonostante le grandi difficoltà, il linguaggio dell’evoluzione che è pur sempre la profonda aspirazione di ogni artista.
Nello stesso solco, il 4 luglio, sarà di scena uno dei collettivi musicali interetnici più di successo del nostro paese: Al Doum & Faryds. Un gruppo che nasce nell’hinterland milanese e che ha fatto della ricerca in musica un presidio che accompagna i temi dell’integrazione. Il risultato di questo intenso lavoro è un live (10 persone sul palco), che da anni è ritenuto uno degli spettacoli più coinvolgenti della scena italiana. Ad aprire, l’intimo concerto di uno straordinario artista brasiliano: Ricardo Dias Castro Gomes. Esponente del Tropicalismo. per anni accanto a Caetano Veloso, questo polistrumentista, compositore e innovatore, ha lasciato un segno indelebile sulla scena musicale brasiliana, abbagliando il pubblico di tutto il mondo con il suo suono unico e una illuminata e appassionata visione artistica.
Sarà lo spettacolo Azzurro per te, il 6 luglio, a chiudere questa XXVI edizione di Experimenta. Un racconto che si svolge nell’intreccio di musica e parole. Undici brani, avvolti da armonie precarie ed accelerazioni ritmiche, raccontano la degenerazione di un amore verso l’insano possesso maschile e poi verso il femminicidio. Su testi dello scrittore Osvaldo Capraro e le musiche del pianista e direttore Martino Palmitessa (eseguite dal quartetto d’archi dell’ICOM), l’incedere fortemente emotivo della voce dell’attrice Giusy Frallonardo evoca i passaggi della tragedia ormai dramma troppo spesso ricorrente dei nostri tempi. Ad aprire la serata A Delicate Revolution, il recital del violoncellista Antonio Cortesi. Un originale intreccio di classica e contemporaneo per un approccio allo strumento originale e fuori dagli schemi.
Info: Herostrato.it; Prenotazioni: herostrato.coop@gmail.com