
Giovedì 25 settembre, alle ore 18:00, a Brindisi presso la Chiesa di San Michele Arcangelo – Scuole Pie si terrà l’inaugurazione della collezione archeologica nella cornice del Museo Diocesano “Giovanni Tarantini”. Per l’occasione S.E. Mons. Giovanni Intini Arcivescovo di Brindisi-Ostuni, impartirà la benedizione al lavoro svolto.
L’allestimento museale con reperti archeologici di epoca protostorica, greco-romana e medievale, è incentrato sull’esposizione di manufatti ed ecofatti confluiti nelle raccolte di due celebri religiosi e studiosi della città adriatica: mons. Annibale De Leo e mons. Giovanni Tarantini.
Il progetto museografico, ora presentato nel suo primo stadio di avanzamento, è stato sviluppato nel corso dell’ultimo anno anche nell’ambito di una collaborazione tra la Biblioteca pubblica arcivescovile “A. De Leo” e il Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento. La realizzazione dell’allestimento è stata possibile grazie all’impegno della dottoressa Katiuscia Di Rocco e dei professori Giovanni Mastronuzzi, Teodoro Scarano e Marco Leo Imperiale, affiancati per il coordinamento tecnico-scientifico dalla dott.ssa Valeria Melissano, per il disegno dei reperti dalla dott.ssa Fabiola Malinconico e da giovani studiosi dell’Ateneo Salentino: Claudia Abatino, Irina Bykova, Luigi Pisarra.

Nel corso della serata insieme all’arcivescovo, mons. Giovanni Intini, ed al coordinatore del progetto di allestimento, prof. Mastronuzzi, interverranno le autorità in rappresentanza della Città di Brindisi e del Ministero della Cultura (Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio Brindisi, Lecce e Taranto).
L’inaugurazione giunge alla conclusione di un lungo iter che ha coinvolto istituzioni culturali e centri di ricerca. Gli oggetti esposti oggi presso la chiesa delle Scuole Pie erano confluiti nel 1962 nella collezione del Museo Archeologico Francesco Ribezzo di Brindisi perché fossero esposti. Attraverso lo studio dei documenti di archivio e grazie al contributo dei funzionari della locale Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio è stato possibile vincolare gli oggetti ed esporli in modo da ricostruire così tappe fondamentali per la storia dell’archeologia nella Puglia meridionale nel quadro della storia dell’archeologia a livello internazionale.
I reperti in mostra sono testimonianza della passione e dell’impegno con cui De Leo e Tarantini si cimentarono, a volte in maniera pionieristica e straordinariamente attuale, nella promozione e nella salvaguardia della Storia e delle sue testimonianze materiali.
Tra la fine del ‘700 e gli inizi dell’800, Annibale De Leo fu acuto pensatore e promotore di idee innovative. Fondò la prima biblioteca pubblica di Terra d’Otranto e si occupò di studi archeologici riconoscendo sulla colonna di Traiano (monumento che celebra la vittoriosa spedizione nell’attuale Romania) la rappresentazione di Brindisi. Giovanni Tarantini, invece, fu ispettore degli Scavi e Monumenti di Brindisi e corrispondente dell’Istituto germanico per cui intrattenne rapporti con i più importanti studiosi dell’antichità dell’800, tra i quali Theodor Mommsen. Precursore di temi attualissimi, si impegnò fermamente contro l’abbandono dei monumenti ed a favore della tutela dei Beni Culturali.
Il nucleo principale della collezione include reperti della civiltà messapica (VI-III sec. a.C.) tra cui le trozzelle, il vaso usato per contraddistinguere le tombe di donne. Sono poi numerosi i vasi di produzione locale e di importazione greca che testimoniano le principali attività domestiche, come i servizi da mensa a vernice nera e le lucerne. Arricchiscono ulteriormente l’esposizione alcune ceramiche fini di età romana (ceramiche sigillate) ed un piccolo nucleo di vasi e oggetti militari di epoca medievale e rinascimentale. I reperti sono affiancati da pannelli didascalico-illustrativi (tipografia EsseNne) e da ricostruzioni 3D (consorzio CETMA).
Alcuni oggetti sono certamente provenienti da fuori regione, come una coppia di ushabti (statuette in terracotta vetrificata dell’antico Egitto), un nucleo di statuette in bronzo probabilmente di area abruzzese/centro-italica e addirittura un cranio di ippopotamo. Questa varietà di materiali testimonia le modalità con cui nel settecento si formavano le prime collezioni museali come “Gabinetti di meraviglie”.
L’iniziativa è collegata alla Notte Europea delle Ricercatrici e dei Ricercatori del 26 settembre 2025, un’importante occasione per condividere con il pubblico le attività degli enti di ricerca e rafforzarne il legame con il territorio (Progetto europeo ERN-ApuliaMED – https://www.ernapuliamed.org/en).