
Le nuove linee della riforma della Politica Agricola Comune ( PAC) rappresentano un colpo durissimo per il comparto Agricolo e Zootecnico, in particolare per i Lavoratori, per le piccole e medie aziende del mezzogiorno e, quindi, della Puglia.
“La riduzione complessiva delle risorse PAC inglobandola, tra l’altro, in un fondo unico, unita ai criteri di distribuzione che premiano le grandi superfici e penalizzano le realtà più fragili o innovative, rischia di mettere in ginocchio un intero settore già provato da crisi climatica, aumento dei costi e instabilità dei mercati, con il costo dei prodotti agricoli sempre più deprezzati a causa delle importazioni selvagge e fuori controllo di molteplici prodotti agricoli non solo del grano, ma di diverse produzioni. In pratica, si accetta una grave concorrenza sleale che danneggia chi opera nel rispetto dei dettati normativi, regolamentari e legislativi.
Ed è ancor più fuori luogo ed inaccettabile l’avversata decisione di effettuare tagli al comparto agricolo ( si parla di un taglio ulteriore del 20 % rispetto a quello già avvenuto ), perché l’obiettivo principale è certamente quello di recuperare risorse economiche per finanziarie il riarmo e l’industria bellica. Ritengo, poi, fondamentale che nella proposta di riforma della PAC debba essere data centralità al lavoro agricolo di qualità, inserendolo come indicatore di riferimento per ogni contributo, in primis i fondi PAC, erogato alle aziende. Giova ribadire che il comparto agricolo ha ancora un tasso di incidenza elevatissimo per quanto riguarda le condizioni di sfruttamento e irregolarità dei Lavoratori”. Queste le parole del Segretario Generale FLAI PUGLIA, Antonio Ligorio.
Alle quali fanno seguito le dichiarazioni del Presidente ALPAA PUGLIA, Antonio Macchia:
“In Puglia, dove l’agroalimentare è una componente essenziale dell’economia regionale, le ricadute negative soprattutto per i piccoli e medi produttori saranno pesantissime: meno investimenti, meno sostenibilità, meno tutele per i produttori/lavoratori e per i territori.
La Zootecnia, anch’essa già colpita da dinamiche distorsive, nella fattispecie sul prezzo del latte e delle carni, subirà ulteriori contraccolpi, mettendo a rischio anche l’equilibrio sociale delle aree rurali.
Il rischio concreto è lo svuotamento delle campagne, la scomparsa delle produzioni di qualità e un colpo definitivo alla sovranità alimentare del nostro Paese e, per quanto ci riguarda in termini di rappresentanza, dei piccoli e medi produttori della Regione Puglia.
Per questo si chiede a tutte le Istituzioni preposte di attivarsi con urgenza in sede Europea per chiedere una rivisitazione e rimodulazione dei criteri della PAC, e sul piano Nazionale di predisporre misure compensative e strutturali a sostegno degli agricoltori.
Difendere il lavoro agricolo e zootecnico, soprattutto in riferimento ai piccoli produttori, vuol dire difendere il territorio, l’ambiente, il cibo buono, la dignità del lavoro, la biodiversità”.
Dunque – continuano Ligorio e Macchia – “occorre avversare con decisione quanto sta per determinarsi in ambito Europeo a danno dell’agricoltura, in gioco c’è il futuro stesso di un comparto fondamentale, costituito nella stragrande maggioranza di piccoli produttori che sostengono l’economia, il patrimonio ambientale e culturale, l’agricoltura di prossimità, sostenibilità e sono importante presidio del territorio di tutta la Regione Puglia. Ma soprattutto colpisce un settore primario fondamentale in cui si persegue l’obiettivo di determinare lavoro di qualità, stabile e capace di custodire i diritti delle Lavoratrici e dei Lavoratori”.
Pertanto, si avvieranno in Puglia una serie di iniziative anche di carattere pubblico, in coerenza con le iniziative che i livelli nazionali intenderanno promuovere, per addivenire ad una riforma della PAC 2028/2034 che eviti tagli di risorse anacronistiche e applichi invece una redistribuzione equa e lungimirante delle stesse risorse riconoscendo soprattutto in agricoltura chi svolge una vera funzione sociale.