Dal 9 aprile a Bari la Mostra “Onomasticon – Giancarlo Santelli e il teatro antico”

Otto maschere raccontano le arti della scena attraverso i millenni.

Fino al 13 maggio spettacoli, lezioni, incontri per tutte le età.

Bari, 3 aprile 2025 – Alla scoperta del teatro antico a partire da otto maschere realizzate da Giancarlo Santelli, attore e artista del teatro nato a Santeramo in Colle nel 1944. La proposta culturale nasce dalla collaborazione tra la Libreria Svoltastorie di Bari e l’Associazione culturale “Giancarlo Santelli”, con il patrocinio dei Comuni di Bari e Santeramo in Colle e di Puglia Culture.

            La mostra prende il nome da un’opera del II secolo d.C., l’Onomasticon di Giulio Polluce. Una sorta di enciclopedia scritta in greco antico, che nel “libro IV” elenca e descrive le maschere teatrali dell’epoca.

            Le maschere sono state realizzate nel 1990 su commissione dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico di Siracusa (INDA), sulla base degli esemplari in terracotta conservati al Museo archeologico eoliano di Lipari. Non si tratta di semplici copie di modelli antichi, ma di autentiche “macchine teatrali”, progettate con cura per assicurare agli attori libertà di movimento e un’adeguata amplificazione della voce.

            La mostra sarà inaugurata il 9 aprile 2025 alle 18,30, presso la Libreria Svoltastorie (Bari, via Volta, 37). Saranno presenti gli organizzatori e i rappresentanti degli enti patrocinanti. Nell’occasione, la professoressa Olimpia Imperio, docente di lingua e letteratura greca all’Università di Bari “Aldo Moro”, terrà la lezione dal titolo “Il teatro greco e la maschera”.

            Giancarlo Santelli (nome d’arte di Giovanni Prisciantelli) ha realizzato maschere per il teatro di Eduardo De Filippo e Roberto De Simone e per il cinema di Ettore Scola. Le sue creazioni sono state indossate in scena, tra i tanti, da Eduardo, Gigi Proietti, Massimo Troisi, Massimo Ranieri. Negli ultimi trent’anni della sua carriera, Santelli si è dedicato a restituire alla scena le maschere del mondo antico, rimodellate con spirito contemporaneo e accuratezza storica, sulla base di sculture, pitture, mosaici e altre testimonianze dell’arte scenica antica.

            Nel corso del 2024 la serie di maschere realizzate per l’INDA di Siracusa è stata inclusa nella mostra “Teatro. Autori, attori e pubblico nell’antica Roma”, realizzata con grande successo dal Museo dell’Ara Pacis di Roma.

            Fino al 13 maggio 2025 il programma della mostra include lezioni, incontri di studio ed eventi teatrali a Bari e a Santeramo in Colle. Gli eventi saranno realizzati in collaborazione con l’associazione Poesia in Azione e la compagnia teatrale La Mansarda Teatro dell’Orco di Caserta. Maggiori dettagli su questi eventi saranno forniti in occasione dell’inaugurazione.  

            Aggiornamenti sugli eventi e contatti attraverso i canali Instagram:
            @svoltastorie

            @maschereburattini

Dichiarazioni sull’evento:

Patrizia Scardigno ed Eugenio Martiradonna, librai di Svoltastorie:

“Le opere di Giancarlo Santelli, che abbiamo già ospitato lo scorso anno, hanno reso più bella la nostra Libreria. Le abbiamo attese ed accogliamo ora le maschere per il teatro antico con grande entusiasmo, convinti che possano rappresentare un’occasione di incontro con l’arte e la bellezza per tutta la città. Abbiamo conosciuto ed apprezzato Giancarlo Santelli grazie all’Associazione culturale a lui intitolata e ci piacerebbe che questa collaborazione feconda possa continuare e rafforzarsi nei prossimi anni. Per noi è un piacere tornare a lavorare con persone di grande professionalità, che amano la ricerca e la divulgazione come racconto e condivisione di storie. Sono storie che parlano a tutte le generazioni e attraversano il teatro e la letteratura da sempre. L’incontro gioioso tra la libreria Svoltastorie e l’associazione culturale Giancarlo Santelli è un altro merito del prezioso lavoro di quel grande artista e artigiano che è stato Santelli”.


Angela Prisciantelli, presidente dell’associazione culturale Giancarlo Santelli:

            “Con la mostra ‘Onomasticon’, condivideremo un altro segmento del lungo e ricco percorso artistico di Giancarlo Santelli: quello che riguarda il teatro antico e gli spettacoli allestiti nei primi anni Novanta dall’Istituto Nazionale del Dramma Antico di Siracusa. La mostra parte da otto maschere e ci guida alla scoperta delle radici culturali della nostra Magna Grecia. Anche questa volta, Santelli parte dalla tradizione verso nuove avventure creative. La Libreria Svoltastorie è un luogo accogliente e stimolante. L’anno scorso ha ospitato la mostra ‘Burattini Per Tutti’, guidando grandi e piccoli alla scoperta delle maschere della Commedia dell’Arte. Siamo felici di poter contare ancora su questa felice collaborazione.  C’è ancora molto da scoprire sull’opera di Santelli. Se il pubblico ci seguirà, lo faremo insieme”.

Olimpia Imperio, professoressa di Lingua e letteratura greca, Università di Bari “Aldo Moro”

“«Le maschere non servono a mascherare»: così Dario Fo nel Manuale minimo dell’attore. Non è paradosso ma verità ineludibile. Una delle eredità più preziose che noi moderni abbiamo ricevuto dal teatro antico, misterioso oggetto magico e cultuale, la maschera trasforma l’attore in un personaggio ma non ne elide l’identità: prosōpon era per i Greci tanto il volto quanto la maschera che lo copriva facendone un personaggio con spiccate caratteristiche individuali, cui l’attore dava vita con la mimica del corpo, dei gesti e della voce, creando quella che i Romani chiamavano persona, creando una particolarissima interazione tra ciò che viene nascosto (colui che è mascherato) e ciò che viene mostrato (la maschera stessa e ciò che la maschera rappresenta), in un gioco alterno e ambiguo di camouflage e disvelamento che – ci spiegano gli attori – non si interrompe con la fine dello spettacolo.

Frutto di un atto creativo ‘alto’, d’impronta artistico-artigianale, la maschera è oggetto antichissimo, che allontana attore e pubblico dalla comfort zone dell’immedesimazione realistico-mimetica, ma proprio per questo modernissimo, perché introduce nell’atto performativo quel senso di alterità e di straniamento che connota la condizione esistenziale dell’uomo contemporaneo.

La mostra propone una essenziale ma significativa galleria di maschere che il mascheraio Santelli ha realizzato per la mise en scène di celebri opere del teatro greco: attraversare questa galleria contestualizzando la storia drammaturgica di queste opere e dei loro autori significa tornare alle origini dell’esperienza teatrale ma anche fare un viaggio psicanalitico dentro un tunnel spesso oscuro: quello delle nostre molteplici maschere e delle nostre infinite personalità.”

Roberta Sandias, compagnia teatrale La Mansarda Teatro dell’Orco:

“Il grande valore del Maestro Santelli è l’aver portato avanti una tradizione reinventandola, rendendola materia viva e palpitante e non sterile riproposizione di modelli vetusti, arrecando un contributo fondamentale ad alcune tra le più importanti produzioni del teatro a lui contemporaneo”.

Benedetto Tudino, attore, educatore, amico di Santelli:

            “Le domeniche tra scavi e musei con Giancarlo Santelli non erano solo guardarsi intorno, ammirati dalle citazioni di un libretto guida. Camminare con lui era immaginare le persone che erano dietro e dentro un quadro o quelle che avevano vissuto quando i resti, che erano davanti a noi, non erano ancora dei ruderi. Giancarlo era a suo agio tra le cose antiche. Sembrava addirittura che seguisse orme di altri passi, o ascoltasse altre voci, delle quali poi riferiva entusiasta. Non si affrettava mai, anzi, si fermava spesso a guardare in silenzio, convinto che l’immaginazione di un buon visitatore arrivasse dappertutto. L’atto di visitare senza fretta era per lui un atto di rispetto del tempo e, del tempo, lui ne sapeva parecchio. L’antico per lui, non era una pagina di storia ma un luogo, un campo in cui andava per vedere, per sentire, con tutti i suoi sensi. Così il mio spirito entrava negli avanzi di mura, nei colori dei quadri, nel lastricato delle strade, in tutto quello che per lui era un sentimento da recuperare”.