
Il Presidente della Sottocommissione per i Diritti Umani e il Presidente della Delegazione per le relazioni con gli Stati Uniti hanno rilasciato la seguente dichiarazione.
“Esprimiamo la nostra profonda preoccupazione per la decisione degli Stati Uniti d’America di non partecipare a una revisione delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani, una mossa che rappresenta un preoccupante passo indietro rispetto all’impegno globale di Washington sulle questioni relative ai diritti e alla giustizia, rendendola il primo paese in assoluto a rifiutarsi di farlo. Il rapporto nazionale per la Revisione Periodica Universale degli Stati Uniti da parte del Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite è atteso per il 4 agosto.
La decisione degli Stati Uniti di non partecipare a questo processo, insieme all’ordine presidenziale del 4 febbraio 2025 che annuncia il ritiro degli Stati Uniti dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite (UNHRC) – come già fatto nel 2018 – nonché la recente decisione degli Stati Uniti di violare l’accordo tra le Nazioni Unite e gli Stati Uniti in qualità di paese ospitante, Inviare un segnale molto preoccupante al mondo. Minano l’ordine internazionale che è stato stabilito dopo la seconda guerra mondiale per porre fine alle atrocità a cui il mondo ha assistito in quelle ore buie.
Chiediamo all’amministrazione statunitense di riesaminare la sua decisione e di presentare il suo rapporto nazionale per la revisione periodica universale del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite. In caso contrario, si potrebbe minare ulteriormente un sistema a cui si attengono tutte le nazioni del mondo. Chiediamo ai presidenti della Commissione europea e del Consiglio europeo, nonché al vicepresidente/alto rappresentante, di assumere una forte posizione pubblica per ricordare la posizione dell’Unione europea a sostegno del sistema internazionale dei diritti umani in generale e di deplorare qualsiasi tentativo di comprometterlo. Li esortiamo inoltre a porre questo tema al centro dell’agenda delle nostre relazioni transatlantiche e a costruire alleanze con i partner globali in difesa del pilastro dei diritti umani delle Nazioni Unite.
Consideriamo la questione con un senso di urgenza e gravità, poiché al di là di questa nuova sfida al sistema delle Nazioni Unite, è attualmente in gioco il futuro dell’intero ordine multilaterale basato su regole. La risposta dell’UE dovrebbe essere forte, determinata e comunicata in modo chiaro”.
La Revisione Periodica Universale (UPR) è un processo unico nel suo genere che comporta una revisione periodica dei dati relativi ai diritti umani di tutti i 193 Stati membri dell’ONU. Si tratta di un’innovazione significativa del Consiglio dei diritti umani e si basa sulla parità di trattamento per tutti i paesi. Offre a tutti gli Stati l’opportunità di dichiarare quali azioni hanno intrapreso per migliorare la situazione dei diritti umani nei loro paesi e per superare le sfide al godimento dei diritti umani. L’UPR consente inoltre di condividere le migliori pratiche in materia di diritti umani in tutto il mondo. Le relazioni, esaminate da altri Stati membri, forniscono raccomandazioni non vincolanti. Attualmente, non esiste alcun altro meccanismo di questo tipo.