
Mercoledì gli eurodeputati della commissione per le questioni fiscali e della commissione per la difesa hanno incontrato gli esperti per discutere gli elementi fiscali dell’Unione europea per la difesa.
L’audizione si è concentrata sul quadro legislativo che disciplina le esenzioni dall’IVA per le attività connesse alla difesa svolte nell’ambito della politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC) dell’UE e sul relativo requisito del contenuto europeo del 65%. Attraverso uno degli esperti invitati, ha anche approfondito la logica del protezionismo di mercato nel settore della difesa.
La discussione ha inoltre esaminato i meccanismi di cooperazione tra la Commissione europea, i ministeri nazionali delle Finanze e i ministeri della Difesa per garantire un’attuazione coerente e conforme delle esenzioni IVA. Il panel ha inoltre affrontato le sfide operative e amministrative incontrate sul campo.
Durante le domande e le risposte, i deputati hanno chiesto maggiori dettagli su come funzionerebbero il regime fiscale dell’IVA e la regola del contenuto del 65% e su come assicurarsi che non siano i contribuenti a sostenere il peso dell’aumento delle spese militari. “Far pagare ai contribuenti la difesa non è lo stato dell’arte. Dovrebbe essere pagato con la politica monetaria e il debito”, ha detto uno degli esperti.
Le conoscenze raccolte contribuiranno al più ampio dibattito sul rafforzamento del quadro di bilancio su cui si basano le iniziative europee in materia di difesa, tra cui il programma europeo per l’industria della difesa (EDIP) e le prossime misure nell’ambito del piano ReArm Europe e della strategia Readiness 2030.