EOLICO: COLDIRETTI PUGLIA, FRENARE ‘ABUSIVISMO ENERGETICO’ IN PUGLIA; A TORRICELLA PALE INCOMBONO SU SUOLI CON PRODUZIONI DI PREGIO E MASSERIE

Si sta espandendo via terra e per mare un allarmante ‘abusivismo energetico’ che mette a rischio l’agricoltura, la pesca e il turismo, una deriva che va fermata attraverso una attenta concertazione territoriale prima del rilascio di autorizzazioni per installare nuove foreste di pale eoliche. E’ quanto denuncia Coldiretti Puglia, in relazione al nuovo parco eolico che sarà realizzato in provincia di Taranto, con un impatto critico denunciato in una lettera dalla Coldiretti di Taranto ai sindaci di Taranto, Lizzano e Torricella.

“È necessario salvaguardare le campagne e i mari per garantire la sovranità alimentare, fermando le speculazioni ed il consumo di suolo e le potenzialità marine con impianti fotovoltaici via mare e a terra che sono incompatibili con l’attività agricola”, denuncia Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Puglia, nel sottolineare che occorre “concertare l’opportunità di installare queste mega foreste di pali eolici che rischiano di fare più danni che apportare benefici, prima di rilasciare le autorizzazioni. A rischio c’è la pesca e la mitilicoltura, il turismo che sconterebbe i danni dalla deturpazione del paesaggio e la Dop economy pugliese che produce 66 cibi e vini certificati DOP, IGP ed STG e vale 678 milioni di euro, con il comparto dei prodotti agroalimentari che pesa per il 6,9% e quello vitivinicolo per il 93,1%”

La pala contrassegnata dalla sigla T02 da realizzarsi ad est del Comune di Torricella viene indicata allocata ad una distanza di km 2 dalla cintura esterna dell’abitato mentre, fattivamente, la distanza dal paese è di km 1.150,00 e dalla Masseria Giustiniani, ultima casa del centro abitato, autorizzata dal Comune di Torricella a svolgere attività di agriturismo già dal 2014, di scarsi 400 metri. Vista la scarsa distanza la pala sicuramente sarà causa di inquinamento acustico e quindi di danno alla salute dei lavoratori, degli ospiti e dei residenti. Il suolo su cui sarà allocata la pala eolica, tra l’altro, viene presentato come terreno agricolo generico quindi tra pascolo e incolto anziché indicare che i terreni circostanti sono investiti ad oliveti monumentali e vigneti di Primitivo D.O.P. quindi dalla relazione è evidente un pressapochismo nella descrizione ambientale “Molti immobili, seppur importante memoria della collettività, sono attualmente di fatto collabenti e/o inutilizzati “. Tale affermazione non è coerente con la realtà in quanto nella zona di intervento sono presenti la struttura agrituristica, la cappella della Santissima Trinità con la chiesetta ipogea risalente al periodo bizantino e non per ultimo la masseria Tremola con il suo frantoio ipogeo.

“Bisogna affrontare con senso di responsabilità il nodo della mancata individuazione delle aree idonee all’installazione di impianti a fonti rinnovabili a fronte di una serie disordinata di iniziative avviate da fondi di investimento speculativi per quanto riguarda la localizzazione di impianti di grandi dimensioni, senza stabilire forme di coinvolgimento degli agricoltori, un caos decisionale che deriva dall’assenza di regole di governo del territorio che ha finito per partorire una sorta di abusivismo energetico, con un forte consumo di suolo e significativi danni collaterali ecologici ed economici”, insiste il presidente Cavallo.

In particolare, si ribadisce che l’area orientale della provincia di Taranto, territorio del primitivo e delle masserie, terra dalla natura incontaminata e fucina di eccellenze enogastronomiche, si presenta come un vero e proprio centro propulsivo economico produttivo agricolo ed agroalimentare per l’intera Puglia incompatibile con iniziative industriali o imprenditoriali che nulla hanno a che fare con la vocazione agricola ed agroalimentare del territorio. Per questo la realizzazione sul territorio di impianti eolici – insiste Coldiretti Puglia – non può essere il frutto di scelte di singoli imprenditori ma deve essere valutata e definita nell’ambito di una generale programmazione che deve tenere conto di tutti gli interessi in gioco, nessuno escluso.

La Coldiretti sostiene un modello di transizione energetica che vede le imprese agricole protagoniste attraverso, ad esempio, le comunità energetiche, gli impianti solari sui tetti e l’agrivoltaico sostenibile e gli impianti a biogas che consentono di integrare il reddito degli agricoltori con la produzione energetica rinnovabile, con una ricaduta positiva sulle colture e sul territorio, come nel settore del biogas-biometano che – conclude Coldiretti – ha conosciuto un’importante accelerazione verso la transizione energetica attraverso il riciclaggio di sottoprodotti e la riduzione dell’impronta ambientale e di carbonio, specialmente nella zootecnia.