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10 aprile – “LA MACÀRA” DI VALENTINA SCIURTI: UN RITO SONORO COLLETTIVO A TAGLIATELLE (IN VIA DEL NINFEO, LECCE)
Aprile 10

Farà tappa il prossimo 10 aprile, alle 20:30, a Tagliatelle – Stazione Ninfeo in via del Ninfeo a Lecce, “La Macàra”, un poema sonoro scritto e interpretato dalla performer e autrice Valentina Sciurti. Non solo uno spettacolo ma un’esperienza collettiva che riporta al centro la potenza ancestrale del suono e della voce come strumenti di comunità e trasformazione.
Ispirato alla macàra del Salento, figura femminile misteriosa e potente capace di atti magici, questo lavoro celebra la sua essenza come custode di saperi antichi e forza creatrice. E la composizione, interamente basata sulle voci rievoca antichi canti e linguaggi segreti, restituisce al pubblico un senso di appartenenza e memoria condivisa. Attraverso la loop station e strumenti elettronici, Sciurti intreccia le voci in tempo reale dando vita a un rituale sonoro che abbatte i confini tra performer e pubblico, tra passato e presente. Un concerto, ma anche un rito contemporaneo in cui il suono diventa spazio di incontro e riconoscimento.
Un’occasione unica per chi desidera lasciarsi attraversare da un’esperienza che parla alla memoria collettiva e alle radici più profonde dell’identità culturale.
L’evento è riservato ai soci con contributo di € 5,00.
Prenotazione sul www.masseriatagliatelle.it/cultura/
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Valentina Sciurti è performer, autrice e regista, cofondatrice della compagnia teatrale Therasia Teatro di Lecce; la sua ricerca indaga il suono e la vocalità a partire dal movimento coreografico e dallo spazio architettonico. Laureata in Dams con una tesi in Etnomusicologia dal titolo “Musica. Trance. Teatro. Il rituale della Lila”, ha studiato presso la scuola di alta formazione vocale e sonora “Malagola” di Ravenna diretta da E. Montanari ed E. Pitozzi presso cui ha approfondito la sua indagine sul suono, e in particolare sul paesaggio sonoro, con maestri come A. Curran, F. Giomi, Meredith Monk. Collabora con la cantautrice e musicista Serena Abrami con la quale cura il laboratorio “Suonare lo Spazio – coreografie di corpi e voci per un’architettura del vuoto” e con la contrabbassista Caterina Palazzi per il terzo canto dell’Inferno di Dante, performance vocale e sonora che nel corso del tempo si è avvalsa della collaborazione di diversi musicisti e pittori, assumendo forme in variazione continua, e con il suo poema sonoro in lingua madre “La Macàra – Concerto di Voci”.