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BARI – EurOrchestra – Mercoledì 29 ottobre, nella Biblioteca Nazionale il concerto della pianista Gabriella Bassi, “Luna, fate e divini arabeschi”

«Luna, fate e divini arabeschi»

L’EurOrchestra prosegue il suo cartellone musicale in biblioteca, per celebrare il connubio tra arte musicale dal vivo, memoria e cultura storica. In scena il concerto della pianista Gabriella Bassi, su musiche di Claude Debussy, con la voce recitante di Giulia Calfapietro.
Mercoledì 29 ottobre, ore 17,30
Auditorium della Biblioteca Nazionale Sagarriga Visconti di Bari
Mercoledì 29 ottobre, alle 17,30, prosegue il cartellone musicale dei «Concerti in Biblioteca» 2025 del «Piano Festival San Nicola» dell’EurOrchestra, con la direzione artistica dei maestri Francesco Lentini e Angela Montemurro: la stagione musicale è organizzata in sinergia con la Biblioteca Nazionale Sagarriga Visconti di Bari, per celebrare il connubio tra arte musicale dal vivo, memoria e cultura storica.
Nell’Auditorium della Biblioteca (sede di tutti gli appuntamenti, ad ingresso libero, in via Pietro Oreste 45) va in scena il concerto «Luna, fate e divini arabeschi», con protagonista la pianista Gabriella Bassi, docente del Conservatorio “Piccinni” di Bari, allieva di Marta Grilletti e Kostantin Bogino, e impegnata in una notevole attività concertistica a livello europeo. L’impaginato è dedicato alla musica di Claude Debussy, in un corposo viaggio pianistico, accompagnato dalla voce del mezzosoprano Giulia Calfapietro, in veste di voce recitante, su testi di James Matthew Barrie, Charles Baudelaire, Washington Irving, Vladimir Jankélévitch, Paul Verlaine.
Debussy, figura cardine della modernità musicale tra Otto e Novecento, seppe liberare il pianoforte dalle convenzioni accademiche trasformandolo in uno strumento di luce, colore e suggestione. La sua scrittura si ispira alle arti visive – soprattutto all’Impressionismo francese – e alla poesia simbolista di Mallarmé, Verlaine e Baudelaire, facendo del suono un mezzo per evocare stati d’animo e immagini interiori. Lontano dal virtuosismo fine a sé stesso, Debussy cerca l’essenza del mistero e della risonanza, il “non detto” che vibra tra le note.
Il titolo del concerto, “Luna, fate e divini arabeschi”, evoca il mondo immaginifico del compositore, dove il sogno si intreccia con la natura e il mito. In programma alcuni capisaldi del suo repertorio pianistico, a partire dal celeberrimo “Clair de lune” tratto dalla «Suite bergamasque» (1890, rev. 1905): pagina di incantevole malinconia che, pur ispirandosi al poemetto di Verlaine, diventa riflesso di una luna interiore, velata e sensuale, simbolo di purezza e illusione.
Seguiranno estratti dai “Préludes” (1909-1913), in cui Debussy esplora un pianismo visionario e cangiante: brevi quadri sonori in cui l’armonia si fa pittura, la melodia si dissolve in colore, e i titoli – spesso poetici o ironici – si svelano solo alla fine, come suggerimenti per l’ascoltatore.
Nella prima serie delle «Images» (1905), Debussy affina ulteriormente la sua ricerca timbrica: «Reflets dans l’eau» sembra anticipare l’estetica cinematografica con i suoi riflessi liquidi e mutevoli, mentre «Hommage à Rameau» è un omaggio alla classicità francese filtrata attraverso la lente della modernità. L’ultimo brano, «Mouvement», chiude la trilogia con un moto perpetuo di leggerezza e trasparenza.
La scaletta comprende anche “La plus que lente” (1910), elegante valzer che, dietro la sua ironica allusione al genere “lento”, cela una raffinata parodia delle mode borghesi parigine dell’epoca, e “L’isle joyeuse” (1904), una delle pagine più virtuosistiche e solari del compositore. Ispirata a un dipinto di Watteau e forse al felice soggiorno con Emma Bardac sull’isola di Jersey, l’opera è un inno alla libertà e all’ebbrezza amorosa, dominato da un crescendo luminoso che culmina in una gioiosa esplosione sonora.
Ingresso libero, informazioni su eurorchestra.it, 328.447.55.14.

