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ENTRA NEL VIVO, VENERDÌ 10 OTTOBRE AL CENTRO CULTURALE RESILIENZA DI BITONTO, LA 40^ EDIZIONE DEL FESTIVAL TIME ZONES CON UN DOPPIO CONCERTO: LA COMPOSITRICE, CANTANTE E PIANISTA STEFANIA AVOLIO E GIULIA IMPACHE BAND.

Time Zones 40: il Festival delle “musiche possibili” riparte da Bitonto con Stefania Avolio e la Giulia Impache Band. Dopo le due anteprime dedicate al genio visionario di Erik Satie, in occasione del centenario della sua scomparsa, il Festival Time Zones accende ufficialmente i riflettori sulla sua 40ª edizione, venerdì 10, al via dal Centro Culturale Resilienza di Bitonto. In programma un doppio concerto che vedrà protagoniste Stefania Avolio e la Giulia Impache Band (biglietti disponibili su Dice – info: www.timezones.it).

La serata si apre alle 21 con il live di Stefania Avolio, cantautrice, pianista e compositrice veronese. Il suo stile mescola synth pop elettronico, pianismo di matrice classica e una vocalità eterea, dando vita a un sound personale, intimo e sperimentale. Con tre album all’attivo, “Natural Element” (2020), “Roots of Rebirth” (2022) e il recente “I Have Been Here” (2025), Avolio costruisce paesaggi sonori onirici dove dream pop, elettronica e atmosfere più oscure si intrecciano in composizioni raffinate e profonde. Brani come “Goosebumps”, “June 29th”, “I Feel Nothing” e “Childhood Memories”, raccontano percorsi interiori e connessioni emotive, offrendo un’esperienza musicale intensa e coinvolgente. Con un percorso musicale iniziato all’età di quattro anni, Stefania si è diplomata in pianoforte al Conservatorio F.E. Dall’Abaco di Verona nel 2006, per poi conseguire il biennio in Pianoforte Solistico nel 2010 e, parallelamente, una laurea in Architettura presso lo IUAV di Venezia.
Alle 22, il palco sarà invece tutto per Giulia Impache e la sua band, con il progetto “IN:titolo – Parole che creano immagini”, tratto dall’omonimo album d’esordio, definito dalla critica come uno dei migliori dischi dei primi sei mesi del 2025. La sua musica è una vera e propria esplorazione della voce come strumento espressivo, sia sul piano tecnico che emotivo. Giulia rifiuta le classificazioni rigide, abbracciando una natura sonora ibrida in cui convivono influenze disparate: dal madrigale antico al jazz, dal minimalismo sperimentale alla psichedelia, con incursioni nella musica etnica e pop. La sua è una ricerca coraggiosa e autentica, che dà vita a partiture vocali evocative, eteree e profonde. Il progetto solista nasce dall’urgenza di trovare una dimensione artistica in cui sentirsi pienamente rappresentata: uno spazio di espressione sincera, lontano dai fraintendimenti, dove la musica e il canto diventano strumenti di verità e introspezione.

