
Martedì 24 giugno | LECCE | Cristò presenta “Penultime parole” (Mondadori) per Nel Frattempo alle Officine Culturali Ergot
Giugno 24

Martedì 24 giugno | ore 19:30
LECCE | Officine Culturali Ergot – Piazzetta Ignazio Falconieri
Ingresso libero
Info 3394313397 – conversazionisulfuturo.it
A LECCE PROSEGUE LA RASSEGNA NEL FRATTEMPO DELL’ASSOCIAZIONE DIFFONDIAMO IDEE DI VALORE: MARTEDÌ 24 GIUGNO ALLE OFFICINE CULTURALI ERGOT LO SCRITTORE CRISTÒ PRESENTA IL ROMANZO “PENULTIME PAROLE”. VENERDÌ 27 GIUGNO AL CASTELLO VOLANTE DI CORIGLIANO D’OTRANTO IL LIBRO-MAGAZINE THE PASSENGER DEDICATO ALLA PUGLIA PRIMA DEL CONCERTO DEL SEI FESTIVAL CON 99 POSSE E SANGUMARU.
Proseguono gli appuntamenti di Nel frattempo, rassegna ideata, organizzata e promossa dall’associazione Diffondiamo idee di valore, con il sostegno del Consiglio regionale della Puglia – Teca del Mediterraneo, in collaborazione con Coolclub, Uasc e altri partner, che anticipa la dodicesima edizione del festival Conversazioni sul Futuro (16/19 ottobre).
Martedì 24 giugno (ore 19:30 | ingresso libero) alle Officine Culturali Ergot di Lecce lo scrittore Cristò, in dialogo con la giornalista Lara Gigante, presenterà il suo romanzo “Penultime parole“, appena uscito per Mondadori. C’era una casa sulla collina al limitare di un piccolo paese nell’entroterra, una famiglia di cinque persone a dividersi le tre stanze, le sei sedie, i due specchi e i tanti libri ordinati sulle mensole. Ma, adesso, per le due vecchie sorelle rimaste sole ad abitarla quel tempo è un repertorio di immagini sfocate, lontane. Anche il presente sembra rarefarsi e, con esso, i rapporti sociali. Perso ogni contatto con gli abitanti del paese a fondovalle, presto rinunciano persino alle parole che iniziano progressivamente a eliminare, arrivando a seppellire le centinaia di libri per “fare spazio al silenzio” che occupa la casa. Persino i ricordi sembrano appartenere a un passato a cui è difficile credere. Mentre la morte, come per dimenticanza, risparmia la casa, Teresa, quasi ultracentenaria, inaugura una vita simbiotica con le piante che coltiva, trasformandole in confidenti, compagne. Le luci nel paese a fondovalle sono sempre meno, gli ululati dei lupi dai boschi attorno sempre più vicini, finché un giorno Teresa prende una decisione impossibile.
«Ho iniziato a scrivere Penultime parole circa tre anni fa spinto dall’esigenza di mettere in ordine alcune idee che riguardavano il rapporto tra l’essere umano e la natura. Mi sembrava, e mi sembra tutt’ora, che già parlare di rapporto sia possibile solo considerando l’essere umano come estraneo alla natura, o quantomeno concedendogli uno status di diversità, se non di superiorità, rispetto agli altri esseri viventi», racconta l’autore sul sito mondadori.it. «La lettura di alcuni saggi sui bambini selvatici – esistono molti casi documentati e studiati di bambini rapiti da animali o abbandonati dai propri genitori che sono sopravvissuti e cresciuti da soli o adottati da altri animali, lontani dalle società umane – mi ha convinto che questo apparente status di superiorità sia da attribuire al nostro tipo di linguaggio. Tuttavia, proprio in quei saggi, si dimostra che il linguaggio non è una capacità innata dell’essere umano visto che la grande maggioranza dei bambini selvatici riportati in società dopo i cinque o sei anni di vita non sono mai riusciti a parlare o, in pochi casi, hanno acquisito un linguaggio semplice che, per esempio, non consentiva loro di nominare oggetti che non fossero presenti alla loro vista o di pronunciare frasi relative a concetti, anche semplici, di astrazione», prosegue. «Mi ha colpito molto il caso di una di queste bambine che, invece, ha imparato a parlare abbastanza bene e, a un medico che le chiedeva a come pensasse nel tempo della sua vita selvatica e senza parole, ha risposto: “Prima di imparare a parlare non pensavo”. Ho quindi cercato nel linguaggio l’illusione di questo rapporto apparentemente privilegiato, immaginando un processo inverso a quello del bambino selvatico che viene riportato in società e provando, invece, a trasformare un essere umano da sociale a selvatico. Ciò che credo di aver trovato è un animale debole e complesso che, solo abbandonando le parole – il loro suono, il loro significato -, ritrova la propria coincidenza con la natura e dimentica finalmente l’illusione tutta umana della libertà».
Cristò vive a Bari. Tra le sue ultime pubblicazioni, Restiamo così quando ve ne andate (2017), La meravigliosa lampada di Paolo Lunare (2019) e Uno su infinito (2021) per TerraRossa, oltre che La carne (Neo, 2020) e L’estate in cui sparirono i cani (Giunti, 2023).