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RITRATTI FESTIVAL: IL 7 AGOSTO “CODICI DI AMICIZIA”, UN OMAGGIO A DMITRI SHOSTAKOVICH – Monopoli

Agosto 7

Il 7 agosto “Codici di amicizia”

un omaggio inedito a Dmitri Shostakovich, nel 50° anniversario della scomparsa

con Jona Muscia, Giacomo Bacchio, Rosa Montañés Cebriá, Angelo Montanaro, Lorenzo Rovati, Konstantin Pfitz, Irene Alfageme e Stephanie Gurga

Chiostro di Palazzo San Martino – inizio ore 21:00

Info e biglietti su www.ritrattifestival.it e nel circuito vivaticket

Grande intensità emotiva e valore simbolico, con un ensemble di interpreti di prim’ordine, per uno degli appuntamenti più attesi della XXI edizione di Ritratti Festival a Monopoli. Giovedì 7 agosto (inizio ore 21) il Chiostro di Palazzo San Martino accoglierà “Codici di amicizia”, un omaggio toccante e visionario, un ritratto potente di uno dei compositori più profondi e contraddittori del Novecento, Dmitri Shostakovich, in occasione del cinquantesimo anniversario della sua scomparsa. Una serata per riscoprire, tra le pieghe della musica, le fragilità, le sfide e i segreti di uno dei più grandi e complessi compositori del Novecento. “Codici di amicizia” è molto più di un concerto: è un viaggio nei segreti della musica, un elogio della follia lucida, un omaggio alla resistenza poetica di chi ha saputo dire l’indicibile con la forza invisibile del suono.

Il cuore della serata è la Sinfonia n.15, proposta in una straordinaria versione cameristica per violino, violoncello, pianoforte e percussioni firmata da Viktor Derevianko, con l’approvazione dello stesso Shostakovich. Una trascrizione rara, tanto più significativa perché nasce da un rapporto diretto e autentico: quando Derevianko – allievo del celebre Heinrich Neuhaus e di Maria Yudina, e stimato musicista e professore in URSS prima di trasferirsi in Occidente – gli propose l’idea, il compositore reagì con il suo consueto sarcasmo: “Vai a lavorare e vediamo cosa esce!” Ma, quando l’arrangiamento fu completato, Shostakovich non solo lo approvò senza modifiche, ma scrisse a Derevianko una lettera di sentiti complimenti, riconoscendone la sensibilità e l’equilibrio.

Anche in questa sinfonia, come in molte altre (la Quarta, la Terza), il contenuto è, per così dire, criptato, nascosto sotto la superficie. Due cristallini colpi di triangolo aprono la partitura: poi temi giocosi introducono in ambiente ludico che rievoca l’infanzia e il mondo dei giocattoli. Ma è solo un’apparenza. Tra le pieghe di quella leggerezza si insinua un’ironia sottile, acuta, che arriva a citare perfino il celeberrimo tema del Guglielmo Tell di Rossini. Cosa ci fa Rossini in una sinfonia sovietica del 1971, scritta da un uomo malato, segnato da decenni di contraddizioni e censure? È una provocazione, una maschera, o una fuga?

Poi, tutto cambia. Il secondo movimento, Adagio, si apre con accordi gravi, quasi funebri. Un violoncello solo intona una melodia di struggente bellezza, su un registro esteso e profondo. Il tono diventa lugubre, intimo, quasi sacrale. Cosa si sta seppellendo? Un’epoca? Degli ideali? Le illusioni di un’intera generazione? In questa sinfonia sospesa tra vita e morte, parodia e dolore, Shostakovich lascia un messaggio tanto personale quanto universale – e il regime sovietico fece di tutto per nasconderlo.

Non è un caso che David Lynch, regista dell’inquietudine e del mistero, abbia scelto di evocare proprio le atmosfere della Sinfonia n.15 per la colonna sonora del suo capolavoro Blue Velvet, commissionandone l’adattamento a Angelo Badalamenti.

Ma il concerto non si ferma qui. A precedere l’esecuzione della Sinfonia, un momento di rara intensità: la Sonata per clarinetto e pianoforte di Mieczysław Weinberg, compositore sovietico di origine polacca con radici ebraiche e amico fraterno di Shostakovich. La scelta di aprire la serata con questa pagina cameristica non solo restituisce il giusto merito a un compositore raffinato e sensibile troppo spesso ingiustamente trascurato, ma aggiunge un ulteriore livello di profondità al programma, raccontando un legame musicale e un rapporto umano di straordinaria empatia e vicinanza spirituale. 

A interpretare questo percorso artistico denso di riferimenti e suggestioni sarà un ensemble d’eccezione con musicisti di altissimo profilo e provenienze internazionali composto da Jona Muscia Rosa Montañés Cebriá e Giacomo Bacchio percussioni, Angelo Montanaro, clarinetto, Lorenzo Rovati, violino, Konstantin Pfitz, violoncello, e Irene Alfageme e Stephanie Gurga, pianoforte.

Dettagli

Data:
Agosto 7
Categoria Evento:

Luogo

Monopoli
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