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“UN PONTE DI PAROLE”: IL 29 NOVEMRBE A CORATO LA PRESENTAZIONE DEL PROGETTO TEATRALE CHE HA UNITO PUGLIA E PALESTINA DURANTE LA GUERRA.
Novembre 29
Teatri Di.Versi
presenta
“Un Ponte di Parole”
in partnership con il Comune di Corato
in collaborazione con il Teatro e Cinémathèque Al-Kasaba di Ramallah
Venerdì 29 novembre, Corato – cinema Alfieri, ore 19.00
Uno scambio epistolare unico che, nell’arco di un mese e mezzo, durante la guerra in corso, ha dato vita a un dialogo interculturale tra le due sponde del Mediterraneo, Puglia e Palestina, unite dal potere della narrazione personale, dell’ascolto reciproco e della riscoperta di parole – Memoria, Verità, Giustizia e Cura – come strumenti per costruire la pace.
E quando le parole attraversano il mare, si trasformano in ponti capaci di unire culture e speranze. Le lettere che hanno unito Puglia e Palestina attraverso l’arte teatrale hanno dovuto viaggiare nel bagaglio da stiva di un aereo. L’appuntamento da non perdere per scoprire fino in fondo cosa è stato fatto è per venerdì 29 novembre alle ore 19.00 al cinema Alfieri di Corato. Durante la serata verranno svelati i sogni e le speranze dei bambini e dei ragazzi (rispettivamente di 9/10 anni e dai 13 ai 16 anni) che hanno partecipato al progetto Un Ponte di Parole, organizzato e curato dalla compagnia Teatri Di.Versi in partnership con il Comune di Corato e con la collaborazione del Nazra e del Teatro e Cinémathèque Al-Kasaba di Ramallah, che lo ha ospitato in Palestina. “Il progetto è finanziato da Regione Puglia nell’ambito di “iniziative per la pace e lo sviluppo delle relazioni tra i popoli del mediterraneo”.
La serata sarà un momento di confronto e restituzione: protagoniste le lettere scritte dagli studenti della scuola di teatro di Teatri Di.Versi, di Al-Kasaba e dell’Istituto comprensivo Imbriani “L. Piccarreta” di Corato e della scuola Saint George di Gerusalemme, frutto di un intenso percorso di laboratori di scrittura creativa e pedagogia teatrale.
Un Ponte di Parole nasce con l’intento di favorire la conoscenza e superare le barriere culturali attraverso la forza dell’arte teatrale. Le attività, svolte in parallelo nei due Paesi, hanno dato voce a bambini e adolescenti che hanno raccontato la propria realtà e immaginato un futuro di speranza nelle lettere destinate ai loro coetanei sull’altra sponda del mare. I laboratori sono stati condotti quasi in contemporanea in Italia e Palestina da Mariam Basha, attrice indipendente e pedagoga palestinese dalla lunga carriera nel cinema e nel teatro, e Iyas Jubeh, mediatore culturale italo-palestinese, affiancati dai docenti della compagnia Teatri Di.Versi e da Claudia Lerro, direttrice artistica di Teatri Di.Versi. Date le difficoltà imposte dal conflitto in Medio Oriente, è stato lo stesso Jubeh a occuparsi del trasporto delle lettere scritte dai ragazzi palestinesi, custodendole nella valigia da stiva del proprio volo per garantire che non venissero confiscate o distrutte durante i controlli di sicurezza.
Questi messaggi saranno consegnati agli studenti italiani e letti durante l’evento del 29 novembre, il tutto accompagnato dalla proiezione di video che documentano l’intero processo di scambio epistolare. La serata culminerà con un dibattito, arricchito dalla presenza degli autori e dei partecipanti al progetto. Si tenterà anche un video collegamento per mettere in contatto i due gruppi. Per i partecipanti più piccoli, inoltre, le lettere verranno trasformate in aquiloni, pronti a volare simbolicamente verso i loro coetanei: un gesto ispirato dalla toccante poesia “Se dovessi morire” del professor Refaat Alareer, ucciso a Gaza a dicembre 2023.
Il punto finale di questo percorso è previsto per il 13 dicembre alle ore 9:30 e 11:30 con due matinée al Teatro Comunale di Corato (gratuito per le classi terze delle scuole elementari della città) con la messa in scena dello spettacolo Il Giardino delle Parole, un’occasione per educare alla giustizia e alla verità con un linguaggio adatto ai giovani, ma anche ai grandi. Nel paese di Alfabeta, i semi dei sogni mettono radici e diventano parole, mentre nel vicino paese di Silenzia a germogliare sono i gesti. Ma cosa accade quando Alfabeta decide di imporre la sua supremazia con la guerra? E cosa succede se si perde la parola “Pace”?
Attraverso una metafora poetica e favolistica sulla violenza dell’occupazione e della guerra, lo spettacolo, che ha diversi livelli di lettura e comprensione adatti al pubblico dei più piccoli come a quello dei più grandi, racconta e fa riflettere quindi sull’importanza delle parole nella costruzione della pace.
“Il progetto è finanziato da Regione Puglia nell’ambito di “iniziative per la pace e lo sviluppo delle relazioni tra i popoli del mediterraneo”.