
Il 20 maggio è la Giornata mondiale delle api, un’occasione per ribadire l’importanza degli impollinatori per la nostra stessa sopravvivenza. Da loro, infatti, secondo la FAO (Food and agriculture organization of the United Nations) dipende circa il 75 per cento delle colture alimentari mondiali che consumiamo quotidianamente. Quest’anno, in tale data, ricorre anche il decimo compleanno di Bee my Future, il progetto di LifeGate nato per creare un “modello di accoglienza gentile” delle api in contesti urbani e periurbani e per contribuire alla loro tutela grazie ad una rete di esperti apicoltori che seguono il disciplinare del biologico, a ulteriore garanzia della salute di questo prezioso impollinatore. In questi anni, il progetto ha contribuito a proteggere ben 13 milioni di api. Grazie al sistema di biomonitoraggio non invasivo, posizionato su un’arnia mediana dell’apiario, LifeGate può anche osservare una serie di parametri ambientali per verificare la salute delle famiglie di api e dell’ambiente. Tra i parametri c’è anche il conta voli, che registra, nelle giornate di maggior attività delle api, oltre 100mila voli quotidiani. Considerando il raggio di volo delle api di 3 chilometri, in un solo giorno possono dunque percorrere l’equivalente di oltre 8 volte il giro della circonferenza media terrestre. Perché gli apiari in città sono sempre più diffusi La città è diventato un luogo protetto per questi insetti impollinatori, un ambiente lontano dai pesticidi chimici di sintesi utilizzati nelle campagne. Le città, inoltre, sono più calde e meno esposte alle intemperie rispetto alle montagne e alle campagne; nei contesti urbani talvolta ci sono persino più fioriture e meno rischi da maltempo per le api. Le api in città, dunque, non sono una moda, gli apiari urbani sono sempre più diffusi nel mondo. Proteggiamo anche le api selvatiche Dal 2021, Bee my Future si occupa anche di api solitarie, in particolare le osmie, una varietà italiana di ape selvatica che non produce miele, ma impollina con un’efficacia di oltre il 90% di fecondazione dei fiori visitati. Si tratta di api gentili, molto meno conosciute delle altre, in grado di muoversi in un raggio di qualche decina di metri dal nido e con un breve periodo di attività, ma il cui lavoro è insostituibile nella salvaguardia della biodiversità. Bee my Future ha posizionato in Italia centinaia di bee hotel che forniscono loro un rifugio sicuro. I nidi sono realizzati dalla Cooperativa sociale Il Germoglio, una realtà senza scopo di lucro la cui mission è la diffusione della cultura dell’inclusione, considerando le differenze individuali come valori aggiunti. Dove operiamo con le nostre operaie? Attualmente Bee my Future gestisce tre apiari nell’Area Metropolitana di Milano, gestiti dall’apicoltore Marco Zucchetti, che fa parte dell’Associazione dei Produttori Apistici della provincia di Milano (APAM), anche partner di progetto, all’interno dei comuni di Gorgonzola, Cernusco sul Naviglio e Bussero. LifeGate ha inoltre diffuso oltre 300 bee hotel in diverse regioni e comuni italiani per favorire l’insediamento di impollinatori selvatici all’interno di parchi, cascine e aree verdi urbane. Negli anni, sono decine le aziende e le persone che hanno sostenuto il progetto. Tra le aziende ricordiamo brand quali Rigoni di Asiago, L’Orèal, Cotril, Whirlpool, Arkopharma, Monini, Maggiore, Electrolux, Eurofiere, Arterìa, Arca Etichette, Germinal e molte altre aziende. Bee my Future |