
E’ un salasso produrre grano in Puglia con i costi balzati a 1200 euro ad ettaro, mentre è bufera per i prezzi in caduta libera alle borse merci, dove le quotazioni si sono attestate su un drammatico trend al ribasso, per cui si è riunito il tavolo di crisi regionale, fortemente voluto da Coldiretti, perché a rischio c’è la sopravvivenza di 38mila aziende cerealicole in Puglia, il Granaio d’Italia. L’andamento al ribasso mette a repentaglio anche l’attuale campagna di raccolta, caratterizzata da qualità eccellente e quantità in calo, con la siccità che stringe i campi in una morsa, facendo tra l’altro lievitare i costi di produzione, come denunciato da Coldiretti Puglia al tavolo regionale di crisi del grano convocato dall’assessore regionale all’agricoltura, Donato Pentassuglia, per un settore che ha pagato a caro prezzo negli ultimi anni il prezzo dello scenario internazionale caratterizzato dall’aumento dei costi di produzione e dalle speculazioni che si sono innescati con le guerre e dalla siccità che ogni anno si sta abbattendo sulle campagne.
“Vanno subito avviati accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali, con misure di sostegno regionali, con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali”, ha detto il presidente di Coldiretti Puglia, Alfonso Cavallo, nel sottolineare che “è necessario anche sostenere economicamente gli investimenti delle aziende cerealicole per aumentare produzione e le rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità ma serve anche contrastare seriamente l’invasione della fauna selvatica che sta costringendo in molte zone interne all’abbandono nei terreni e sostenere la ricerca pubblica con l’innovazione tecnologica a supporto delle produzioni, della tutela della biodiversità e come strumento in risposta ai cambiamenti climatici”.
“Del problema si deve fare carico il mondo delle istituzioni e della politica, perché è seriamente preoccupante lo stato di criticità del settore cerealicolo colpito dalla siccità e dall’aumento dei costi di produzione, ma il problema concreto è causato dall’abbassamento del valore del grano, a causa delle importazioni selvagge dall’estero e della scarsa valorizzazione del prodotto regionale”, ha aggiunto Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Puglia, nel denunciare “il boom di arrivi di grano estero a conferma di un trend che negli ultimi anni ha visto una serie di Paesi, dal Canada alla Turchia, fino alla Russia, alternarsi di fatto nell’inondare il mercato italiano di prodotto, spesso in coincidenza con il periodo di raccolta, con il risultato di far crollare le quotazioni del grano”.
Il clima ha avuto impatti gravi anche sulla produzione di grano con le stime della trebbiatura al ribasso rispetto alla media produttiva, seppur in aumento nel confronto con un disastroso 2024, caratterizzato da una gravissima siccità in Puglia, il “granaio d’Italia”. La stima della Coldiretti e di Cai – Consorzi Agrari d’Italia, registra il raccolto di grano duro per la pasta che dovrebbe attestarsi sui 3,7 milioni di tonnellate, mentre quello del tenero segnerà una produzione che arriverà sotto i 2,5 milioni di tonnellate, comunque su livelli qualitativi tra il buono e l’ottimo. A restare sotto le attese produttive è stata in particolare la provincia di Foggia, la prima provincia italiana per ettari coltivati a cereali, dalla quale viene il 20% circa di tutto il grano duro italiano. A causa della siccità si segnala un calo almeno del 20% rispetto al normale potenziale produttivo.
Durante l’attuale campagna commerciale sono arrivati dal Canada quasi 800mila tonnellate di grano duro, oltre il doppio (+104%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, secondo l’analisi Coldiretti su dati della Commissione Ue. Una vera e propria invasione a conferma di un trend che negli ultimi anni ha visto una serie di Paesi, dallo stesso Canada alla Turchia, fino alla Russia, alternarsi di fatto nell’inondare il mercato italiano di prodotto, con gli arrivi che aumentano con l’avvicinarsi del periodo di raccolta, facendo crollare i prezzi.
Nonostante risultati al di sotto delle aspettative, i prezzi pagati agli agricoltori restano bassi, con le quotazioni del grano duro che in calo del 13% nell’ultima settimana di giugno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, secondo l’analisi Coldiretti su dati Ismea. A pesare è ancora una volta il fenomeno delle importazioni selvagge, con ingenti quantità di grano straniero che arrivano a ridosso del periodo di trebbiatura con l’effetto di far crollare il prezzo di quello nazionale. Il grano straniero viene peraltro coltivato usando spesso prodotti da anni vietati in Europa – conclude Coldiretti Puglia – come quello canadese, ad esempio, che viene trattato in pre raccolta con il glifosato, con una modalità vietata nel nostro Paese.