
Tre giornate intense per gli incontri culturali a cielo aperto che dal 20 al 22 giugno si sono tenute a Giovinazzo. L’11 e 12 luglio il festival prosegue a Mattinata
Tre serate, una sola parola: partecipazione. Cala Porto ha fatto da cornice alla nona edizione di Conversazioni dal Mare, la rassegna culturale organizzata da Artemia con il sostegno della Regione Puglia, del Comune di Giovinazzo e di Mattinata e di una fitta rete di partner pubblici e privati. Un luogo suggestivo che ha celebrato l’inizio dell’estate culturale pugliese, accogliendo centinaia di persone ogni sera, in un clima di ascolto, riflessione e comunità.







Dalla mafia al futuro dei giovani, dalla memoria partigiana alla poesia civile, i temi portati sul palco hanno incrociato le urgenze del nostro tempo con lo sguardo dei grandi protagonisti del pensiero italiano. Tra questi: Paolo Borrometi, che ha ricordato che “Oggi parlare di mafia è complesso, si pensa che le mafie siano state sconfitte ma non è così. Abbiamo tante verità che mancano, in questo Paese che è il Paese dei segreti il ruolo del giornalista è di non dimenticare di continuare a scavare. Traditori sono quei cittadini che si girano dall’altro lato”. Umberto Galimberti ha invitato a riflettere sul ruolo dell’educazione: “Siamo passati dall’homo sapiens all’homo ridens, oggi i ragazzi hanno un calo dell’attenzione. I giovani stanno male perché abbiamo tolto loro il futuro. Nella vita si va avanti perché c’è qualcosa che ci attrae, non perché qualcuno ci spinge. I ragazzi devono vedere qualcosa di possibile, di realizzabile.”, Walter Veltroni, che con “Iris, la libertà” ha riportato alla luce una storia di coraggio partigiano e femminile.
Nella seconda serata si è parlato di ottimismo e responsabilità sociale con Luciano Canova, di degrado urbano e lotta alla droga con Don Antonio Coluccia, recentemente vittima di un’aggressione nel quartiere Quarticciolo di Roma: “Il Quarticciolo è nelle mani della criminalità, gli abitanti che sono lì non hanno più il diritto di dormire. I clan italiani fanno affari con i nordafricani, i cittadini sono stanchi dell’insicurezza, delle minacce. La droga è causa di degrado, crea povertà. Non ho mai visto un drogato felice, mai. Dobbiamo dare un grande messaggio ai giovani: non siete all’asta. La vostra vita non ha prezzo, non lasciatevi sedurre, innamoratevi della libertà”. Spazio anche alla resistenza civile e bellezza iraniana con Pegah Moshir Pour: “Ho portato in questo porticciolo la bellezza della cultura iraniana, le storie delle persone che in questo momento sono sole. I luoghi della mia infanzia sono nel Distretto 3, il primo distretto che hanno chiesto di evacuare. Teheran pullula di vivacità, di cultura, di arte, non può essere lasciata sola”. Il momento più intenso è stato il dialogo tra Nino Di Matteo e Sigfrido Ranucci sul tema del rapporto tra giustizia, informazione e potere. Di Matteo ha ribadito con forza che “Il magistrato, l’uomo delle istituzioni, deve avere bene in mente che il suo lavoro è per il popolo. È importante che sia capace di incontrare la cittadinanza per spiegare il senso del suo impegno. Molte riforme oggi rispondono ad un unico fine: rendere difficile il controllo di legalità sul potere, rendere difficile indagare e raccontare le distorsioni del potere”, mentre Ranucci ha definito manifestazioni come quella di Conversazioni dal mare “un argine contro l’oblio di Stato”.
Domenica, tra emozione e leggerezza, Marino Bartoletti ha portato sul palco il suo “Festival degli Dei”, Concita De Gregorio ha riflettuto sul senso dell’amore e dell’eredità femminile tra le generazioni, e Domenico Iannacone ha ricordato il valore della televisione civile: “La narrazione televisiva non deve essere semplificata, abbiamo bisogno di complessità. Raccontare storie che hanno la capacità di incidere anche a distanza di giorni, di settimane, di mesi, questo dovrebbe essere il mandato della televisione pubblica e il dato caratteristico della televisione civile. Tornare sulle storie significa anche capire il Paese da che parte sta andando”.
“Conversazioni dal Mare si è trasformata in una grande opportunità collettiva. Non è solo una rassegna, è un gesto politico e poetico di resistenza culturale. E l’11 e 12 luglio porteremo questo spirito anche a Mattinata, con la poesia di Franco Arminio e la voce di Lirio Abbate, Gaia Tortora, Caprarica e altri ospiti di livello”, ha dichiarato Giulia Murolo, coordinatrice editoriale.
L’entusiasmo della città è stato raccontato dalle istituzioni. “Cala Porto ha incorniciato la celebrazione dell’inizio dell’estate culturale pugliese”, ha detto l’assessora Cristina Piscitelli, mentre il sindaco Michele Sollecito si dice “Orgoglioso e contento di aver confermato e rilanciato questa iniziativa. Sono state tre serate gratificanti per tutta la città”.
Anche la Regione ha confermato il pieno sostegno, con il direttore del Dipartimento Cultura Aldo Patruno che ha sottolineato: “Conversazioni dal mare ci ha regalato una fotografia bellissima in questi giorni. I dati dei primi cinque mesi ci dicono che tutto il territorio regionale è caratterizzato da un tasso di internazionalizzazione del 45%. Conversazioni ha attirato anche l’attenzione di altri comuni vicini, è un festival culturale che si espande a macchia d’olio e che troverà il sostegno della Regione Puglia fino in fondo. Abbiamo costruito un modello virtuoso di offerta turistica fondata sulla qualità e sulla cultura. Conversazioni dal Mare sta diventando un format replicabile in tutta la Puglia”.
Ora il viaggio continua: 11 e 12 luglio Conversazioni approderà a Mattinata, nel cuore del Gargano, con nuovi incontri, nuovi sguardi, e lo stesso bisogno profondo di parole che possano aiutare a costruire una nuova memoria collettiva, una nuova comunità.