
“L’incontro è stato molto positivo. Oggi il sindacato voleva consegnare agli enti locali e soprattutto al Comune di Taranto la sua opzione. Il sindacato è dell’opinione che sarebbe un dramma favorire una latente deindustrializzazione del sito siderurgico, proprio ad un passo dall’avvio dal processo che chiamiamo di decarbonizzazione e che prevede l’utilizzo dei DRI, cioè i forni a riduzione che devono sostituire gli altoforni a ciclo integrale a carbone.






Ci ha chiesto di non mollare proprio adesso che siamo ad un passo dall’immaginare una fabbrica che abbatte del 95% i fattori inquinanti e non è più pericolosa per la salute pubblica come lo è stata in passato. E ci ha chiesto di non cedere questa nuova tecnologia ad altri luoghi. Dopo tutti i sacrifici, le tragedie, i dolori patiti dai tarantini in questi sessant’anni, il rischio é che il governo possa spostare altrove i DRI.
Regalare l’acciaieria più tecnologica e meno dannosa per la salute e per l’ambiente d’Europa e del mondo ad un altro sito industriale sarebbe davvero una beffa, col rischio di lasciare qui un deserto di inquinamento e di malattie.
Dunque, il sindacato ha voluto darci chiaramente il suo indirizzo perché noi si combatta nell’accordo di programma per l’ipotesi dei forni DRI con i forni elettrici a Taranto”.
Lo ha affermato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, dopo aver partecipato al consiglio di fabbrica convocato da FIM, FIOM e UILM, con le rispettive RSU a conclusione di tre giornate di assemblee con i lavoratori, svoltosi questa mattina nella sede dell’ex Ilva di Taranto, alla presenza, tra gli altri del sindaco del capoluogo Piero Bitetti, del sindaco di Statte Fabio Spada e del presidente della Provincia Gianfranco Palmisani.
Il presidente Emiliano ha aggiunto: “Resta il totem della nave rigassificatrice. Abbiamo verificato con la commissione tecnica insediata dal Governo che i cinque miliardi e mezzo di metri cubi di gas necessari al processo di decarbonizzazione possono essere portati a Taranto anche via terra, on shore. Sarebbe complicato per la stipula dei contratti di acquisto del gas, ma non impossibile.
La questione della nave a mio parere non è così rilevante. Dovesse essere dirimente, se ne può anche fare a meno.
Purtroppo adesso siamo in una condizione complessa perché è stata appena approvata un’AIA a ciclo integrale, cioè con il sistema produttivo che ha inquinato, ucciso e creato tanti problemi alla salute dei tarantini. Tuttavia, in maniera corretta, almeno per ora, il ministro Urso ci sta comunque chiedendo di proseguire la trattativa per l’accordo di programma.
Dunque non sarà certo per il sì o il no alla nave rigassificatrice – ha concluso Emiliano – che rinunceremmo ad un’opzione industriale e di garanzia della salute così importante come quella che abbiamo davanti”.
Link video dichiarazione Emiliano