
A Trebisacce (Cosenza) la spremuta d’arancia si beve anche d’estate. La varietà che cresce nelle vigne della cittadina calabrese, infatti, matura più tardi rispetto a quelle che normalmente si trovano in commercio: l’arancia bionda tardiva di Trebisacce – questo il nome del nuovo Presidio Slow Food – rimane sulle piante fino a maggio o a giugno. Il frutto è molto dolce, particolarmente succoso e con una buccia sottile: «E con una sola arancia si ottiene un bicchiere di spremuta» assicura Caterina Diana, referente Slow Food del Presidio. Arance che crescono nelle vigne La pianta che, da queste parti, tutti chiamano semplicemente ‘il biondo’, in questo tratto costiero calabrese che affaccia sul mar Ionio ha trovato un microclima ideale per prosperare: merito anche delle montagne del parco del Pollino, alle spalle, che proteggono dalle correnti fredde. I terreni sui quali gli aranci crescono vengono chiamati vigne: «Perché, un tempo, qua erano tutti vigneti – spiega Nicola Perrone, referente degli otto produttori che oggi aderiscono al Presidio Slow Food dell’arancia bionda tardiva di Trebisacce –. Nell’Ottocento, poi, con l’arrivo della fillossera, le viti vennero estirpate e gli aranci piantumati». L’intuizione fu ottima, «tanto che in una mostra nazionale svolta a Palermo negli anni Trenta del secolo scorso l’agrume di Trebisacce vinse una prestigiosa medaglia di vermeil» aggiunge Perrone. Per diversi decenni le arance diedero da vivere a tanti, spuntando ottimi prezzi sul mercato, ma da alcuni anni le cose sono cambiate e, complice la frammentazione dei terreni e il loro conseguente abbandono, il frutto è sparito quasi completamente dalla circolazione. «Oggi le vigne, che complessivamente coprono circa 90 ettari, sono divise tra 650 proprietari – racconta il referente dei produttori –. Ci sono appezzamenti piccolissimi, anche di una ‘cozza’ appena, l’antica unità di misura locale che equivale a cento metri quadrati». Il recupero e la valorizzazione in cucina, ma non solo Gli otto produttori che aderiscono al Presidio dell’arancia bionda tardiva di Trebisacce coltivano un’area di circa quattro ettari. «Oggi gran parte delle vigne sono abbandonate, ma qua e là è facile notare piante che, pur non venendo potate, continuano a dare i frutti» racconta Perrone. Sono testimonianze di un passato non troppo lontano: «D’altronde per i trebisaccesi l’arancia dalla polpa bionda non è soltanto un frutto: è il simbolo della terra e delle nostre tradizioni. Io stesso mi ricordo quando avevo due o tre anni appena e papà mi portava a vedere come si irrigavano i campi». Un momento emozionante, che avveniva con la tecnica della sommersione, mentre oggi si privilegia l’irrigazione a goccia, più rispettosa della risorsa idrica. «Rispetto ad altre arance, il frutto attraversa il suo periodo di maturazione sulla pianta e non nei frigoriferi» sottolinea Alberto Carpino, responsabile dei Presìdi Slow Food in Calabria. «Ma oltre alle caratteristiche del prodotto in sé, ha valore il fatto che un gruppo di persone si sta impegnando per promuovere un altro pezzo di biodiversità calabrese: quando si forma una nuova comunità di produttori, di cuochi e di consumatori intorno a un prodotto è sempre una bella notizia». «Il riconoscimento come Presidio Slow Food ci gratifica e ci sprona – conclude Caterina Diana –. Siamo consapevoli che, se non si fosse intervenuto, nel giro di qualche anno l’arancia bionda tardiva di Trebisacce sarebbe potuta andare persa. Ottenuto il Presidio Slow Food, è tempo di riqualificare un’area bellissima, oggi purtroppo in via di abbandono, e di rilanciare una produzione che trova ottimi utilizzi non soltanto nelle spremute: si presta a marmellate, crostate, budini, sorbetti e liquori, ma anche a preparazioni salate, ad esempio negli impasti di taralli e frese, o come accompagnamento in risotti e piatti di pasta. Senza dimenticare le potenziali applicazioni in ambito cosmetico». Il Presidio Slow Food dell’arancia bionda tardiva di Trebisacce è sostenuto da Slow Food Magna Graecia nell’ambito del progetto Savoring Sustainability: Il Biondo tardivo di Trebisacce e il movimento Slow Food Magna Graecia-Pollino – Dipartimento Welfare e Salute Regione Calabria. |