Incontro “Relazione & Cura – dal caso esemplare alle prospettive di intervento” – il 9 settembre a Bari

L’obiettivo è sollecitare una riflessione: su quanto sia essenziale non scindere la cura sanitaria da un rapporto di relazione.

«E da dove iniziare se non raccontando quello che succede negli ospedali e in alcuni specifici reparti dove l’attenzione all’ascolto diventa parte essenziale per arrivare alla guarigione?».

Questi i temi al centro dell’evento dal titolo <Relazione e Cura, dal caso esemplare alle prospettive di intervento> che il  Coordinamento per la Salute pubblica ha organizzato il 9 settembre all’ex Palazzo delle Poste a Bari. Appuntamento è alle 9.15 con i saluti istituzionali, per continuare fino al primo pomeriggio. In calendario testimonianze e esperienze a partire da quanto si fa in un contesto particolare: il Servizio di pianificazione familiare, interruzione volontaria della gravidanza e integrazione dell’ospedale San Paolo di Bari.

Siamo convinti che la cura senza relazione sia una pratica dimezzata – spiega Antonella Masi a nome del Coordinamento – gli ospedali sono luoghi in cui sono dominanti da timori e dolore. I/le pazienti avvertono spesso smarrimento e senso di vuoto e questo non facilita il processo di guarigione. La necessità per un ricoverato di individuare e stabilire una qualche relazione con il medico o l’infermiere che si prenderà carico di lui, nasce da un bisogno istintivo di attenzione, di visibilità. Invece a volte manca questa cultura dell’attenzione e dell’ascolto. Il lavoro degli operatori sanitari spesso si trasforma in routine anche per ragioni oggettive: i carichi di lavoro eccessivi, i ritmi veloci e incalzanti impediscono quasi sempre di stabilire un contatto, al di là di quello previsto, con un paziente che inevitabilmente diventa anonimo – senza nome, senza identità – finendo per vivere una condizione di regressione e dipendenza. L’urgenza, quindi, è quella di creare un linguaggio ed una Pratica della Relazione, una nuova Cultura che combini professionalità ed empatia, rendendo visibili esperienze efficaci ed innovative, che sicuramente potrebbero favorire un clima di fiducia e ben-essere collettivo. 

Tra le relatrici dell’incontro: Marcella Lerro, Alessandra Ferrari, Roberta Logallo rispettivamente direttrice, ginecologa e ostetrica dell’Unità di pianificazione familiare all’ospedale San Paolo di Bari; Anna Frasca esperta di statistica e femminista; Franco Prandi sociologo; Carlo Minervini psichiatra.

Nel pomeriggio a partire dalle 14.45 una tavola rotonda dal tema: «Il linguaggio prima di significare qualcosa significa per qualcuno».  Attorno al tavolo: Serenella Molendini presidente Creis; Rosanna Mastronardi neurologa e psicoterapeuta; Marilù Mastrogiovanni docente Uniba; Lella Ruccia avvocata e consigliera di parità alla Regione Puglia; Agostino Panajia medico di Medicina generale; Anna Ciampolillo endocrinologa ed esperta in Medicina di genere.