
A poco più di anno dai Giochi del Mediterraneo di Taranto 2026, proviamo a fare il punto alla luce dei fatti. Partendo dalla loro genesi. La candidatura di Taranto predisposta dall’Agenzia regionale Asset nasce dal Piano Strategico “Taranto Futuro Prossimo” promosso dalla Regione Puglia e dal Comune per accompagnare la transizione verso un’economia ecosostenibile. La visione strategica, condivisa con le istituzioni territoriali e la partecipazione dei cittadini, mira a valorizzare la millenaria identità della città tra storia, mare e ambiente. Il progetto di candidatura, descritto nel dossier presentato al Comitato Internazionale nel 2019, rappresenta un esempio di “grande evento sportivo sostenibile” sotto il profilo ambientale ed economico, perfettamente in linea con le direttive del Comitato Olimpico Internazionale. Queste linee guida raccomandano il riuso delle strutture esistenti, evitando sprechi e megaimpianti, prevedono una distribuzione delle competizioni su ampi territori evitando concentrazioni e lasciando un’eredità positiva al territorio soprattutto per la gestione del “dopo Giochi”. Il Masterplan proposto dall’Asset prevedeva l’utilizzo di oltre 40 impianti esistenti a Taranto e in altre 20 città della provincia e del Salento. Come nuovo impianto era previsto lo Stadio del Nuoto, per colmare una carenza dell’intero territorio. Inoltre erano previste due palestre polifunzionali in quartieri popolari di Taranto, concepite come luoghi di aggregazione socio-sportiva e culturale, con tecnologie innovative per assicurare una gestione efficiente a basso impatto ambientale.
Era previsto il recupero di strutture esistenti come il Centro nautico sulla banchina ex-Torpediniere, lo stadio Iacovone, il PalaMazzola e tutti gli altri impianti nei 20 Comuni coinvolti. Anche per l’accoglienza degli atleti e degli ospiti era previsto l’utilizzo di villaggi turistici e alberghi con un ruolo chiave affidato al villaggio Valentino di Castellaneta, capace di ospitare fino a 3.600 atleti offrendo anche spazi adeguati per gli allenamenti, con evidenti vantaggi in termini di sostenibilità logistica e riduzione dei costi. Questo approccio ha consentito ad Asset e al Comitato Organizzatore, dal 2020 al 2023, di superare con efficacia criticità come il Covid, la crisi energetica ed economica dovuta alla guerra in Ucraina, il commissariamento del Comune di Taranto e quattro cambi di Governo a Roma. Nonostante le difficoltà di contesto, il Comitato ha sviluppato l’immagine coordinata e definito il programma identitario dei Giochi, ha avviato le attività preparatorie organizzando oltre 20 manifestazioni sportive nazionali e internazionali coinvolgendo 27 Federazioni sportive e avviando il reclutamento e la formazione dei volontari. Ottenuti i primi finanziamenti regionali e statali, a gennaio 2022 il Comitato ha ottenuto dal Parlamento lo stanziamento dei primi 150 milioni per l’impiantistica.
Purtroppo con il cambio del Governo a ottobre 2022 i nuovi vertici Ministeriali hanno sospeso la firma del decreto attuativo privando i Comuni delle risorse già stanziate e, con pretestuose motivazioni e accuse di ritardi, è stata commissariata la gestione dell’impiantistica. Inoltre è stato sostituito il Comitato Organizzatore (cosa mai successa nella storia sportiva italiana) con un nuovo Comitato costituito da soggetti di nomina statale, privando la Regione Puglia e gli enti locali di ogni ruolo operativo. La nomina dei componenti del nuovo Comitato non sembra aver tenuto conto di criteri di competenza specifica in materia sportiva né di esperienza nell’organizzazione di eventi internazionali. Da allora le attività organizzative risultano ferme, senza alcuna attività di promozione, comunicazione e coinvolgimento delle realtà sportive locali. Solo a maggio e agosto 2024 sono stati firmati dal Governo i decreti che consentono ai Comuni di procedere con le progettazioni e l’avvio dei lavori di adeguamento degli impianti. Gli interventi principali, gestiti direttamente dal Commissario, accusano ritardi significativi e difficilmente recuperabili. Preoccupano le modifiche al Masterplan iniziale che compromettono la coerenza ambientale ed economica del programma. Lo stadio Iacovone, inizialmente progettato con un partenariato pubblico-privato che prevedeva uno stadio moderno e integrato con strutture commerciali e ricettive, è stato sostituito con la riqualificazione della struttura esistente con maggiori tempi di esecuzione e un incremento di risorse pubbliche da 18 a 62 milioni di euro e, soprattutto, lasciando una criticità gestionale al Comune. La palestra polifunzionale nel quartiere Salinella è stata sostituita con un impianto indoor per l’atletica leggera (inadeguato in una città del Sud) con un rilevante incremento dei costi e una pessima eredità gestionale per i tarantini.
Infine, la scelta di ospitare gli atleti a bordo di navi da crociera ormeggiate nel porto di Taranto desta fortissime perplessità: oltre ai costi stimati dieci volte superiori rispetto a soluzioni alberghiere già disponibili, comporterebbe un impatto ambientale rilevante su un ecosistema fragile. La permanenza di oltre 8.000 persone (tra ospiti ed equipaggi) per circa 15-20 giorni richiederebbe procedure di valutazione e monitoraggio ambientale particolarmente complesse, con conseguenti danni ambientali e spreco di risorse pubbliche.
In sintesi, le scelte compiute dal nuovo Comitato e dal Commissario Governativo hanno determinato ritardi, scarsa concertazione con gli enti locali, mancato coinvolgimento degli enti sportivi e degli operatori economici tarantini e una disattenzione per la sostenibilità ambientale ed economica. Da un progetto concepito come esempio di buona pratica internazionale, si rischia di scivolare verso un’occasione mancata, con ricadute negative sul territorio e sulla reputazione del Paese.
Elio Sannicandro
Direttore generale Agenzia regionale ASSET