LA GUARDIA COSTIERA A TUTELA DELL’AMBIENTE: I RISULTATI DELL’OPERAZIONE NAZIONALE REGIONALE DI POLIZIA AMBIENTALE “ORO BLU”

Il Comando Generale della Guardia Costiera, attraverso il Centro di Controllo Nazionale Ambiente, ha promosso un’importante operazione nazionale di polizia ambientale, denominata “ORO BLU”, finalizzata alla tutela dell’ambiente marino-costiero ed al contrasto degli illeciti ambientali in materia di scarichi idrici.

La tutela dell’ambiente marino e costiero, inclusa la sorveglianza e l’accertamento delle violazioni in materia di scarichi idrici (quando dalle stesse possano derivare danni o situazioni di pericolo per il summenzionato ambiente), è uno degli obiettivi prioritari che la Guardia Costiera è chiamata a perseguire per garantire la tutela e conservazione del patrimonio naturalistico nazionale nonché i rilevanti interessi sociali ed economici coinvolti nella valorizzazione e nella fruizione delle relative risorse.

L’operazione nazionale di polizia ambientale, che ha avuto inizio il 13 gennaio e terminerà il prossimo 18 aprile, è stata suddivisa in una prima fase ricognitiva degli obiettivi ed in una successiva fase caratterizzata dall’attività operativa di ispezione e campionamento.

Tale seconda fase ha avuto ad oggetto il controllo di siti ed attività i cui cicli di produzione possano dare origine a scarichi reflui potenzialmente idonei ad inquinare le matrici ambientali, specie quello marino-costiero (scarichi reflui industriali presso cantieri navali, depositi costieri, impianti portuali, autolavaggi e lavanderie, piscine, caseifici, frantoi, aziende vinicole, concerie e colorifici, scarichi reflui domestici presso attività alberghiere e di ristorazione e scarichi reflui urbani presso depuratori comunali e impianti fognari).

Nel corso dell’attività ispettiva è stata verificata la presenza delle autorizzazioni previste dal D. Lgs. 152/2006 – Codice dell’Ambiente (autorizzazione allo scarico, autorizzazione unica ambientale A.U.A., autorizzazione integrata ambientale A.l.A, segnalazioni certificate di inizio attività SCIA per le attività produttive ecc.) nonché il rispetto delle prescrizioni e dei limiti tabellari previsti dalla normativa vigente per i reflui prodotti dalle attività ispezionate e sottoposti a campionamento dal personale militare della Guardia Costiera.

Per l’analisi dei campioni effettuati nel corso dei controlli ambientali sono stati coinvolti il Laboratorio Analisi Ambientali della Guardia Costiera, sito a Fiumicino (con 40 campioni di acque di scarico analizzati e 12 violazioni accertate per superamento delle concentrazioni previste dalla legge), i laboratori delle ARPA locali, nonché il Laboratorio Ambientale Mobile (LAM) della Guardia Costiera impiegato presso alcune aree del territorio nazionale.

Nel corso dell’operazione, a livello nazionale, sono stati eseguiti complessivamente 28.346 controlli, di cui 6.749 in tema di scarichi idrici (di cui solo il 6%, all’esito degli accertamenti, è risultato sprovvisto di autorizzazione), 12.070 sul ciclo dei rifiuti (circa 400 tonnellate di rifiuti sottoposti a controllo per una superficie di oltre 20 milioni di metri quadrati, pari a 2.000 campi di calcio), 9.527 ai fini dell’individuazione di fenomeni di inquinamento marino, nonché 4.053 controlli sul contrasto degli abusivismi demaniali e 1.111 nelle Aree Marine Protette.

L’attività “ORO BLU”, con 7.279 missioni terrestri e navali effettuate in tutta Italia, ha portato a contestare 549 illeciti ambientali, di cui 226 amministrativi con un importo di sanzioni elevate fino a € 1.335.216 (97 contestazioni per irregolarità in tema di scarichi idrici, 96 per irregolare gestione dei rifiuti, 5 per inquinamenti in mare, 19 per inosservanza di norme sull’uso del demanio marittimo e 9 per violazioni ai disciplinari di gestione delle AAMMP) e 323 illeciti penali (96 per irregolarità in tema di scarichi idrici, 130 sull’irregolare gestione dei rifiuti, 10 per inquinamenti in mare, 83 per fenomeni di abusivismo demaniale e 4 per violazione al disciplinare di gestione delle AAMMPP) che hanno portato ad effettuare 151 sequestri (46 per irregolarità in tema di scarichi idrici, 63 sull’irregolare gestione dei rifiuti con una superficie occupata di 11.560 metri quadrati e 42 per fenomeni di abusivismo demaniale con una superficie occupata di 11.986 metri quadrati).

L’Ammiraglio Ispettore Capo Nicola Carlone, Comandante generale della Guardia Costiera, ha sottolineato lo sforzo operativo condotto nei mesi invernali dalle donne ed uomini impegnati lungo gli 8.000 km di coste e nell’entroterra dal personale della Guardia Costiera: “Gli importanti numeri dell’operazione di polizia ambientale “ORO BLU” ben testimoniano come la Guardia Costiera stia investendo sempre più sulla tutela e protezione dell’ambiente marino e costiero, attività che ci vedono chiamati in prima linea a difesa di un asset strategico per il Paese. Con questa operazione stiamo quindi dando continuità ad un impegno che, nel 2024, ha fatto registrare oltre 140.000 controlli in questa materia, accertando e sanzionando fonti inquinanti che rischiavano di compromettere aree naturalistiche e di balneazione, con potenziali ricadute negative sull’economia di tante realtà territoriali che hanno nel mare la propria ricchezza.”

Anche in Puglia, sotto la direzione del Centro di Coordinamento Ambientale Marino di Bari, il personale militare della Guardia Costiera ha fornito un prezioso contributo nell’operazione nazionale di polizia ambientale “ORO BLU” garantendo controlli ed e ispezioni a tappeto in tutto il territorio regionale.

Tra le attività maggiormente significative vi è il sequestro di uno stabilimento industriale di circa 10 mila metri quadri sito nella periferia di Monopoli ed adibito a trattamenti di alluminio. Tale stabilimento, a seguito di accertamenti condotti dalla Guardia Costiera, risultava sprovvisto della necessaria Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) ed effettuava abusivamente lo scarico di acque reflue industriali prodotte dalle vasche di trattamento nonché di rifiuti allo stato liquido contenenti sostanze pericolose (acidi). Durante l’ispezione sono stati riscontrati altri abusi tra cui l’abbandono in maniera incontrollata e reiterata nel tempo diverse categorie di rifiuti speciali (anche pericolosi) e lo sversamento nel suolo e l’immissione nelle acque sotterranee di falda di rifiuti allo stato liquido.

Degne di nota sono anche attività ispettive condotte dalla Guardia Costiera di Manfredonia e di Vieste presso tre autolavaggi siti nel Comune di Monte Sant’Angelo, nel Comune di Manfredonia e nel Comune di Vieste che hanno permesso di accertare, in due casi, l’inesistenza di qualsivoglia titolo autorizzativo per lo scarico dei reflui di derivazione del processo di pulizia dei veicoli in pubblica fognatura e, nel caso dell’autolavaggio sito nel Comune di Monte Sant’Angelo, il possesso del titolo autorizzativo scaduto all’atto del controllo da parte del personale militare.