La Puglia protagonista di Slow Fish 2023, al Porto Antico di Genova dall’1 al 4 giugno

Con il suo record di quattro Presìdi Slow Food dedicati al mare, anche quest’anno la Puglia si conferma protagonista di Slow Fish, al Porto Antico di Genova dall’1 al 4 giugno. La manifestazione è organizzata da Slow Food e Regione Liguria, con il patrocinio del Comune di Genova, del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste e del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

La Puglia si inserisce a pieno nella narrazione di questa undicesima edizione dedicata al tema Coast Coast, un modo per sottolineare come gli ambienti acquatici e la terraferma siano ecosistemi strettamente interconnessi tra loro. Al centro del programma realizzato da Slow Food Puglia, il Dipartimento di Agricoltura, Sviluppo rurale e ambientale della Regione Puglia e Unioncamere Puglia, troviamo infatti dialoghi, laboratori di degustazione e cene che valorizzano la biodiversità, la pesca artigianale e le buone pratiche delle comunità pugliesi capaci di adattarsi ai cambiamenti degli ecosistemi. Senza dimenticare i Presìdi Slow Food e le altre tipicità enogastronomiche dei territori, dal Gargano al Salento passando dall’Alta Murgia alla Murgia tarantina.

Ecco tutti gli appuntamenti pugliesi, giorno per giorno. Qui invece il programma completo. 

I Presìdi e le Comunità della piccola pesca: da Porto Cesareo a Torre Guaceto

Nel dialogo del primo giorno, giovedì 1 giugno alle 19, si discute di come la perdita della biodiversità marina rappresenti una delle maggiori problematiche ambientali dei nostri giorni. I parchi costieri e marini di Puglia sono in prima linea per fermare questo declino, promuovendo politiche e interventi concreti che favoriscono la tutela e la valorizzazione della biodiversità, grazie a modelli di pesca più sostenibili e rispettosi dei cicli naturali. In questo appuntamento protagonista delle degustazioni è il Presidio della piccola pesca di Porto Cesareo, che vede coinvolte due Cooperative di Pesca, i pescatori dello Jonio e i pescatori salentini, custodi delle buone pratiche e di una profonda conoscenza storico ecologica. 

Sempre alle 19, venerdì 2 giugno ci concentriamo invece su come le comunità costiere siano parte integrante delle politiche di tutela e valorizzazione della biodiversità marina, confrontando tre differenti esperienze, dal Salento fino al Gargano. Nonostante le  problematiche proprie a ognuno, questi territori hanno un unico comune denominatore: la convinzione che la tutela delle risorse marina debba prevedere un approccio concertato e condiviso con le comunità locali. Nelle attività di degustazione, dalle 13.30 in poi, accendiamo i riflettori sullo storico Presidio della piccola pesca di Torre Guaceto. Un’Area Marina Protetta in cui gli animali e gli organismi marini trovano condizioni di vita più naturali. La loro cattura viene effettuata seguendo i ritmi dettati dalle stagioni e dalle condizioni meteo-climatiche che il mare presenta, utilizzando attrezzi tradizionali e regole che permettono una pesca più sostenibile, rispettosa dei cicli di vita dei pesci e dell’ambiente circostante.

Le secche di Ugento e i progetti di tutela e valorizzazione della biodiversità
Le minacce per gli ecosistemi marini sono molteplici: l’inquinamento, il cambiamento climatico, l’introduzione di specie esotiche, la pesca intensiva… La consapevolezza di tali problematiche condiziona sempre più le politiche e le strategie locali, velocizzando la nascita di progetti e iniziative virtuose tesi alla salvaguardia della biodiversità. Nel terzo dialogo di sabato 3 giugno raccontiamo gli importanti progetti di tutela in corso nell’Amp di Torre Guaceto e nel Parco Naturale Regionale Mar Piccolo. Esperienze a confronto tra il mare Adriatico e il mar Ionio. Nelle degustazioni il focus è sul Presidio della pesca tradizionale delle secche di Ugento, che valorizza il ruolo culturale, turistico ed economico della piccola pesca costiera, conservando tecniche tramandate da secoli: tramagli, imbrocchi, palamiti e nasse.

Taranto, il progetto Slow Med e il Presidio della cozza nera
Capitale della Magna Grecia, Taranto vanta una storia e una ricchezza plurimillenaria. In questa città nasce e si sviluppa Ecosistema Taranto, una strategia di transizione economica, ecologica ed energetica, un nuovo modello di governance sostenibile dello sviluppo del territorio. Ma Taranto è anche la prima città del Sud Italia a ospitare un importante evento di Slow Food Italia: Slow Med, un nuovo contenitore di promozione e riflessione che punta i riflettori sul Mediterraneo. Protagonista delle attività di degustazione non può che essere l’ultimo nato tra i Presìdi pugliesi del mare: la cozza nera di Taranto. Le pratiche di allevamento attuali si fondano su conoscenze secolari dei mitilicoltori locali, tramandate nel tempo di padre in figlio, che usano ancora oggi strutture in tutto simili a quelle impiegate nei secoli passati, anche se gli impianti tradizionali su pali sono stati progressivamente sostituiti dai più moderni impianti flottanti detti “long line”.

Mare e terre di Puglia: il Laboratorio del gusto
Non solo dialoghi! Il 2 giugno alle 20 nella Sala dei Laboratori del Gusto – Reale Mutua, la Puglia ci guida alla scoperta dei prodotti simbolo del territorio grazie a due osterie brindisine, entrambe parte del progetto dell’Alleanza Slow Food: L’Antica Osteria La Sciabica di Brindisi e La locanda di nonna Mena di San Vito dei Normanni. Pesce azzurro, cozze, legumi e olio extravergine di oliva: tanti ingredienti locali che si uniscono a una cucina poco elaborata, frutto della tradizione, e a un grande rispetto per le materie prime di qualità. 

Slow Fish è realizzato grazie al sostegno di numerose realtà che credono nel progetto, a partire dai Main Partner BBBell, Pastificio Di Martino, Quality Beer Academy, Reale Mutua e UniCredit. In Kind Partner Liebherr, Bormioli Luigi e Bormioli Rocco, Acqua San Bernardo; Green Partner sono Amiu, Pool Pack e Ricrea. La manifestazione gode inoltre della collaborazione del Porto Antico di Genova e del supporto di Fondazione Carige, con il sostegno della Camera di Commercio di Genova. Partner culturale è l’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale.