La Spagna consolida la sua leadership: la produzione di mangimi cresce di oltre il 30% dal 2010, raggiungendo i 38,8 Mt

La Spagna consolida la sua leadership: la produzione di mangimi cresce di oltre il 30% dal 2010, raggiungendo i 38,8 Mt. Agrifood Comunicación, in collaborazione con la Fondazione CESFAC e insieme ad ADM, ha riunito esperti e rappresentanti del sistema alimentare in un nuovo Agrifood Talks per analizzare il percorso intrapreso dai produttori di mangimi composti negli ultimi 15 anni e per proporre soluzioni per affrontare le sfide future del settore. Tutti i partecipanti hanno concordato sulla necessità di stabilire una tabella di marcia basata sui dati: tracciabilità utile, nutrizione di precisione e coordinamento della catena del valore, insieme alla formazione e a un quadro stabile per investire e aumentare l’efficienza, sono le basi del settore nei prossimi anniMadrid, 29 settembre 2025.- 

“L’alimentazione animale in Spagna: 15 anni dopo”. Con questo titolo, si è tenuto a Madrid un nuovo Agrifood Talks, organizzato da Agrifood Comunicación in collaborazione con la Fondazione CESFAC e da Archer Daniels Midlands (ADM), per analizzare il percorso percorso dai produttori di mangimi composti per animali negli ultimi 15 anni e proporre soluzioni per affrontare le sfide presenti e future di questo settore.I rappresentanti dell’Amministrazione, della produzione, dell’industria e della distribuzione hanno concordato sul fatto che l’alimentazione animale è la base del loro benessere e della qualità del cibo che viene prodotto e raggiunge il consumatore. Guardando nello specchietto retrovisore, l’equilibrio è chiaro: più professionalizzazione, salto tecnologico e un’alimentazione di precisione che si è già consolidata. Guardando al futuro, la priorità è una tabella di marcia basata sui dati: tracciabilità utile, nutrizione di precisione, coordinamento della catena del valore e formazione, supportata da un quadro normativo e da investimenti stabili.La conferenza è stata inaugurata da Fernando Antúnez, presidente del CESFAC, e Leonor Algarra, vicedirettore generale dei Mezzi per la Produzione Zootecnica (MAPA).Antúnez ha affermato che “dal 2010 l’industria dei mangimi ha superato grandi sfide: dalla modernizzazione della produzione alla riduzione degli antibiotici, dalla resilienza alle crisi globali all’adattamento a un’agenda ambientale sempre più esigente. Oggi possiamo dire che il CESFAC non rappresenta solo un settore strategico, ma è un esempio di adattamento, innovazione e responsabilità all’interno della filiera agroalimentare”.

Successivamente, la presentazione “Evoluzione e sfide dell’alimentazione animale in Spagna”, tenuta da Antonio Palomo Yagüe, Responsabile della Divisione Suini di ADM, ha tracciato un quadro chiaro di questo settore, dopo un decennio e mezzo di cambiamenti: più professionalizzazione, salto tecnologico e nutrizione di precisione che è già standard.Da questo quadro, la discussione si è concentrata su come consolidare questa base con indicatori omogenei, un trasferimento agile di R+S e una formulazione in grado di rispondere a mercati sempre più esigenti e costi volatili.

Per Palomo Yagüe, “il cibo è il costo più grande e variabile: in un mercato globale, richiede efficienza quotidiana. La Spagna è già il primo produttore di mangimi in Europa e la nutrizione di precisione, integrata in modo olistico con la genetica, la salute e l’ambiente, è già lo standard per ridurre i costi e guadagnare competitività”Allo stesso modo, l’esperto ha ricordato come “ora è il momento di consolidare con indicatori omogenei e un trasferimento agile di R+S, approfondendo la micronutrizione e le biotecnologie per rafforzare il microbiota e l’immunità. La domanda di proteine animali continuerà a crescere e dobbiamo rispondere con meno mangimi per produrre di più, mantenendo la salute, la sicurezza alimentare e la tracciabilità come condizioni essenziali”.Tra il 2010 e il 2024, la produzione spagnola di mangimi composti è passata da 29,7 a 38,8 milioni di tonnellate (+9,1 Mt; +30,6%), riflettendo una maggiore professionalizzazione, un salto tecnologico e una nutrizione di precisione che è ormai standard. Il settore, punto di riferimento in termini di qualità, sicurezza e tracciabilità, ha acquisito efficienza in un contesto di volatilità dei costi, riducendo gli antibiotici e rafforzando la resilienza. Guardando al futuro, la roadmap include dati e indicatori omogenei, un trasferimento agile di R+S e nuove materie prime e additivi per produrre di più con meno, ridurre al minimo le emissioni e migliorare la gestione degli escrementi, con la formazione e il coordinamento dell’intera catena come leve chiave.
A seguire è seguita una tavola rotonda che ha riunito tutti gli anelli della filiera dei mangimi composti, con la partecipazione di Miguel Ángel Higuera, direttore generale di ANPROGAPOR; Paloma García, membro del Consiglio di Amministrazione della FEDNA; Fernando Antúnez, presidente di URCACyL; e Pedro Cordero, Direttore delle Relazioni Istituzionali e della Strategia di Nutreco Iberia e Presidente di FEFAC.Nel corso della tavola rotonda, i relatori hanno parlato del problema del futuro generazionale, dell’importanza del trasferimento delle conoscenze e della collaborazione pubblico-privato, della necessità di concentrare il settore in cooperative forti, attrarre talenti e impegnarsi per una maggiore formazione e comunicazione del settore stesso, al fine di migliorarne sostanzialmente la reputazione rispetto alla società nel suo complesso.In questo senso, è stata evidenziata la necessità di trasmettere l’idea che il settore dell’alimentazione animale, insomma, produce cibo, non mangime. Inoltre, è stato esortato a valorizzare l’idea che, a differenza di altri settori produttivi della società, i settori agricolo e zootecnico sono uno dei pochi settori rigenerativi, a differenza di altri settori puramente estrattivi.Guardando al futuro, il settore si impegna a innovare le materie prime e gli additivi e le tecnologie di produzione, che ci consentono di ottenere mangimi più sostenibili, sicuri e di alta qualità. Tra gli obiettivi vi sono il miglioramento dell’efficienza d’uso, la riduzione dell’impatto ambientale degli effluenti zootecnici e la riduzione delle emissioni in atmosfera, in particolare di metano.La tavola rotonda si è conclusa sottolineando che il fattore decisivo per questo settore sarà quello di accelerare il trasferimento dell’innovazione attraverso una formazione pratica sul campo, un supporto tecnico ravvicinato e metriche di ritorno chiare, che consentano di misurare, ampliare e mantenere i miglioramenti nel tempo.
L’incontro ha confermato ancora una volta gli Agrifood Talks come uno spazio in cui vengono affrontati i grandi temi della filiera agroalimentare. Quindici anni dopo, il settore guarda avanti con un’idea condivisa: produce meglio, perché è meglio presidiato e gestito, e compete meglio, perché c’è maggiore collaborazione.