Le proposte dei deputati per rafforzare la sovranità tecnologica europea e l’infrastruttura digitale

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  • Chiede di intensificare gli investimenti e le riforme normative per promuovere l’innovazione
  • L’UE dipende dai paesi terzi per oltre l’80 % dei suoi prodotti, servizi, infrastrutture e proprietà intellettuale digitali
  • il cambiamento del panorama geopolitico è un’opportunità per i prodotti e i servizi europei
  • L’infrastruttura pubblica digitale europea dovrebbe riguardare i semiconduttori, la connettività, il cloud e l’intelligenza artificiale

I deputati chiedono investimenti sostanziali e riforme normative per promuovere l’innovazione e affrontare la dipendenza dell’Europa dalle tecnologie estere.

La relazione adottata martedì dalla commissione per l’industria, la ricerca e l’energia chiede una politica industriale europea globale per l’ecosistema digitale, che comprenda la standardizzazione, la ricerca e lo sviluppo, l’accesso al mercato, gli investimenti, la cooperazione internazionale e il commercio. I deputati sostengono lo sviluppo di un quadro di valutazione del rischio per monitorare e affrontare le dipendenze nella catena del valore digitale.

La relazione propone inoltre l’istituzione di un’infrastruttura pubblica digitale europea (DPI), che copra tecnologie quali i semiconduttori, la connettività, l’infrastruttura cloud, il software, i dati e l’intelligenza artificiale. I deputati chiedono un livello di base per il DPI e raccomandano di stanziare finanziamenti adeguati nel prossimo quadro finanziario pluriennale (QFP), con investimenti concentrati su aree come il calcolo ad alte prestazioni, il calcolo quantistico, la connettività, il cloud, gli ecosistemi di intelligenza artificiale e le biblioteche digitali.

I deputati sottolineano inoltre l’importanza strategica delle infrastrutture digitali critiche, tra cui cavi, torri cellulari, satelliti, data center e spettro. Questi dovrebbero rientrare nella giurisdizione europea e rispettare pienamente il diritto dell’UE. Invitano la Commissione a proporre una legislazione che affronti i rischi derivanti da venditori ad alto rischio di paesi terzi.

I deputati sostengono le prossime iniziative come la legge sulle reti digitali e la legge sullo sviluppo del cloud e dell’intelligenza artificiale. Chiedono una visione più olistica dell’infrastruttura digitale che includa numerosi elementi oltre alla pura connettività. Sottolineano inoltre la necessità di potenziare gli strumenti di investimento pubblico-privato, migliorare l’accesso ai finanziamenti per le start-up e le scale-up in settori tecnologici critici e l’importanza degli appalti pubblici per sostenere soluzioni digitali aperte e interoperabili.

Citare

“Negli ultimi mesi ho avuto l’opportunità di incontrare molti esperti e imprenditori. Le loro testimonianze sull’eccesso di regolamentazione, i prezzi dell’energia e gli ostacoli agli investimenti privati mi hanno permesso di sviluppare proposte concrete”, ha dichiarato la relatrice Sarah Knafo (ESN, Francia). “Questi includono l’eliminazione delle barriere agli investimenti privati nell’innovazione, la deregolamentazione e il miglioramento del livello di sicurezza dell’hosting dei dati per proteggerci dagli interventi stranieri”.

“È anche fondamentale trasferire l’hosting di dati sensibili in Europa, sostenere le nostre imprese negli appalti pubblici invece di disperdere sussidi inefficaci e, infine, raggiungere un’elettricità competitiva eliminando le regole antinucleari dal mercato elettrico europeo”, ha aggiunto.

Passaggi successivi

La relazione non vincolante è stata adottata con 63 voti favorevoli, 5 contrari e 10 astensioni, con un emendamento di compromesso presentato dai gruppi PPE, S&D, Renew e Verdi/ALE. Sarà sottoposto al voto dell’Assemblea plenaria in una prossima sessione plenaria.

Sfondo

Nel contesto dei cambiamenti in corso nel panorama geopolitico, i deputati vedono una finestra di opportunità per posizionare l’Europa come leader globale nelle soluzioni digitali affidabili e sicure.

Il rapporto definisce la sovranità tecnologica come la capacità dell’Unione Europea di progettare, sviluppare e scalare le tecnologie digitali necessarie per la competitività economica, il benessere pubblico e l’autonomia strategica aperta. Osserva che l’UE dipende da paesi terzi per oltre l’80% dei suoi prodotti, servizi, infrastrutture e proprietà intellettuale digitali.

I deputati sottolineano la concentrazione del potere in un piccolo numero di aziende globali in settori digitali chiave, tra cui sistemi operativi, informatica, servizi cloud, intelligenza artificiale, ricerca, pubblicità digitale e pagamenti online. Sottolineano che l’UE rischia di non raggiungere gli obiettivi del decennio digitale, anche in settori quali l’adozione del cloud, i big data e l’intelligenza artificiale.