Le ricette italiane in tavola tra ricorrenze, tradizioni e PATrimoni da custodire.

Buon quarto di secolo, cucina italiana tradizionale!

Il 2025 segna un traguardo importante per i prodotti agroalimentari italiani: lo scorso 11 marzo, il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (MASAF) ha pubblicato la venticinquesima revisione dell’elenco dei 5.717 Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT).

Il primo elenco, contenente circa 2.800 PAT, vide la luce il 18 luglio 2000 con un apposito decreto dell’allora Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. Oggi, dopo venticinque anni e altrettante revisioni annuali, l’Italia celebra il recupero e il riconoscimento di ben 5.717 sapori della tradizione, suddivisi per regione e raggruppati in undici categorie merceologiche.

Ancora una volta, la Campania si conferma la regione con il maggior numero di prodotti tradizionali registrati: 610 PAT, con un incremento di 9 unità rispetto all’ultima edizione. Il Lazio, invece, ha registrato la crescita più significativa in termini assoluti, con 20 nuovi prodotti riconosciuti.

E la Puglia? Il tacco d’Italia si posiziona al sesto posto per numero di PAT complessivi e al secondo per nuovi ingressi nell’elenco, con 14 nuovi prodotti che nel 2025 hanno ottenuto il riconoscimento ufficiale della loro tradizionalità. A conferma della sua forte vocazione agricola, la regione vanta ben 138 prodotti nella categoria dei “Prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati” (pari al 36% dei suoi 379 PAT).

Tra questi, due interessanti novità sono rappresentate dalla “Mostarda di uva di Troia” e dall’”Uva terrizuolo” (trezzùle), prodotti vegetali tradizionalmente legati al territorio di Canosa di Puglia (BT), territorio di origine anche de “Li’mbriacchìdde”, taralli dolci al sentore di vino, preparati partendo da ingredienti semplici come farina 00, olio extravergine di oliva, zucchero semolato e vino aromatico “Ubbriachello”.

Importante ingresso in elenco è rappresentato dalle “Brasciòle pugliesi”, gli involtini di carne – di cavallo o di vitello, a seconda dei gusti e delle tradizioni famigliari – che da sempre accompagnano le domeniche pugliesi, tra il pippittare della pentola e l’odore di ragù fin dalle prime luci del mattino.

L’elenco dei nuovi PAT pugliesi comprende inoltre “U Cutturidd” dell’Alta Murgia e il “Trònere” di Turi (BA), altri piatti a base di carne tradizionali della cucina povera regionale. Largo spazio agli ortaggi regionali, protagonisti di ricette povere ma gustose come “Melenzane a funghetto”, “Bietole selvatiche al pomodoro”, “Cipolle al forno gratinate”, “Tria culli mugnuli”, “Pasta e peperoni” e “Peperoni mollicati” proposti dai progetti BiodiverSO. Infine, la “Focaccia di Bisceglie (u cùcue)” e la “Pizza fuorn apiert” di Biccari (FG) sono, invece, i nuovi rappresentanti delle tradizioni pugliesi in forno.

Storie, curiosità e ricette di questi nuovi PAT di Puglia saranno presto disponibili sul sito www.patpuglia.it. Fino ad allora, siamo pronti a festeggiare assieme questi venticinque anni di gusti, tradizioni e racconti a tavola.