Lecce – CASA, SCUOLA E LAVORO: LA PUGLIA SVELATA NEL NUOVO DOSSIER IMMIGRAZIONE

La casa, il lavoro e la scuola sono pilastri fondamentali di una società che voglia dirsi inclusiva e multiculturale. E sono i temi attorno ai quali si sviluppa la presentazione dell’ultima edizione del Dossier statistico sull’immigrazione curato dal Centro Studi e Ricerche Idos e che si svolgerà all’Università del Salento. A poco più di un mese dal referendum che mira a riformare le modalità di acquisizione della cittadinanza per i migranti residenti in Italia, la presentazione del Dossier si propone come un’occasione di confronto e di approfondimento a beneficio di tutto il territorio.

L’appuntamento è per lunedì 5 maggio, alle 10.30, nell’aula R25 della palazzina R2 del Dipartimento di Scienze giuridiche a Ecotekne. I saluti istituzionali saranno affidati a Luigi Melica, direttore del Dipartimento di Scienze giuridiche; Mariano Longo, direttore del Dipartimento di Storia, Società e Studi sull’Uomo; Eliana Augusti, presidente del corso di laurea in Governance euromediterranea delle Politiche migratorie; Claudia Sunna, presidente dei corsi di laurea di Area politologica; Irene Strazzeri, presidente dei corsi di laurea in Servizio sociale; Stefano Vinci, coordinatore del Consiglio di interclasse in Giurisprudenza e Scienze giuridiche per l’immigrazione, i diritti umani e l’interculturalità dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”.

La presentazione del Dossier – suddivisa per focus tematici dedicati proprio a casa, scuola e lavoro – sarà a cura di Luca Di Sciullo, presidente del Centro Studi e Ricerche Idos e da Antonio Ciniero, docente di Sociologia della globalizzazione e dei processi migratori a UniSalento e componente della redazione regionale di Idos.

A seguire l’analisi e i commenti di Antonio Nitti, del Dipartimento Architettura, Costruzione e Design del Politecnico di Bari; Martha Giorgino dell’Ufficio sperimentale “Scuola inclusiva” dell’istituto comprensivo di Porto Cesareo (Lecce) e Antonio Castellucci, segretario regionale della Cisl.

Il dossier cartaceo verrà distribuito nel corso della presentazione fino a esaurimento delle copie e sarà scaricabile in formato digitale al link www.dossierimmigrazione.it

I dati salienti del 2024

Puglia, Dossier statistico immigrazione ‘24

a cura di Antonio Ciniero, Università del Salento – Redazione Regionale Idos

La lettura dei dati relativi alla presenza dei cittadini stranieri residenti in Puglia permette di mettere in luce almeno tre macro-tendenze. La prima riguarda i processi di stabilizzazione iniziati almeno dalla fine degli anni Novanta. La seconda rimanda alle modifiche che i flussi migratori hanno conosciuto da quasi quindici anni a questa parte, quando nel 2011 è iniziata a cambiare la composizione e la dinamica dei flussi migratori diretti in Italia a seguito delle crisi internazionali. La terza macro-tendenza è quella relativa ai processi di esclusione o inclusione differenziale che condizionano la vita di una parte dei migranti presenti in regione

La prima macro-tendenza: la stabilizzazione delle presenze

Provenienze nazionali e distribuzione sul territorio

In Puglia risiedono 149.477 cittadini stranieri, pari al 3,8% della popolazione regionale. La provincia che ne concentra il maggior numero è Bari con il 30,2%, segue Foggia con il 23,6% e Lecce con il 18,7%, l’11,3% vive in provincia di Taranto e meno del 10% nelle province di Brindisi (8,7%) e della BAT (7,4%). A dare conto della stabilizzazione delle presenze sono, in particolare, i dati relativi alla cittadinanza dei migranti: Tra i 7 gruppi nazionali più numerosi, infatti, 5 vantano uno storico radicamento sul territorio; si tratta dei romeni, degli albanesi, dei marocchini, cinesi e senegalesi.

I dati sui permessi di soggiorno sottolineano ulteriormente i processi di stabilizzazione. Più della metà (il 51,5%) dei 91.649 soggiornanti è in possesso di un permesso di lungo periodo.

I figli dei cittadini stranieri, le presenze nelle scuole e l’accesso alla cittadinanza
Nell’a.s. 2012/2013 erano 16.329 gli studenti stranieri iscritti nelle scuole pugliesi, la loro incidenza sul totale degli studenti era pari al 2,5% e circa un terzo era nato in Italia. Dieci anni dopo, nell’a. s. 2022/2023, gli studenti stranieri sono aumentati di circa 4 mila unità, sono 20.330, e più della metà (10.627) è nato in Italia.

Le acquisizioni di cittadinanza

Un ultimo dato significativo rispetto alla stabilizzazione delle presenze è quello relativo alle acquisizioni di cittadinanza: i nuovi italiani nel 2023 sono stati 3.757, di cui 1.729, il 46,0% del totale, nella provincia di Bari.

La seconda macro-tendenza: le modificazioni nella composizione dei flussi

I dati riguardanti le motivazioni di rilascio dei permessi di soggiorno a termine e quelli relativi ai primi rilasci sono rilevatori delle modificazioni che hanno interessato la composizione dei flussi migratori in ingresso sul territorio regionale. Se fino al 2022 le motivazioni lavorative e quelle famigliari erano state sempre preponderanti tra i motivi di rilascio dei pds a termine, nel 2023, per la prima volta, le motivazioni legate alle forme di protezione sono divenute maggioritarie registrando una quota record del 41,3% sul totale, mentre quelle lavorative sono scese al 27,0% e quelle familiari al 24,0%. Se si prendono in considerazione i dati relativi ai permessi rilasciati per la prima volta nel 2023, questa inversione di tendenza appare ancora più accentuata. Le motivazioni legate alla protezione salgono al 42,2%, quelle familiari si attestano sul 28,2%, mentre quelle legate al lavoro scendono al 16,5%.

La terza macro-tendenza: le dinamiche di esclusione e inclusione differenziale

I dati relativi ai settori di inserimento lavorativo e alle condizioni di lavoro restituiscono importanti informazioni rispetto alle dinamiche di esclusione sociale e inclusione differenziale. Secondo la Rilevazione sulle forze di lavoro dell’Istat, gli occupati stranieri in Puglia sono il 4,4% dei 1.292.600 occupati pugliesi. Come da anni sottolineano gli studi in materia, uno dei maggiori problemi per i lavoratori stranieri non è tanto quello di trovare un lavoro, quanto quello di essere confinati in occupazioni marginali del mercato del lavoro, spesso caratterizzate da precarietà, scarse possibilità di crescita occupazionale, pericolosità, salari bassi e, non ultimo, alta incidenza infortunistica. I dati registrati in regione rispetto all’occupazione dei cittadini stranieri sono particolarmente emblematici di ciò ed evidenziano una più accentuata segmentazione del mercato del lavoro pugliese rispetto al resto del Paese.

Con riferimento alla tipologia di impiego emerge, infatti, la maggiore concentrazione dei cittadini stranieri nelle posizioni meno qualificate, visto che il lavoro manuale è svolto quasi dalla metà dei lavoratori stranieri (il 47,6% contro l’11,6% degli italiani); rispetto alla media nazionale, in Puglia si registrano ben 17,6 punti in più per gli stranieri e 3,5 in più per gli italiani. Il lavoro manuale specializzato è svolto dal 16,5% dei lavoratori stranieri e dal 25,7% degli Italiani; anche in questo caso è significativo lo scarto con il dato nazionale, che vede impiegato in un lavoro manuale specializzato il 31,7% dei lavoratori stranieri. Maggiormente in linea con la media nazionale è invece il dato relativo ai lavori di impiegato, addetto alle vendite e ai servizi personali; tale condizione riguarda il 31,9% dei lavoratori stranieri e il 31,3% degli italiani. Infine, è occupato come dirigente o in professioni intellettuali e tecniche solo il 4,0% dei lavoratori stranieri (il dato nazionale è pari a più del doppio: 8,7%) e il 31,4% degli italiani (38,6% a livello nazionale).

Il lavoro autonomo. Alcuni segnali incoraggianti

Più incoraggianti i dati sul lavoro autonomo, che restituiscono una certa capacità di “fare impresa” dei cittadini stranieri, sviluppata, spesso, come reazione alla mobilità bloccata nel mercato del lavoro dipendente. A fine 2023 sono 22.146 le imprese gestite da immigrati in Puglia, il 5,8% del totale delle imprese regionali. Si tratta di attività economiche dinamiche, che crescono più di quelle italiane. Le imprese “immigrate”, infatti, sono cresciute dell’1,7% rispetto all’anno precedente e del 14,8% tra il periodo 2018-2023. Nello stesso periodo le imprese italiane sono diminuite rispettivamente dell’1,5% e dell’1,0%.

Nel 76,3% dei casi le imprese sono guidate da cittadini nati in Paesi non Ue, mentre le donne sono il 26,3% dei titolari, una percentuale di 2 punti superiore rispetto al dato medio nazionale. Bari è la provincia in cui si ha un maggiore tasso di femminilizzazione del lavoro autonomo (29,9%).

La provincia con la maggiore propensione al lavoro autonomo è quella di Lecce, che concentra il 40,1% delle imprese “immigrate”, seguita dalle province di Bari (25,1%), Foggia (14,1%), Taranto e Brindisi (entrambe con il 10,3%).