
LA PITTURA DI GIANNI PITTA E LA FOTOGRAFIA DI RAFFAELE BATTISTA
«RICOSTRUISCONO» LO SCENARIO DEL PAESAGGIO
DAL 4 OTTOBRE LA MOSTRA PER LUCERA CAPITALE DELLA CULTURA DI PUGLIA
«ALCHIMIE DELLA DAUNIA. TRA VISIONI E REALTA’»: OLTRE 50 OPERE ESPOSTE
“La condivisione di idee
e la collaborazione tra gli artisti
può portare a una trasposizione di linguaggio
e di un nuovo approccio artistico.
Questo è ciò che rende l’arte
così ricca e variegata”
(Salvatore Lovaglio)





Nel contesto delle celebrazioni di Lucera Capitale della Cultura di Puglia 2025, prende vita un evento che intreccia arte, memoria e territorio. La mostra «Alchimie della Daunia. Tra visioni e realtà», promossa dall’associazione culturale Utò-Lo Spazio della Luce, nasce dall’incontro creativo tra i lucerini Gianni Pitta (pittore) e Raffaele Battista (fotografo). L’inaugurazione dell’esposizione avverrà sabato 4 ottobre alle ore 19 presso Masseria nel Sole, sulla via per Palmori-SP 21 Km9 a Lucera (Foggia), alla presenza degli artisti, dei critici e delle autorità istituzionali. La mostra resterà fruibile al pubblico fino all’8 novembre con questi orari: 10-12.30 / 16.30-18.30.
L’esposizione è sostenuta e patrocinata dall’amministrazione comunale di Lucera nel cartellone di «Lucera Capitale della cultura di Puglia 2025» e gode del patrocinio del Rotary Club Lucera e di FAP-Fondo Arti Paesaggio.
L’esposizione
Alchimie della Daunia. Tra visioni e realtà raccoglie oltre cinquanta opere tra fotografie, tele e lavori congiunti di Pitta e Battista, offrendo un percorso in cui i paesaggi reali si trasfigurano in visioni poetiche. Colori e luci diventano emozione e memoria, dando genesi a una Daunia intima e sospesa, lontana dall’iconografia stereotipata. Pittura e fotografia si confrontano e si contaminano in tre nuclei principali: Paesaggi fotografici di Raffaele Battista, dove il territorio si dissolve in immagini rarefatte, informali, quasi astratte, guidate da un senso di poesia surreale; Opere pittoriche di Gianni Pitta, che con gesto materico e libertà informale trasformano atmosfere e ricordi in paesaggi interiori; Lavori a quattro mani, nei quali Pitta interviene su fotografie di Battista creando una sintesi visiva nuova, sospesa tra documento e invenzione.
L’esposizione artistica sarà integrata da una colonna sonora che svelerà i brani che hanno accompagnato delle opere nella loro realizzazione da parte di Pitta e Battista.
Il progetto
L’associazione Utò-Lo Spazio della Luce ha scelto di sostenere questo progetto «come gesto di valorizzazione di un territorio che, pur antico e ricco di storia, ha bisogno di nuovi sguardi per rigenerare la propria immagine culturale. La mostra non è solo un’esposizione, ma un dialogo continuo tra due sensibilità artistiche che, pur diverse nei mezzi, condividono la stessa urgenza: restituire dignità poetica a un territorio troppo spesso osservato con sguardo frettoloso. L’incontro tra pittura e fotografia diventa così un atto di resistenza estetica e culturale, un invito a rallentare, osservare, lasciarsi toccare».
Le note critiche
L’architetto e critico d’arte Romeo D’Emilio scrive: «Il paesaggio è il tema delle opere in mostra. Non possiamo parlare di una cosa senza conoscere cos’è la cosa di cui si parla. È la lezione del primo Socrate, il Socrate non ancora vittima del parricidio operato dal suo discepolo Platone. Occorre quindi definire il senso e l’origine del paesaggio, la sua evoluzione concettuale. Non c’è mai un paesaggio che un artista, e considero tale lo stesso Raffaele Battista le cui foto sono letteralmente alla base delle opere di Pitta, possa riprodurre in maniera oggettiva. Ogni immagine, ogni rappresentazione, non è mai, né può essere, riproduzione oggettiva di un’esperienza e di una visione disincantata del reale. Lo stesso concetto di reale sfugge ad ogni facile definizione. “Conoscevano gli antichi greci ciò che noi chiamiamo paesaggio?” si chiede Heidegger; “la loro nobile lingua non ha alcuna parola per esso. Dunque, non conoscono neppure la cosa… Altrettanto essenziale rimane la domanda: che cos’è per i Greci più presente: il paesaggio così detto da noi, oppure le divinità e i santuari eretti per loro nel paesaggio?” Il così detto paesaggio, è la natura, la phisis, ciò che viene prima dello stupore, thaumazein; è dalla phisis e non dal thaumazein che nasce la stessa filosofia».
Il presidente del Foto Cine Club Foggia Nicola Loviento scrive: «Ci sono artisti che amano sperimentare, andare avanti, non fermare la loro ricerca espressiva; ci sono artisti che non temono di spiazzare il pubblico con cambiamenti e volteggi sulle ali della fantasia, ci sono artisti che mutano, non per stupire, ma per continuare la loro ricerca identitaria che spesso si evolve in più identità e in più sfaccettature. Raffaele Battista è indubbiamente uno di questi, la sua passione nasce con la fotografia di paesaggio fatta per raccontare il suo amore per la terra natia e poi trova nel colore una strada e un mezzo per descrivere il mondo che lo circonda. Adesso assistiamo a un ulteriore step, non frequente nell’arte, in cui Raffaele si apre alle contaminazioni, offrendo le sue fotografie ad un altro grande artista, Gianni Pitta, che le ha utilizzate come fossero tavolozze vergini, incidendo con il suo pennello, e creando armonie e contrasti per farne opere uniche».
L’inclusione della Daunia
L’evento si inserisce nel più ampio programma di Lucera Capitale della Cultura di Puglia 2025 e dialoga con altri luoghi simbolo del territorio. Domenica 5 ottobre alle ore 11, il giorno successivo all’inaugurazione della mostra «Alchimie della Daunia», il Fondo Arte Paesaggio (FAP) di Castelluccio Valmaggiore arricchirà la propria collezione con quattro opere nate dalla collaborazione tra Gianni Pitta e Raffaele Battista, che andranno ad affiancare lavori già presenti di Salvatore Lovaglio e Sergio Michilini. Un gesto che rafforza il ruolo del FAP come spazio di ricerca e incontro tra artisti e territorio, offrendo nuove letture visive della Daunia.
GIANNI PITTA-Cenni biografici
Nato a Lucera nel 1963 e laureato in Architettura al Politecnico di Milano, Gianni Pitta sviluppa sin dagli studi un’intensa riflessione sul colore e sulla materia pittorica. Dopo il debutto nel 1996 al Museo Civico di Vieste, espone in gallerie e spazi museali italiani e internazionali, intrecciando pittura, installazione e design. Il suo lavoro, denso e gestuale, è influenzato dall’action painting e dalla street art americana, ma resta legato a una dimensione intima e narrativa: figure e simboli abitano superfici vibranti, raccontando paure, solitudini e speranze. Il cuore, icona ricorrente nelle sue opere, diventa emblema mutevole dei sentimenti e chiave di dialogo con l’osservatore.
Poliedrico e sperimentatore, Pitta ha portato la propria ricerca anche nel design industriale e in performance dal vivo. Le sue personali e collettive hanno toccato sedi prestigiose – dal Vittoriale degli Italiani a Gardone Riviera a New York, Firenze, Napoli, Venezia, Foggia e Trani – confermando una poetica che fonde immaginazione, memoria e libertà espressiva. Tra i suoi progetti recenti spiccano le mostre Keep calm we have heart (San Severo, 2022) e Nefilim. Ribellione e Caduta (Lucera, 2024).
RAFFAELE BATTISTA-Cenni biografici
Lucerino, classe 1961, Raffaele Battista è tra le voci più originali della fotografia contemporanea italiana. La sua ricerca parte dal paesaggio ma lo trasforma in esperienza poetica, grazie a un uso raffinato della luce, del mosso creativo e della multi-esposizione in camera. Le sue immagini, sospese tra realtà e sogno, prediligono forme essenziali, cromie delicate e una dimensione lirica che dialoga con la pittura astratta. Ha esposto in circa settanta mostre in Italia e all’estero – tra Venezia (Palazzo delle Prigioni), Berlino (Museo delle Culture Europee), Roma, Tekirdağ in Turchia – ricevendo premi e riconoscimenti come l’AFI (Artista della Fotografia Italiana, FIAF) nel 2016 e l’AFIAP della Fédération Internationale de l’Art Photographique nel 2022.
Curatore della Galleria Gagliardi di Lucera e attivo nel Club UNESCO locale, Battista promuove la cultura fotografica come impegno civile. La sua poetica nasce dall’amore per la Daunia, terra che ritrae non come documento ma come racconto emotivo: campi, nebbie e silenzi diventano materia di introspezione e memoria collettiva. Le sue fotografie si pongono come un ponte tra tradizione paesaggistica e sperimentazione contemporanea, facendo della luce il vero medium di una narrazione che unisce radici e visione internazionale.
Fotografie allegate al comunicato stampa con credits Multigrafica
1. Radici-Copertina Mostra
Tecnica mista: fotografia, stucco e acrilico
80 × 120 cm (opera di Pitta-Battista)
2. Tra cielo e terra
Tecnica mista: fotografia, stucco e acrilico
74 × 134 cm (opera di Pitta-Battista)
3. Migrating
Tecnica mista: fotografia, acrilico e stucco
90 × 130 cm (opera di Pitta-Battista)
4. Artista Gianni Pitta
5. Fotografo Raffaele Battista