MA’ – Di parti e di rinascite nel carcere femminile Ricerca e laboratorio nella sezione femminile del carcere di Lecce

Il 21 aprile, durante una conferenza stampa convocata, nella Sala conferenze della Casa Circondariale di Lecce, è stato presentato il progetto vincitore del bando FUTURA-LA PUGLIA PER LA PARITÀ lanciato dal Consiglio Regionale della Puglia, dal titolo MA’- Di parti e di rinascite nel carcere femminile.

Alla conferenza stampa hanno preso parte Loredana Capone, Presidente del Consiglio Regionale della Puglia, Maria Teresa Susca, direttrice della Casa Circondariale di Lecce, Luigi De Luca, direttore del Polo biblio-museale di Lecce, Franco Ungaro, direttore dell’Accademia Mediterranea dell’Attore, le attrici-pedagoghe Carmen Ines Tarantino e Benedetta Pati insieme alla associazione Antigone e a Giovanni Chiriatti di  Kurumuny Edizioni.

Si tratta di un progetto educativo incentrato sul tema dell’essere madri che si svolgerà  all’interno della sezione femminile di alta sicurezza della Casa circondariale del capoluogo salentino coinvolgendo non solo un gruppo di detenute ma anche le donne madri dei settori educativo, amministrativo, medico e di polizia penitenziaria.

Le partecipanti sono chiamate a utilizzare i linguaggi del teatro e del video per indagare, raccogliere e restituire, all’esterno e all’interno del carcere, frammenti emotivi, visivi e narrativi sul tema. Tutte le donne coinvolte concorreranno alla costruzione di una trama innovativa e inedita, intessuta da più punti di vista, sguardi e reazioni.

L’obiettivo è quello di evidenziare la condizione delle madri recluse, attraverso un’attività di ricerca e di laboratorio teatrale che porterà a realizzare una coralità di racconti e testimonianze che confluiranno in un lavoro di arte audiovisiva realizzato da Mattia Epifani di Muud Film, da Carmen Ines Tarantino e Benedetta Pati.

“Perché l’8 marzo non fosse solo una serie di convegni parlati: per questo nasce il bando Futura, e perché volevamo essere di supporto a tutte quelle bellissime realtà, culturali e sociali, con progetti straordinari e utili che, però, non prevedono sbigliettamento e quindi rischiano di restare chiusi in un cassetto – ha detto Loredana Capone -. La risposta è stata a dir poco incredibile e i contenuti tutti di sostanza, quella bella che indaga e va a fondo, che fa del dialogo e del confronto la sua misura e la sua ricchezza. Ma’ è certamente uno di questi. Madre e carcere è certamente un ossimoro e per questo apprezzo molto l’impegno di tantissime associazioni affinché le madri con figli piccoli possano scontare misure alternative alla detenzione in carcere. E d’altra parte la legge lo prevede. Serve più coraggio, forse, e più strutture”.

Il progetto  è articolato in cinque fasi: la prima di ricerca collettiva, documentazione e confronto con la rete di partenariato; la seconda che prevede un periodo intensivo di sei giornate nella sezione femminile della Casa Circondariale fatto di incontri laboratoriali con le detenute e con il personale educante e amministrativo.

Il terzo step riguarda la creazione di una residenza artistica nella sede del Polo Biblio-museale di Lecce finalizzata alla selezione dei materiali, scrittura sceneggiatura e produzione del contenuto audio-visivo artistico.

La fase finale prevede la presentazione al pubblico di una installazione video nelle tre sedi del Polo Biblio-Museale, della Casa circondariale di Lecce e della sede di Kurumuny a Martignano.