
I linguaggi, le opere e gli interpreti del teatro contemporaneo in musica costituiscono una componente qualificante della programmazione a Matera della rassegna VivaVerdi Multikulti 2025, organizzata e promossa dall’associazione Arterìa, che si propone come “Cantiere di arte, cultura e spettacolo dal vivo” nel quale convergono tutte le espressioni artistiche e dove si attraversano i saperi dell’uomo, dall’antropologia alla musica, dalla letteratura alla filosofia. La dimensione multiculturale che contraddistingue il cartellone, rappresenta un elemento di particolare rilevanza che ne attesta il valore all’interno del panorama culturale del Mezzogiorno. Con ventotto edizioni consecutive alle spalle, il festival si conferma contenitore consolidato di idee, progettualità e innovazione artistica, contribuendo in maniera significativa alla diffusione e valorizzazione delle arti performative contemporanee.
“Intersecazioni” è il tema che fa da filo conduttore della rassegna, evocato graficamente da un acquerello dell’artista Pino Oliva, raffigurante una ghirlanda fluttuante che sembra richiamare a sé eteree figure umane, sullo sfondo di un cielo dai toni e dalle sfumature di un intenso tramonto estivo. Il concept rimanda al rapporto tra giovani e anziani, tra sacro e umano, micro e macrocosmo, antico e contemporaneo. È un progetto in cui gli opposti si incontrano e si intrecciano nella molteplicità dei linguaggi artistici, delle epoche, delle culture e dei territori.
Nella 29ª edizione della manifestazione, il Teatro in Musica ha assunto un ruolo di primo piano, caratterizzando la prima parte del programma che si è svolta tra il 15 e il 21 luglio, sulla Terrazza della Fondazione Le Monacelle, complesso monumentale nel cuore antico della Città dei Sassi sullo sfondo della Murgia. Sono state molto apprezzate dal pubblico, numeroso a tutte le rappresentazioni, sia le produzioni originali di Arterìa “Signor Buio” e “Bos Lassus: e mò?” sia la produzione mutuata da IAC Centro Arti Integrate “Sembra Amleto”.
Ha inaugurato la stagione 2025 del festival la prima assoluta di Signor Buio, spettacolo per l’infanzia scritto e diretto da Giovanna Staffieri, andato in scena nelle sere del 15 e del 16 luglio con Anna Onorati e Simone Castano, interpreti e coautori dei testi. Una pièce nata «per e con i bambini», immaginata dalla sua regista «come una festa a cui tutti sono invitati, anche gli adulti, perché tutti ci ritroviamo a guardare nel buio e oltre esso, e quello che vediamo dipende solo dai nostri occhi». Ad accrescere il mistero e la magia di Signor Buio le musiche di Mirko Macina e Anna Onorati, i video di Luca Acito e i disegni della piccola Elena Macina, il disegno luci di Giusi Dezio e i costumi di Marilena Girardi.
Dalla paura del buio al sogno di libertà del bue dagli occhi grandi e dall’anima energica, simbolo della città di Matera e della sua coscienza collettiva, a cui Arterìa ha dedicato la produzione internazionale Bos Lassus: e mò? diretta dal pluripremiato regista e coreografo statunitense Joe Deer. Favola araldica generata dalla fantasia degli autori Grazia Lascaro e Dario Carmentano, proposta in prima assoluta nel 2024 e rappresentata nuovamente, a grande richiesta del pubblico, il 19 e il 20 luglio. Sul palco, gli attori Nando Irene, Simone Castano, Milena Orlandi, Giovanna Staffieri, Anna Onorati e Anna Rosa Matera, tra le musiche di Loredana Paolicelli e Vito Soranno e gli arrangiamenti di Gianluigi Borrelli e Salvo Nigro, con i costumi di Stefano Cavalleri e le luci di Carlo Iuorno.
Bos Lassus è una dichiarazione d’amore che Deer ha saputo cogliere e trasferire nella sua regia ispirata al teatro povero di ricerca anziché allo stile broadwayano, come lui stesso ha dichiarato nelle sue note. Spettacolo dallo spirito irriverente e con elementi magici che, insieme a sogni d’amore e sentimenti di appartenenza, caratterizzano il viaggio esperienziale dell’antico animale, portandolo ad una consapevolezza identitaria di sé stesso.
A chiudere il ciclo degli appuntamenti teatrali è stata la performance “Sembra Amleto” scritta e interpretata da Francesco Zaccaro con la regia di Ivano Picciallo. La sera del 21 luglio, sulla terrazza gremita delle Monacelle, si è compiuto il rito catartico di un funambolo abilissimo nell’incarnare ruoli e registri opposti. Con una riscrittura “fresca e grottesca” della celebre tragedia shakespeariana, il principe di Danimarca e i suoi personaggi sono stati trasposti nel corpo di un Amleto autoctono, attraverso un travolgente monologo che ha esplorato la fragilità umana, accendendosi e consumandosi su una scena segnata da pochi oggetti simbolici. Morti i personaggi, l’attore ha potuto finalmente lasciare il posto all’uomo.
«Tutto questo “sembra”, perché questo è recitabile. È la veste, o la scena, del dolore. Quello che è in me va oltre lo spettacolo» (da “Amleto”, Atto I, scena II) e su queste parole si sollevava il canto Rom “Djlem dlem”, intrecciandosi alle strazianti parole dell’uomo a sua madre.
Ricordiamo, inoltre, che la prima tranche del cartellone prevedeva anche la rappresentazione dello spettacolo I Fiori di Papavero. Storia dell’artista che affrescò la Cripta dei Cento Santi, monologo con l’attrice Angela De Gaetano, unica interprete e regista della drammaturgia degli autori materani Dario Carmentano e Grazia Lascaro. Lo spettacolo, che doveva andare in scena nelle serate del 16 e 17 luglio, è stato rinviato per motivi tecnici e sarà pertanto riproposto in una data da definirsi nella seconda parte della rassegna.
«Quella che si è appena conclusa – dichiara la direttrice artistica Loredana Paolicelli – è stata una sessione molto poetica, legata al teatro di ricerca, intrisa di metafore e simboli. Abbiamo vissuto una settimana meravigliosa e siamo ancora incantati dalle interpretazioni a cui abbiamo assistito. Sono state giornate di lavoro intenso da parte di tutto il team, di cui sono orgogliosa e onorata di rappresentare, dalla promozione alla comunicazione, dalla direzione tecnica alla fotografia di produzione, dalla direzione della produzione all’accoglienza. L’invisibile lavoro “dietro le quinte”, voglio ricordarlo, è svolto dai suoi soci, molti dei quali sono under 35. Arterìa opera sul territorio da 35 anni, il festival ha compiuto 29 anni e noi proseguiamo imperterriti nel nostro percorso fatto di passione e volontariato. Il Vivaverdi Multikulti usufruisce di contributi pubblici, dal Comune di Matera e dal Ministero della Cultura attraverso il F.U.S., è iscritto nell’albo degli operatori dello spettacolo della Regione Basilicata, riceve i contributi parastatali della Fondazione Carical e si avvale anche del sostegno di partner privati che seguono le nostre attività artistiche».
La rassegna osserverà una pausa estiva nel mese di agosto. La seconda parte del cartellone di eventi ripartirà da settembre e si articolerà in una programmazione che fino a dicembre proporrà un fitto repertorio di concerti, a cadenza settimanale, ma si arricchirà anche di residenze artistiche e masterclass in ambito musicale.
La seconda tranche di “Intersecazioni”, VivaVerdi Multikulti 2025 – 29ª edizione sarà aperta
venerdì 5 settembre, Fondazione Le Monacelle, ore 20.30
Concerti e Residenze SUMMIT – Omaggio a Piazzolla / Mulligan
con Vito Soranno sax baritono, Antonio Ippolito bandoneón, Loredana Paolicelli pianoforte, Antonio Carmentano contrabbasso
Sito web: https://www.arteriamatera.it/vivaverdi-2025/
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