Mola di Bari – Agli AREA Open Project e alle Faraualla il Premio Enzo Del Re 2025.

Si è svolta ieri a Mola di Bari, la settima edizione di Maul il concerto/tributo al cantastorie molese. Sul palco anche Francamente, Giin, Donbruno. L’Arena del Castello di Mola presto intitolata a Enzo Del Re.

Si è svolta per il settimo anno consecutivo, nell’Arena del Castello di Mola di Bari, MAUL – Molese Anarchico Uomo Libero il concerto/tributo per ricordare Enzo Del Re, l’ultimo cantastorie di Mola di Bari, cantaprotestautore e corpofonista, nato nel 1944 e morto il 6 giugno 2011. Un omaggio, in un’Arena ogni anno più affollata, a una delle figure più rappresentative del territorio pugliese. Un uomo che ha cantato di ,diritti, chiesto attenzione per la sua terra, urlato il disagio di chi non ha visto riconosciuto ciò che gli spettava, degli sfruttati, di chi è stato costretto a lasciare il proprio paese d’origine, di chi è rimasto sul posto a lottare per se stesso e per gli altri.

MAUL è un incontro di voci, suoni e memorie che riparte dal pensiero e dalle parole di uno dei più grandi cantastorie pugliesi. Un momento in cui la musica si fa racconto, e ogni artista reinterpreta, con la propria voce, il proprio stile, canzoni che hanno attraversato il tempo per parlare ancora oggi di dignità, di lavoro, di libertà.

Sul palco artisti e artiste che, insieme con qualche loro brano, hanno reinterpretato anche un brano della grande produzione musicale di Del Re.

Una serata coinvolgente durante la quale il sindaco Giuseppe Colonna ha anche annunciato l’intenzione di intitolare l’Arena del Castello proprio a Enzo Del Re.

Ad aprire la serata i Donbruno, selezionati tra i gruppi che hanno partecipato con una cover di Enzo Del Re all’ 1 maggio Maul, qui a Mola di Bari. Domingo Bombini al basso elettrico, loopstation e synth e Niccolò Mastrolonardo alla batteria. Hanno eseguito “T’adore e t’ ringraz’” accompagnati dalla danzatrice e coreografa Brunella Valdesi D’Agostino.

Subito dopo GIIN, pseudonimo di Ginevra De Tommasi, chitarrista, autrice e cantante che si sta affermando sulla scena musicale italiana grazie a un sound personale e riconoscibile. A lei è stata affidata “U navgand”, una delle canzoni più significative di Enzo Del Re, una canzone necessaria per ricordare il 35enne Sebastiano Brunetti che ha perso la vita a bordo della nave Jolly Verde della compagnia di navigazione Ignazio Messina. Da sempre Mola fornisce lavoratori alla compagnia, da sempre gli uomini di Mola di Bari riconoscono nel mare un punto di riferimento per il loro presente e per il loro futuro delle loro famiglie.

E’ toccato poi a Francamente, progetto torinese trapiantato a Berlino, nota al grande pubblico per la partecipazione a X Factor. Dal 2021 fa parte del collettivo “Canta Fino a Dieci”, insieme con Anna Castiglia, Rossana de Pace, Irene Buselli e Valeria Rossi. Si tratta di un collettivo transfemminista, una rete di cantanti e di musiciste, che ha come obiettivo l’abbattimento delle disparità di genere nell’industria musicale.

Sul palco con lei Carmine Calia a moog, synth, fisarmonica, basso. Ha proposto un brano di Enzo Del Re del 1968: Il padrone mi ha detto”.

Il primo Premio Enzo Del Re è stato assegnato al quartetto vocale FARAUALLA che usa la voce come “strumento”, attraverso la pratica della polifonia e la conoscenza delle espressioni vocali di diverse etnie e di periodi storici differenti. Le Faraualla – Gabriella Schiavone, Teresa Vallarella, Maristella Schiavone e Loredana Savino – hanno eseguito “Il banditore”.

MOTIVAZIONE PREMIO FARAUALLA

«Il Mare è Culla e Tempesta. La Natura maltrattata dall’uomo e mai arrendevole è Culla e Tempesta. I Bambini, vere vittime di questi tempi oscuri, che soffrono senza capirne il motivo, ma che inesorabili cercano la gioia di vivere, sono Culla e Tempesta». 

Con queste parole le Faraualla descrivono il loro ultimo album, tutto quello che è sotto i nostri occhi ogni giorno.

“Culla e tempesta” credo sia il modo per definire la voce di Enzo Del Re, dalla musica del Navigante all’invettiva di Scitt’rà. Per questo, per la loro storia esemplare, unica, di band tutta al femminile che è entrata nel cuore del pubblico attraverso la forza espressiva della voce, per i loro 30 anni di carriera, un’unione che sprigiona autodeterminazione, forza e bellezza, il Premio Enzo Del Re 2025 alle Faraualla, insieme dal 1995!

Hanno chiuso la serata gli AREA Open Project che sul palco hanno portano l’impegno del Area International POPular Group, gruppo musicale d’avanguardia che aveva come obiettivo il superamento dell’individualismo artistico per creare una «musica totale, di fusione e internazionalità». Patrizio Fariselli al pianoforte, tastiere e direzione musicale, Claudia Tellini la voce degli Area Open Project, Stefano Fariselli sax soprano, flauti, clarinetto basso ed Ewi, hanno eseguito “Lavorare con lentezza” e subito dopo un pezzo che non lascia scampo “Luglio agosto settembre nero”.

MOTIVAZIONE PREMIO AREA

la musica, come ricerca e sperimentazione, gioia e rivoluzione. “Gioia e rivoluzione” è il titolo di un brano degli Area degli anni 70, anni in cui la strada della band di Patrizio Fariselli si incrocia con quella di Enzo Del Re.

Hanno più volte condiviso il palco, temi comuni, l’impegno e la sensibilità politica e con Demetrio Stratos, scomparso nel 1979 a soli 34 anni, hanno esplorato il corpofonismo, come lo definiva Del Re. Il linguafono era lo strumento di Enzo Del Re, il corpo capace non solo di risuonare, ma di suonare, intonare e armonizzare oltre il limite delle convenzioni. 

Il concerto/tributo è la sintesi del progetto “MAUL. Omaggio ad Enzo Del Re”, è un progetto in continua evoluzione dell’associazione culturale ETRA E.T.S. presieduta da Luciano Perrone coordinatore generale del progetto, e della Libreria Culture Club Cafè. Con la direzione artistica di Timisoara Pinto, anche autrice per la casa editrice Squi[libri] del libro “Lavorare con lentezza, Enzo Del Re il corpofonista”, la direzione organizzativa di Luciano Perrone e Michele Campanella e il coordinamento territoriale di Domenico Sparno.

Nelle prime edizioni prezioso è stato il contributo di Rodolfo Vaccarelli.

Il Premio è stato realizzato dall’artista pugliese Nicola Genco con materiali poveri come il ferro e il vetro: una scala per gridare dall’alto e vedere lontano, una sedia per i rintocchi secchi delle mani di Enzo Del Re, il suo basco rosso e una scheggia di vetro che rappresenta appieno il suo carattere, trasparente, sincero, ma anche duro, spigoloso e tagliente proprio come i suoi canti.

Il manifesto di questa edizione è stato firmato da Mauro Bubbico e cala la figura del cantaprotestautore nei terribili fatti della contemporaneità, Un gilet e un ombrello con i colori della Palestina a rappresentare quanto sta avvenendo a Gaza, le ali per volare sui cieli dei territori difficili, quelli di guerra, quelli dei diritti mancati, quelli del genocidio.

Il logo di MAUL è dell’illustratrice pugliese Mariagrazia Proietto.

Negli anni tanti musicisti ospiti di MAUL hanno riletto i brani di Enzo Del Re: da Peppe Servillo e Natalio Mangalavite, a Frida Bollani Magoni, Giovanni Truppi, Fausta Vetere, Renzo Rubino. Da Ascanio Celestini ad Andrea Satta, da Peppe Voltarelli a Micol Arpa Rock ad Alessandro D’Alessando e Antonella Costanzo, da Paolo Benvegnù e Elena Ledda e Mauro Palmas, sino a Vito Forthyto Quaranta, Peppe Barra, Erica Mou, Tonino Zurlo, Piero Brega e Oretta Orengo, Ginevra Di Marco, Roy Paci, Cristiana Verardo, Ual-la!, i Tarantati Rotanti di Antonio Infantino, Vinicio Capossela, Daniele Silvestri (questi ultimi vincitori del Premio Enzo Del Re 2023 e 2024).