Lo studio, realizzato grazie all’intesa tra Fondazione Museo Diocesano e Università degli Studi di Padova – che hanno messo in campo due giovani e brillanti studiosi – ricostruisce la genesi della collezione disegnativa Piepoli-Spadavecchia, giunta al Museo Diocesano di Molfetta nel 2013, per volontà di Virginia Piepoli, desiderosa di non disperdere un fondo di importanza storica e artistica.
Tra i disegni, gli storici dell’arte Cecilia Veronese e Francesco De Nicolo, hanno riconosciuto le mani di vari artisti che hanno calcato le scene dell’arte del Sei e Settecento nel sud Italia. Oltre a Corrado Giaquinto, di cui è stata individuata con certezza la sua attività come discepolo di Solimena, sono presenti lavori di Gliri, De Mura, Carella, Cavalier d’Arpino e della bottega dei Porta, con un importante nucleo di Nicola Porta, oltre a molti allievi minori.
Sono stati decodificati inoltre i rapporti tra le botteghe della Terra di Bari, attive nella decorazione delle chiese e delle abitazioni del tempo, in un intreccio di relazioni lavorative e talvolta familiari, sinora per lo più inedite. Individuati disegni con riferimenti ad opere dislocate tra Andria, Altamura, Molfetta, Bitonto, Giovinazzo, Ruvo, derivanti e ispirate dallo studio dei maestri che operavano a Napoli e Roma. E proprio da Roma proviene una parte dei disegni, portata a Molfetta dall’allievo di Giaquinto, Nicola Porta.
Una pubblicazione di oltre trecento pagine che offre alla comunità degli studiosi l’intera schedatura della collezione, ponendosi più come un punto di partenza per nuove deduzioni e indagini che come un punto di arrivo. Le novità emerse sono tante e ricche di risvolti ancora da indagare, per cui il Museo Diocesano di Molfetta intende aprirsi al dibattito scientifico per i prossimi anni.
Lo studio, pubblicato da Claudio Grenzi editore, verrà presentato venerdì 10 novembre alle ore 20.00 presso l’Auditorium “Achille Salvucci”, alla presenza del direttore del vescovo Mons. Domenico Cornacchia, del presidente della Fondazione Museo Diocesano don Angelo Mazzone, del Museo Diocesano don Michele Amorosini, degli autori e dell’editore.
Contestualmente sarà inaugurata la mostra nei nuovi Ambienti del Seminario Vescovile annessi al Museo Diocesano, a ingresso libero sino a fine anno.