
Tra gli obiettivi, la diffusione dell’app iNaturalist-nauticAttiva tra utenti del mare e diportisti e l’attività di monitoraggio con ricercatori e studenti del Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali dell’ateneo barese a bordo delle barche confiscate alla criminalità organizzata e affidate dallo Stato alla Lega Navale


Conoscere l’ambiente marino e costiero per proteggerlo, coinvolgendo attivamente i cittadini nel monitoraggio dei rifiuti e delle specie marine. In occasione oggi della Giornata Mondiale dell’Ambiente, dedicata quest’anno al tema del contrasto all’inquinamento da plastiche, la Lega Navale Italiana e il Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali dell’Università di Bari – nell’ambito della rinnovata collaborazione tra l’ateneo barese e la LNI, il principale ente pubblico associativo nazionale che si occupa di mare e acque interne – lanciano una nuova campagna estiva del progetto di citizen science “nauticAttiva”.
Presentato al pubblico nel 2022, il progetto è stato avviato in via sperimentale in Puglia ed esteso successivamente a livello nazionale con l’obiettivo di raccogliere informazioni e segnalazioni sui rifiuti in ambiente marino e costiero e sull’avvistamento di specie marine di interesse conservazionistico. Alla base di “nauticAttiva” vi è un approccio di citizen science, basato sul coinvolgimento nell’attività scientifica dei cittadini. Scaricando dai principali store online l’applicazione “iNaturalist”, è possibile unirsi al progetto “nauticAttiva” che consente di caricare foto, condividere le proprie segnalazioni e consultare le osservazioni pubblicate dalla community. Grazie all’app, è possibile ottenere automaticamente la classificazione e la geolocalizzazione degli elementi individuati nelle immagini. Ciò consente di disporre di una notevole quantità di dati in breve tempo per poter analizzare e affrontare il problema dell’inquinamento da rifiuti e plastiche e la relativa interazione con gli ecosistemi. A partire da quest’anno, il progetto diventa una campagna permanente di cittadinanza attiva che vedrà il coinvolgimento nella raccolta dati dei soci della Lega Navale Italiana, di diportisti e utenti del mare e delle spiagge e verrà integrata dalla LNI in tutti i programmi e le iniziative di salvaguardia ambientale.
Nel quadro della collaborazione LNI-UniBa, sono state recentemente svolte attività di campionamento a bordo della barca a vela “Eros”. Si tratta di una delle 25 imbarcazioni confiscate alla criminalità organizzata e affidate dallo Stato alla LNI che le impiega in attività di pubblico interesse legate al mare e le ha intitolate alla memoria di vittime della mafia o del terrorismo nell’ambito della campagna “Mare di Legalità”. Su questa barca simbolo di legalità e inclusione sociale, sottratta al traffico di migranti e oggi intitolata alla memoria di Piersanti Mattarella, sono saliti a bordo i ricercatori e i dottorandi del Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali dell’ateneo con i soci della Lega Navale di Bari. Il monitoraggio si è svolto nell’area portuale barese, seguendo i protocolli del Sistema Nazionale per la Protezione Ambientale (SNPA) per l’analisi delle microplastiche. I campioni sono stati raccolti sia in superficie con rete “manta” sia sul fondale tramite benna. I risultati delle analisi effettuate mostrano che oltre il 50% delle microplastiche presenti nei campioni d’acqua analizzati appartiene alla categoria dei filamenti, la tipologia più diffusa negli ambienti marini, con colori prevalenti blu e nero, spesso confusi dagli organismi marini con il cibo. L’origine di queste particelle è spesso legata agli scarichi delle lavatrici, che rilasciano microplastiche durante il lavaggio dei tessuti, oppure alle attrezzature da pesca e ai materiali sintetici utilizzati nel settore, che, persi o degradati in mare, contribuiscono alla loro dispersione. La ricerca, che proseguirà nei prossimi mesi nell’area antistante il porto di Brindisi e nel Golfo di Taranto, ha evidenziato valori lontani dalla definizione di “buono stato ambientale”. L’obiettivo è quello di ottenere una caratterizzazione integrata dell’ambiente marino-costiero dei siti regionali caratterizzati da un forte impatto antropico e diffondere le buone pratiche per la salvaguardia ambientale tra cittadini e stakeholder istituzionali.
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