Naspi in aumento e lavoro nero: UGL Puglia svela la crisi nascosta dietro i dati ufficiali del rendiconto sociale Inps

Bari, 9 ottobre 2025 – Il rendiconto Inps per il 2024 fotografa una situazione occupazionale in Puglia particolarmente preoccupante, soprattutto per quanto riguarda la disoccupazione femminile, che raggiunge l’11,2%, oltre quattro punti sopra la media nazionale. Nonostante un leggero aumento degli occupati e un calo generale della disoccupazione al 9,3%, permangono criticità strutturali, come sottolineato dalla direttrice regionale Inps Puglia, Benedetta Dito.

Il tasso di inattività in Puglia è cresciuto di un punto percentuale raggiungendo il 43,5%, con 1.080.000 persone inattive, due terzi delle quali donne. Particolarmente allarmante è anche l’incidenza di giovani NEET (21,4%), con la regione ai primi posti in Italia per giovani che non studiano né lavorano, ben al di sopra della media nazionale (15,2%).

La bassa occupazione femminile (35,9%) e la crescente precarietà contrattuale sono tra le sfide più gravi che pesano sul mercato del lavoro pugliese. A queste si aggiunge il problema del nanismo imprenditoriale, con solo 43 grandi imprese presenti in tutta la regione, anche questo un segno di un sistema produttivo fragile.

Le differenze di genere e territoriali sono evidenti, con solo il 37,6% delle donne occupate rispetto al 65% degli uomini, e con Taranto che registra il dato più basso per l’occupazione femminile (22%). La provincia di Bari mostra maggiore capacità di assorbire lavoro qualificato, mentre aree come il Salento rimangono legate a settori tradizionali e turistici.

Il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro si conferma un problema serio: il 42% dei contratti attivati dalle imprese pugliesi nel 2024 ha incontrato difficoltà nel reperimento delle figure professionali necessarie, specie per le professioni tecniche e specializzate.

Giuseppe Sanzò, rappresentante UGL nel Comitato regionale Inps Puglia, nel suo intervento a dichiarato:

Ritengo che quattro indicatori rappresentino oggi i nodi cruciali delle problematiche sociali in Puglia: Naspi, Cig, calo delle disoccupazioni agricole, incremento dei pensionati. L’aumento delle Naspi ci dice chiaramente che la precarietà contrattuale è ampiamente diffusa e che molte persone perdono il lavoro involontariamente. Fortunatamente, molte di queste perdite vengono mitigate dall’uso crescente degli ammortizzatori sociali, ma questo è anche un chiaro segnale di difficoltà profonda del nostro tessuto produttivo. Inoltre, la diminuzione delle disoccupazioni agricole non è necessariamente un dato positivo: spesso indica un aumento del lavoro in nero, che espone i lavoratori a rischi pesanti per la salute e la sicurezza. Infine, l’aumento costante del numero di pensionati è un campanello d’allarme sul progressivo spopolamento della regione, dovuto soprattutto all’emigrazione dei giovani e a un basso tasso di natalità, conseguenze dirette delle incertezze e delle difficoltà legate alla precarietà e alla crisi produttiva.

A seguito di queste considerazioni, Marcello Fazio, segretario regionale di UGL Puglia, presente alla presentazione del rendiconto, a margine della stessa ha aggiunto:

Lo avevamo detto in un recente comunicato stampa, nel quale ritenevo importante ridurre i diffusi toni di trionfalismo sui dati occupazionali, perché la realtà è ben diversa. La Puglia continua a dover fare i conti con problemi strutturali importanti: lavoro precario, disoccupazione femminile troppo alta, giovani esclusi dal mercato e un tessuto produttivo che fatica a reggere. Non basta contare il numero degli occupati, bisogna garantire stabilità, qualità del lavoro e diritti concreti a chi lavora. Per questo l’UGL continuerà a battersi con decisione per politiche serie e investimenti concreti che rilancino realmente il lavoro in regione.