NSC – Il Sindacato del Carabiniere – accenna sull’amaro argomento del contratto di lavoro che affligge negativamente il personale e che si ripercuote gravemente sulla sua vita lavorativa e di riflesso sulle loro famiglie, «apprendiamo che molti sono gli appelli formulati al governo da parte delle più prestigiose sigle sindacali di polizia che chiamano il confronto con il comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico in tema di contratto, che ricordiamo, è fermo al 31 dicembre 2021 e che parrebbe non essere presente nell’agenda dei lavori dell’attuale governo Meloni» – spiega N. Magno Segretario Generale NSC regione Puglia. L’aumento smisurato del carovita in fatto di beni e servizi soprattutto nell’ultimo biennio che sembrerebbe essere il risultato di ciò che sta accadendo al di là dei nostri confini non può ricadere sui nostri sacrifici – insorge il sindacalista pugliese che aggiunge – «i pesanti riverberi che inevitabilmente si ripercuotono sui carabinieri lavoratori, su tutti gli appartenenti alle FF.OO., sembrano essere il risultato di un non voler appositamente riconoscere il sacrificio di coloro che per lo Stato lavorano incessantemente sulle nostre strade a tutela e garanzia dell’ordine della sicurezza pubblica e che non può e non deve essere dimenticato, disincentivato anche per quanto concerne l’aspetto stipendiale – sottolinea il sindacalista che conclude – una remunerazione che, dati alla mano, risulta essere tra le più basse negli ultimi decenni se guardiamo gli altri paesi e che ha negativamente standardizzato una classe di lavoratori afflitti già abbondantemente dal problema in barba a leggi scarne a sua tutela, ed un turnover indispensabile per rinfoltire gli organici a beneficio di uno svecchiamento necessario se si considera che l’età media di un carabiniere tocca in media 47 anni. »