
INSERITE ANCHE 4 CULTIVAR RESISTENTI A XYLELLA SENZA LIMITI DENSITÀ D’IMPIANTO
Dopo un iter procedurale durato 4 anni è stato approvato dal MASAF il decreto in via definitivo
Parte il rilancio dell’olio extravergine di oliva DOP Terra d’Otranto, con l’approvazione del nuovo disciplinare che si basa su tre pilastri sostanziali, garanzia dell’origine, altissima qualità dell’olio e libertà d’impresa, per ridare slancio all’EVO prodotto anche con le nuove coltivar resistenti alla Xylella fastidiosa. E’ Coldiretti Puglia a salutare con grande soddisfazione, in occasione della presentazione ufficiale alla Camera di Commercio di Lecce, l’approvazione definitiva del nuovo disciplinare dell’olio extravergine di oliva DOP ‘Terra d’Otranto’, frutto del lavoro lungo e certosino portato avanti caparbiamente dal presidente del Consorzio Giovanni Melcarne, che è stato fortemente sostenuto, in considerazione della lungimiranza e della qualità del percorso di rinnovamento, da Coldiretti e UNAPROL, Consorzio Olivicolo Italiano.
Particolarmente importanti le novità contenute nel Decreto ministeriale che riguardano le cultivar con le quali può essere prodotto l’olio con la denominazione protetta ‘Terra d’Otranto’. Il prodotto dovrà contenere per il 60%, oltre alle cultivar tradizionali Cellina di Nardò e Ogliarola, anche le nuove cultivar resistenti/tolleranti alla Xylella, Leccino, FS17, Lecciana e Leccio del Corno. La zona di produzione degli oliveti ricade nell’intera provincia di Lecce e in parte delle province di Brindisi e Taranto, senza limiti di densità di impianto, all’insegna dalla libertà d’impresa da salvaguardare.
Nel dettaglio le nuove norme abbassano gli indici di acidità ed il numero dei perossidi, a tutela della qualità del prodotto, per cui si potranno utilizzare olive raccolte massimo entro il 15 novembre, mentre prima il limite era entro al 31 gennaio e dovrà essere obbligatoriamente confezionato entro l’anno di produzione, con l’Organismo affidatario del controllo a cui sarà richiesto di verificare ed effettuare una stima pre-raccolta delle olive, al fine di rafforzare la tracciabilità del prodotto, sventando – spiega Coldiretti Puglia – qualsivoglia tentativo di spacciare per Made in Italy ‘Terra d’Otranto’, olio che non ha nulla a che fare con il territorio di produzione.
Il nuovo disciplinare contiene, poi, una semplificazione di tutte le norme da seguire nella presentazione e nelle caratteristiche chimico fisiche ed organolettiche del prodotto DOP. E’ un risultato degno di risalto che arricchisce ulteriormente l’olivicoltura pugliese, presente su oltre 370mila ettari di terreno coltivato, con 5 oli extravergine DOP, 1 IGP Olio di Puglia. L’olivicoltura pugliese è la più grande fabbrica green del Mezzogiorno d’Italia – conclude Coldiretti Puglia – con 60 milioni di ulivi, il 40% della superficie del Sud, quasi il 32% nazionale e l’8% comunitaria ed un valore di 1 miliardo di euro di PLV (Produzione Lorda Vendibile) di olio extravergine di oliva.