Ospedale “Pirenei” di Altamura coinvolto nella missione solidale Una Nuova Luce per il Centrafica

Una nuova luce per il Centrafrica: Fondazione F dona strumenti oftalmologici all’Ospedale Generale di Bangui

La missione, giunta alla seconda edizione, è stata guidata dal Dott. Vito Primavera, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Oculistica dell’Ospedale “Pirenei” di Altamura

Milano, 29 Ottobre 2025 – Nel cuore dell’Africa, a Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana, dove la povertà e la fragilità dei servizi sanitari rendono difficile anche l’accesso alle cure più essenziali, è stata recentemente allestita una Sala Operatoria Oftalmologica presso l’Ospedale Generale della città. Un traguardo reso possibile grazie anche alla donazione di apparecchiature mediche altamente specializzate da parte di Fondazione F: un perimetro computerizzato, un tonometro ad applanazione e una lampada a fessura digitale, strumenti indispensabili per la diagnosi e il trattamento del glaucoma e di altre gravi patologie oculari.

“Abbiamo scelto di intervenire dove la speranza sembra lontana, ma dove anche un piccolo gesto può cambiare il destino di un’intera comunità. Con il progetto Bangui riaffermiamo il valore universale della cura e della solidarietà: restituire la vista significa in quale modo anche restituire futuro” – dichiara il Dr. Carlo Pizzocaro, Presidente di Fondazione F.

Il progetto nasce nell’ambito dell’iniziativa “Puglia–Bangui: una nuova luce per il Centrafrica”, promossa in collaborazione con la Nunziatura Apostolica, la Comunità di Sant’Egidio (molto attiva sul fronte sanitario in quella terra) e con il sostegno della Regione Puglia, che ha fornito attrezzature chirurgiche e il materiale sanitario necessario.

La missione, giunta alla seconda edizione, è stata guidata dal Dott. Vito Primavera, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Oculistica dell’Ospedale “Pirenei” di Altamura, con il contributo di un team di medici oculisti, un’anestesista, due infermiere ferriste, un’ortottista e un ingegnere elettronico Emilio Sansonetti, responsabile del coordinamento tecnico della missione.

Durante le oltre due settimane di attività in loco, l’équipe ha operato in condizioni logistiche complesse ma con risultati di grande valore: sono stati eseguiti numerosi interventi di cataratta e glaucoma, che hanno restituito la vista a decine di pazienti, e tra questi anche alcuni bambini.
Molti di loro, per la prima volta, hanno potuto guardare i volti dei propri familiari o vedere la luce del giorno dopo anni di buio. In un Paese dove l’assistenza sanitaria pubblica risulta complicata e i costi delle cure gravano interamente sui pazienti, questa missione rappresenta un gesto concreto di equità e di speranza.

Il primo anno è stata allestita la sala operatoria con le attrezzature chirurgiche donate dalla Regione Puglia e si è dimostrato che si potevano operare, anche in quella realtà così complessa, 400 pazienti affetti da cataratte totali spesso bilaterali – come ci ha riferito il dott. Primavera – mentre quest’anno, per espressa volontà di Papa Francesco, abbiamo concentrato la nostra attenzione sui i bambini affetti da cataratta e sull’addestramento di oculisti ed infermieri locali perché possano portare avanti questa iniziativa autonomamente”.


L’iniziativa è stata seguita nel suo percorso anche da S.E. Monsignor Giuseppe Laterza, Nunzio Apostolico in Centrafrica e Ciad, che ha sottolineato “l’importanza di portare la cura dove sembrava non potesse più arrivare”. Il programma si inserisce in una più ampia visione di cooperazione sanitaria internazionale, che punta non solo a donare strumenti, ma anche a trasferire competenze, formare personale locale e garantire continuità alle cure.


È un modello di solidarietà che unisce tecnologia, formazione e umanità, costruendo un legame duraturo tra la Puglia e il Centrafrica, e che testimonia la missione di Fondazione F: contribuire alla cultura scientifica dando vita a progetti e iniziative a sostegno della ricerca, ma anche favorendo l’accesso alle cure per i pazienti che vivono in una condizione sociale più svantaggiata, creando le condizioni per un futuro più egualitario.