PRATICHE SLEALI: COLDIRETTI PUGLIA, E’ STRETTA SU CONTROLLI CON FORBICE PREZZI CHE AUMENTA DA 3 FINO A 5/6 VOLTE DA CAMPO A TAVOLA

Stretta sui controlli contro le pratiche sleali, quando l’aumento dei prezzi al consumo si riflette sulla spesa delle famiglie, con i prezzi che triplicano dal campo alla tavola e i produttori agricoli sono spesso costretti a vendere a prezzi al di sotto dei costi di produzione. Ad affermarlo è Coldiretti Puglia, sulla base dei dati emersi dalla relazione dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF) sull’attività di contrasto alle pratiche commerciali sleali, che in Puglia ha portato ad accertare violazioni nei settori dell’ortofrutta e del lattiero – caseario.

Sono state effettuate verifiche nei confronti di un caseificio, in collaborazione con la Guardia di Finanza, che hanno riguardato i rapporti con alcuni acquirenti di formaggio. Nei confronti di un acquirente (operatore della grande distribuzione) è stata accertata e contestata – si legge nella relazione – la pratica sleale della richiesta al fornitore (caseificio) di pagamenti non connessi alla vendita dei prodotti agricoli e alimentari. Nel settore ortofrutticolo, sono state accertate 6 violazioni ed a seguito di alcune verifiche, in collaborazione con il RAC, presso 2 grossisti, è stata contestata la mancata determinazione del prezzo.

Con la forbice dei prezzi tra produzione e consumo che aumenta da 3 fino a 5/6 volte dal campo alla tavola, su 100 euro spesi dal consumatore per l’acquisto di prodotti agricoli freschi, meno di 20 euro remunerano il valore aggiunto degli agricoltori, ai quali, sottratti gli ammortamenti e i salari, resta un utile di 7 euro, contro i circa 19 euro del macro-settore del commercio e trasporto. Serve attuare appieno il decreto legislativo contro le pratiche sleali nel commercio alimentare che rappresenta una svolta storica – aggiunge Coldiretti Puglia – per combattere le speculazioni sul cibo dal campo alla tavola.

Il decreto legislativo fortemente voluto dalla Coldiretti reca disposizioni per la disciplina delle relazioni commerciali e per il contrasto delle pratiche commerciali sleali nelle relazioni tra acquirenti e fornitori di prodotti agricoli ed alimentari, definendo le pratiche commerciali vietate in quanto contrarie ai principi di buona fede e correttezza ed imposte unilateralmente da un contraente alla sua controparte, razionalizzando e rafforzando il quadro giuridico vigente nella direzione della maggiore tutela dei fornitori e degli operatori della filiera agricola e alimentare rispetto alle suddette pratiche.

Si tratta – precisa la Coldiretti regionale – di pratiche commerciali sleali da vietare che vanno dai ritardi nei pagamenti e annullamenti di ordini dell’ultimo minuto per prodotti alimentari deperibili alle modifiche unilaterali o retroattive ai contratti fino al rifiuto dei contratti scritti fino al divieto di pagare al di sotto dei prezzi di produzione. 

Un intervento normativo fortemente sollecitato da Coldiretti per rendere più equa la distribuzione del valore lungo la filiera ed evitare che il massiccio ricorso attuale alle offerte promozionali non venga scaricato sulle imprese di produzione già costrette a subire l’aumento di costi dovuti alle difficili condizioni di mercato, ma ad essere colpito è anche il meccanismo delle aste al doppio ribasso che provoca forti distorsioni e speculazioni aggravando così i pesanti squilibri di filiera della ripartizione del valore