«Q.45 – Dna dei due mari» –Presentato questo pomeriggio il progetto che vuole un camminamento ciclopedonale sospeso a quarantacinque metri d’altezza sotto il ponte di Punta Penna – Pizzone a Taranto

Presentato a Bari «Q.45 – Dna dei due mari», l’opera che vuole un camminamento ciclopedonale sospeso a quarantacinque metri d’altezza. Dopo Taranto e Lecce, il progetto è stato introdotto anche ai cittadini baresi.


Per presentare l’iniziativa è intervenuto l’architetto Alfredo Foresta, titolare dello studio iArchitettura: «Il ponte è un pensiero. È uno stato d’animo. Abbiamo visto che purtroppo i ponti sono primo elemento che viene distrutto durante la guerra. Le infrastrutture non sono solo un momento strutturale, è un momento in cui l’uomo vince sulla natura attraverso coraggio, metodo ed abnegazione. In questo momento come visione di paese, mi piacerebbe tanto essere paese che ha ereditato la definizione di Belpaese. Oggi abbiamo davanti i giochi dei giovani, il ponte è un collegamento generazionale».

Nel corso dell’incontro sono intervenuti diverse personalità del mondo della politica per chiarire quali sono gli step che interesseranno nei prossimi mesi i giochi. Sul tema è intervenuto Vincenzo Di Gregorio, consigliere Regione Puglia responsabile progetto Giochi del Mediterraneo 2026: «Abbiamo messo a posto le carte ed iniziato le opere più importanti come la piscina e lo stadio. Abbiamo avuto sulla piscina 37 richieste di progettazione, ne stiamo definendo 5. A giugno ci sarà la progettazione finale. Speriamo di aprire i cantieri per inizio anno, altrimenti non ce la faremo senz’altro. C’è una polemica sul commissariamento, non mi appassiona come dibattito. Noi vogliamo fare le cose, siamo pronti a collaborare con tutti. Se arriverà un commissario collaboreremo, sennò lavoreremo soli. È un evento importantissimo, la speranza è quella di uscire dalla cultura dell’acciaio attraverso lo sport. Questi eventi sono occasioni di ripartenza».

Nel corso del dibattito ha parlato anche Filippo Melchiorre, senatore della VII Commissione permanente del Senato della Repubblica: «Con il presidente Marti proveremo a fare un’audizione in commissione sport perché si possa concretizzare la realizzazione di questo ponte. Ho portato nelle scorse settimane la possibilità di candidare l’Italia agli europei del 2032. L’ho fatto perché la Uefa aveva bisogno di avere un documento che fosse condiviso dalle parti politiche. Siamo riusciti ad ottenere il consenso unanime e la risoluzione è passata, risultato eccezionale se consideriamo che il M5S qualche anno fa bloccò le olimpiadi a Roma». Melchiorre continua: «Esistono investimenti e risorse ma al sud non si fa gioco di squadra. Noi dobbiamo sudare per far si che si possa portare a compimento risultati che arrivano in Puglia. Il sud spesso si lamenta del fatto che i soldi non ci sono, il problema è che non vengono spesi bene. Sono contento che il consigliere regionale abbia ammesso di essere in forte o fortissimo ritardo. Noi dobbiamo intervenire. Attraverso tutto il nostro ingegno e le nostre capacità per portare casa il risultato. È probabile che si arrivi a decisioni forti da parte del governo, ma io voglio che si lavori insieme. Abbiamo tanti bei cervelli. Noi dobbiamo essere orgogliosamente tenaci. Quello si sta facendo, mi piace moltissimo. Ecco perché noi con il Presidente prevediamo di fare un’audizione in commissione. Spero che con un gioco di squadra, riusciamo a fare il ponte.

Il progetto «Q.45 – Dna dei due mari» vuole essere un momento di discussione rispetto ad uno degli eventi di maggiore prestigio che la regione Puglia ricordi. L’appuntamento che attende Taranto nel 2026 riguarderà tutto il territorio, a partire dalla città di Bari. È dal capoluogo della regione che s’intende presentare un’iniziativa in grado di discutere sullo stato dell’arte dei lavori. Sulle ricadute di un evento che potrebbe essere volano di crescita per tutti i pugliesi o imperdonabile occasione persa. Si motiva così la tavola rotonda ricca di profili istituzionali. Nei giorni in cui a Roma viene immaginato un ponte in grado di collegare la Calabria e la Sicilia, alla Puglia si chiede di rispondere presente. Scongiurare fin d’ora il rischio che le nostre infrastrutture si presentino come incomplete o insoddisfacenti per i Giochi del Mediterraneo 2026. La proposta e provocazione che questo camminamento pedonale lancia è quella di investire nelle grandi opere oggi, con spirito coraggioso. Così come fu coraggiosa la decisione di realizzare nella città dei due mari, un collegamento che permettesse di solcarli. La politica timida porta a lavori incompiuti, come rischia di essere Taranto il giorno del taglio del nastro.


Enrico Filotico