
Secondo l’Ambasciatore Starace il conflitto sarebbe stato scatenato da pochi potenti in Russia e prolungato da un’altrettanto ristretta cerchia in Occidente Nel libro La pace difficile. Diari di un Ambasciatore a Mosca (pubblicato da Mauro Pagliai nella collana Verità Scomode), l’ex Ambasciatore italiano a Mosca Giorgio Starace racconta in prima persona i drammatici mesi che hanno preceduto e accompagnato l’intervento militare in Ucraina da parte della Federazione Russa. Una testimonianza diretta delle tensioni internazionali e delle implicazioni per l’Italia, l’Europa e il resto del mondo. “Se da un lato la propaganda di Mosca dipinge europei e americani come ‘Occidente collettivo’ – spiega Starace –, la cui cultura e le cui abitudini vanno criticate e osteggiate, lo stile di vita russo assomiglia invece a quello occidentale, con scene di ragazzi che ballano rap e ascoltano musica rock nelle strade di Mosca”. Il vero scandalo però, secondo l’ambasciatore, emerge nell’incapacità delle élite al potere di giustificare un conflitto che ha già causato oltre un milione di vittime e continua a pesare sull’economia russa e su quelle dei paesi europei: “Chi detiene il potere non potrà a lungo ignorare la stanchezza e l’incomprensione della gente, specialmente ora che dovrà dimostrare di aver ottenuto risultati concreti nelle eventuali trattative di pace”. Intanto, il popolo russo moscovita pensa e dice cose come: “Finché per le nostre strade ci sono gli italiani, c’è speranza”. Nel suo libro Starace racconta di esserselo sentito ripetere anche da sconosciuti per strada: “Quando capiscono che sono italiano, mi regalano un sorriso di accoglienza, che stride con la tensione ai vertici, a conferma di quanto il popolo non si riconosca davvero in una guerra che considera imposta dall’alto e senza senso. Il protrarsi del conflitto, soprattutto per ragioni legate anche agli interessi dell’industria della guerra in Russia e in Occidente, non fa che aumentare la sofferenza di una popolazione che non ha mai davvero compreso, né accettato le ragioni di questa lunga, sanguinosa guerra”. Il testo, arricchito dalla prefazione di Lucio Caracciolo, descrive in dettaglio le profonde connessioni tra l’economia italiana e quella russa, nonché l’attrazione che larghi strati dell’intellettualità russa nutrono per il nostro Paese. Scrive Starace: “In tre anni di sanguinose ostilità, abbiamo tutti visto l’alto rappresentante per la politica estera dell’UE Borrel, il capo della diplomazia europea, parlarci quasi unicamente di assistenza militare all’Ucraina, di sanzioni nei confronti della Russia e mai di iniziative concrete europee per porre fine a questo conflitto”. Il volume offre uno sguardo privilegiato sulla parabola storica e politica che ha portato a un punto di svolta nei rapporti con Mosca, tracciando i contorni di un futuro ordine internazionale ancora tutto da definire. Proprio in questa prospettiva, Starace invoca la necessità di un sistema di garanzia collettiva, poiché, a suo avviso, non sarà un semplice accordo tra super potenze a garantire la stabilità e la sicurezza di cui l’Europa e il mondo intero hanno bisogno. Biografia dell’autore Giorgio Starace, nato a Viterbo nel 1959, si è laureato in Economia nel 1982 all’Università Bocconi di Milano. Ha intrapreso la carriera diplomatica nel 1985, prestando servizio in Asia, Stati Uniti e Sud America. È stato Ambasciatore d’Italia negli Emirati Arabi, in Giappone e, infine, in Russia, durante una fase culminata con l’aggressione all’Ucraina da parte delle forze di Vladimir Putin. Attualmente in pensione, Starace è Vice Presidente del Consorzio di aziende Aeneas, attivo nell’industria aeroportuale, e membro della Camera di Commercio Italia-Libia. |