Questa mattina a Lecce la manifestazione promossa dalla Rete Salento per la Pace

Lecce per il disarmo, artisti e attivisti in piazza contro la guerra

Cittadini, associazioni, attivisti, artisti in piazza a Lecce per il disarmo e l’apertura di una via diplomatica alla risoluzione del conflitto russo-ucraino.

Questa mattina, sabato 5 febbraio, a un anno dall’inizio della terribile guerra che insanguina il cuore dell’Europa, aderendo all’appello di Europe for Peace e nell’ambito della mobilitazione della Rete dei Comitati per la Pace di Puglia la Rete Salento per la Pace ha attraversato il centro di Lecce, da Porta Napoli a Piazza Sant’Oronzo, per ribadire il proprio no alla guerra come prassi e chiedere a gran voce ai rappresentanti politici in Italia e in Europa di smarcarsi dalla via dell’escalation militare.

«È tempo di scegliere da che parte stare, è tempo di far sentire la nostra voce»

Il corteo, partito da Porta Napoli, ha raggiunto piazza Sant’Oronzo dove si è tenuto un presidio animato da messaggi e performance contro la guerra, grazie a una folta rosa di musicisti, attori, poeti che hanno aderito alla mobilitazione della Rete, donando il proprio contributo artistico alla causa della pace e del disarmo.

In apertura è stato letto un documento della Rete Salento per la Pace (v. il testo integrale) a sostegno dei portuali di Genova che da tempo combattono contro le operazioni di carico/scarico di armi e dispositivi militari di navi dirette in zone di morte e devastazione.

Quindi, è intervenuto il musicista russo Nikolay Oleynikov in rappresentanza del gruppo Arkady Kots, che da anni si oppone al regime di Putin e dopo l’annuncio della mobilitazione per la guerra ha lasciato il Paese.

Simone Franco ha recitato la poesia “Canto dei morti invano” di Primo Levi.

Redi Hasa ha eseguito il “Preludio” della “Suite n.1” di Bach, lo stesso che Rostropovich suonò nel 1989 mentre crollava il Muro di Berlino.

Ninfa Giannuzzi, accompagnata da Redi Hasa, ha cantato il canto tradizionale ucraino “Oy khodyt’ son” e una versione in lingua iraniana di “Bella ciao”, con un testo che invita a scrivere una pagina nuova della storia, oltre ogni repressione.

Marta Innocente e Andrea Morciano hanno proposto un brano divenuto un classico del movimento pacifista, “La guerra di Piero” di Fabrizio De Andrè.

Renato Grilli ha recitato un canto pacifista.

Alessandro Vigna e Giuseppe Scorrano hanno eseguito il brano “Contro” dei Nomadi, un altro manifesto del movimento pacifista.

Daria Falco e Bruno Galeone hanno portato in piazza “Gallo rojo gallo nero” di Chico Sanchez Ferlosio, simbolo di numerosi movimenti antiregime.

Gianni Seviroli ha letto una sua poesia, “La resa, la sconfitta, la vittoria”.

Da Lecce a Genova contro la via delle armi. Il documento della Rete Salento per la Pace letto in Piazza Sant’Oronzo

Cari amici , amiche, compagni e compagne, è con un grande abbraccio collettivo che vi accolgo oggi qui a Lecce, in questa manifestazione “Lecce per il disarmo”. È necessario gridare insieme un messaggio forte e chiaro che è scritto sullo striscione di apertura: No alla guerra, No alle armi. E lo stiamo facendo con la nostra presenza. Ma prima di iniziare, voglio parlare di un evento storico che ci ha portato a questo momento. Esattamente un anno fa, a Genova, si è tenuta una manifestazione nazionale contro la guerra, promossa dal Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali. Il CALP, già da tempo, combatte contro le operazioni di carico/scarico di armi e dispositivi militari di navi dirette in zone di morte e devastazione. Nonostante la criminalizzazione e i procedimenti giudiziari, “i camalli” hanno continuato a lottare contro il traffico di armi nel porto di Genova. La loro partecipazione alla mobilitazione nazionale antimilitarista e pacifista di un anno fa è stata di grande importanza e oggi, qui a Lecce, vogliamo continuare a portare avanti questo messaggio di pace. Manifestando lo stesso giorno in cui a Genova I portuali hanno indetto manifestazione nazionale contro la guerra “Abbassate le armi, Alzate i salari” L’unica guerra giusta è quella che non si fa. E’ necessario che le lavoratrici e i lavoratori, gli studenti, i disoccupati, le classi subalterne, che subiscono le ripercussioni maggiori di un sistema di accumulazione e sopraffazione, si uniscano per opporsi alla cultura della morte. Solo lottando insieme, possiamo riappropriarci della nostra identità di donne e uomini consapevoli del nostro futuro. È necessario dare una rappresentanza concreta alla maggioranza del paese, a tutti coloro che non vogliono che questa guerra continui, a tutti coloro che rifiutano l’escalation bellica che non accenna a fermarsi e che chiedono con forza la ricerca di una soluzione diplomatica al conflitto. L’anno scorso, 50 premi Nobel hanno firmato un appello per la riduzione del 2% annuo sulle spese militari. Basterebbero 5 anni per creare il cosiddetto “Dividendo della pace”, un fondo che le nazioni potrebbero utilizzare per lottare contro la povertà, le diseguaglianze sociali, le pandemie e i cambiamenti climatici. Ma purtroppo, ai governi, attuali e passati, non interessa. L’opposizione alla guerra, alla vendita di armi e ad una cultura di morte deve partire da noi, dal basso. Quindi, oggi, qui a Lecce, vogliamo alzare la nostra voce e dire basta alla distruzione, alla violenza, alla morte. Basta con la richiesta di aumentare le spese militari. Dobbiamo tutti unirci per creare un mondo migliore, un mondo di pace e giustizia sociale. Grazie a tutte e tutti per essere qui con noi oggi.