
- sabato 31 maggio alle ore 19.00 in villa comunale il IV appuntamento con “La storia di Locorotondo vive”: una rievocazione storica fra i luoghi del borgo antico che quest’anno racconterà la divisione del feudo di Locorotondo avvenuta con una pubblica cerimonia il 29 giugno 1579 con la partecipazione del gruppo di teatro amatoriale “Metti Amore”;
- domenica 1 giugno 2025 l’inaugurazione della XVII edizione del Concorso “Balconi Fioriti” con passeggiate nel centro storico accompagnati dai volontari della Pro Loco, alla scoperta dei partecipanti al concorso. La premiazione del concorso si svolgerà il 22 agosto, dopo aver raccolto le schede di voto che i visitatori vorranno compilare nel corso dei mesi estivi.
- in occasione di questa inaugurazione gli studenti dell’IC “Marconi-Oliva” presenteranno i loro lavori di pittura di piante officinali presenti sul territorio e con i quali hanno anche realizzato un calendario.
Un fine settimana ricco di socialità, storia, tradizione e bellezza autentica.
Grazie per lo spazio che dedicherete alle nostre attività.
La divisione del feudo di Locorotondo
Il nostro paese, Locorotondo, si distingue per tante cose belle, ma c’è una cosa che ci contraddistingue: siamo sempre divisi in due. Abbiamo due patroni, San Giorgio e San Rocco, due società operaie, due punti per l’informazione turistica, la Pro Loco e l’infopoint, due bande, abbiamo due festival importanti Locus e Viva!, nella storia abbiamo avuto due gruppi politici nettamente distinti i Senussi ed i Beduini. Nel corso degli anni ci sono state anche due squadre di calcio che militavano nello stesso campionato. In un passato non tanto lontano c’era anche una forte contrapposizione fra residenti del centro urbano e residenti in campagna. Ma perché tendiamo a dividerci in due? La risposta potrebbe essere nella storia. La Pro Loco Locorotondo con il gruppo di teatro amatoriale “Metti Amore” dell’associazione I Briganti porterà in scena proprio questo scorcio della nostra storia, sabato 31 maggio alle ore 19,00. Un appuntamento con “La Storia che vive” giunto al quarto anno grazie al sostegno della BCC Locorotondo. Dopo aver raccontato il delitto del 1914, la distruzione del castello, l’arrivo delle reliquie di Santa Felicissima, giungiamo a questo episodio curioso ma che avrà comportato tante difficoltà nella popolazione locale.
Infatti, il feudo di Locorotondo nel 1528 apparteneva alla casata dei Carafa sotto la dominazione di Carlo V d’Asburgo, tra i cui possedimenti c’era il regno di Napoli. Nella guerra dei quattro anni (1521-1526) che contrappose il Carlo V alla Repubblica di Venezia, i Carafa e tutto il popolo di Locorotondo decisero di schierarsi a favore dei veneziani (potrebbe essere questa l’origine del nome di contrada San Marco?). A guerra finita il Re Carlo V si vendicò. Il feudo fu requisito e nel 1528 e fu assegnato al barone di Carovigno Giovan Gaspare di Loffredo. Il passaggio, però, doveva perfezionarsi con la firma del re Carlo V, che però era impegnato in guerra. Giovan Gaspare morì prima che il feudo fosse confermato e la sua eredità passò nelle mani del figlio Donato Antonio. Anche lui fino al 1531 rimase senza l’autorizzazione regia. La corte spagnola il 16 gennaio 1534 assegnò il feudo di Locorotondo allo spagnolo Fernando de Figueroa, distintosi nelle guerre in Italia. Donato Antonio si oppose a tale documento. La corte cercò una soluzione attraverso un compromesso: la divisione del feudo in due parti. Ci fu una pubblica cerimonia il 29 giugno 1579 con estrazione sul sagrato della Chiesa Madre: due vasi contenenti uno i nomi dei due feudatari, Scipione di Loffredo e Fernando II de Figueroa, e l’altro la divisione in due del feudo. La piantina del 1579 descrive perfettamente la topografia di Locorotondo. La divisione comportò da una parte il castello e la chiesa, dall’altra il palazzo baronale e tutta la parte destra. Con estrazione pubblica ad opera dell’arciprete don Domenico Pentassuglia la parte di sinistra di Locorotondo fu assegnata a Scipione di Loffredo e la parte destra a Gomez de Figueroa. Fino al 14 gennaio 1602 il paese ebbe due amministrazioni con propri ufficiali. Nel 1602 il paese sarà riunificato dalla famiglia dei Borrassa