Serbia: i deputati chiedono giustizia a un anno dalla tragedia di Novi Sad

  • La leadership serba è politicamente responsabile dell’escalation della repressione e dell’indebolimento della democrazia
  • Gli studenti e i cittadini hanno il diritto di protestare pacificamente
  • Elezioni libere ed eque devono essere garantite in Serbia

Condannando la polarizzazione e la repressione statale in Serbia, i deputati chiedono un’indagine aperta sulla tragedia di Novi Sad e una missione d’inchiesta dell’UE per valutare la situazione.

In una risoluzione adottata mercoledì, il Parlamento europeo condanna fermamente la polarizzazione politica e la repressione statale in corso in Serbia un anno dopo la tragedia di Novi Sad. I deputati chiedono un procedimento giudiziario completo e trasparente per assicurare alla giustizia i responsabili del crollo della pensilina ferroviaria.

Diritto di protesta

Sostenendo il diritto degli studenti e dei cittadini serbi a protestare pacificamente, il Parlamento chiede responsabilità e riforme democratiche nel paese. Il coraggio civico, l’impegno per la non violenza e l’impegno dei giovani sono importanti, secondo i deputati, per l’avanzamento della prospettiva di adesione della Serbia all’UE.

Sono profondamente preoccupati per il clima teso e polarizzato alimentato dall’incitamento all’odio, dalla propaganda anti-UE e filo-russa e dalle campagne diffamatorie diffuse dai media e dai funzionari controllati dal governo. C’è stato, sostengono i deputati, un grave fallimento da parte dei rappresentanti del governo nell’affrontare e venire a patti con il passato della Serbia. Denunciando in particolare le tattiche di sorveglianza illegali, tra cui l’uso dello spyware Pegasus e l’uso di dispositivi acustici a lungo raggio e gas lacrimogeni contro i civili, i deputati affermano che la leadership serba è politicamente responsabile dell’escalation della repressione, della normalizzazione della violenza e dell’indebolimento della democrazia del paese.

Chiedendo indagini urgenti e imparziali sui presunti abusi contro i manifestanti, i deputati condannano fermamente anche gli arresti illegali e le espulsioni di cittadini dell’UE che hanno rilasciato dichiarazioni a sostegno degli studenti in protesta. La risoluzione deplora gli attacchi verbali da parte di alti funzionari serbi nei confronti degli eurodeputati in seguito al loro coinvolgimento nelle proteste e respinge le affermazioni infondate delle autorità serbe che accusano l’UE di aver orchestrato le proteste.

Garantire elezioni libere ed eque in Serbia

Rilevando che le precedenti elezioni si sono svolte in condizioni inique e viziate da pressioni sugli elettori e dall’acquisto di voti, il Parlamento chiede l’immediata e piena attuazione delle raccomandazioni OSCE/ODIHR I-EOM per garantire elezioni libere ed eque in Serbia, compresi audit indipendenti dei registri elettorali e pari accesso ai media per tutti gli attori politici.

Il Parlamento sottolinea il suo fermo impegno a favore delle prospettive di adesione della Serbia all’UE, a condizione che siano stati compiuti progressi misurabili nel rispetto della democrazia, dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali, nonché del pieno allineamento con la politica estera e di sicurezza comune dell’UE e le sanzioni contro la Russia.

I deputati chiedono che i funzionari di alto livello dell’UE si astengano dal rilasciare dichiarazioni infondate che elogiano i processi di riforma in Serbia e accolgono con favore il “nuovo tono” della Presidente della Commissione Ursula von der Leyen durante la sua recente visita in Serbia, “che è più credibile riguardo ai profondi problemi della Serbia e ai risultati negativi sulle riforme fondamentali”.

La risoluzione sostiene il rapido invio di una missione d’inchiesta dell’UE in Serbia, con la partecipazione del Parlamento europeo, per valutare la situazione sul campo, compreso lo stato della democrazia, le proteste in corso e la repressione nei confronti dei partecipanti.

La risoluzione è stata adottata con 457 voti a favore, 103 contrari e 72 astensioni.