
- I deputati esortano la Bosnia-Erzegovina ad attuare le necessarie riforme dell’UE
- Le azioni e la retorica secessionista minano l’unità e la stabilità della Bosnia-Erzegovina
- chiede sanzioni mirate dell’UE nei confronti dei responsabili destabilizzanti
La commissione per gli affari esteri chiede urgentemente riforme e unità in Bosnia-Erzegovina per far avanzare l’adesione all’UE e affrontare la corruzione e la divisione.
La commissione per gli affari esteri del Parlamento europeo ha adottato una relazione che riafferma il forte sostegno alla candidatura della Bosnia-Erzegovina all’UE, sottolineando un processo basato sul merito in linea con i criteri di Copenaghen e fondato sull’unità, la sovranità, l’integrità territoriale e l’uguaglianza tra tutti i cittadini del paese.
Richiesta di riforme accelerate dell’UE
Accogliendo con favore la decisione del Consiglio europeo di avviare i negoziati di adesione con la Bosnia-Erzegovina nel contesto geopolitico in evoluzione a seguito dell’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte della Russia, la commissione ha riconosciuto le riforme fondamentali, ma ha espresso preoccupazione per lo stallo dei progressi e la debole attuazione. La relazione esorta i leader politici della Bosnia-Erzegovina ad adottare tutte le misure pertinenti stabilite nella raccomandazione della Commissione del 12 ottobre 2022 in modo che il Consiglio possa adottare il quadro negoziale, ponendo le basi per i negoziati formali di adesione. Chiede inoltre l’attuazione delle necessarie riforme costituzionali ed elettorali e gli sforzi per rafforzare le istituzioni democratiche, lo Stato di diritto e combattere la corruzione e la criminalità organizzata.
Condanna delle azioni e della retorica secessionista
La commissione condanna fermamente la retorica divisiva e le politiche secessioniste, in particolare quelle promosse da Milorad Dodik e dalla leadership della Republika Srpska, avvertendo che queste azioni minano l’ordine costituzionale della Bosnia-Erzegovina e le prospettive di integrazione nell’UE. Invita gli Stati membri dell’UE, il SEAE e la Commissione ad adottare misure decisive, comprese sanzioni mirate, per contrastare le forze destabilizzanti che minacciano la stabilità e la sicurezza europea del paese.
Il rapporto evidenzia serie preoccupazioni per le interferenze straniere maligne e le campagne di disinformazione da parte di Russia e Cina, in particolare all’interno della Republika Srpska, esortando le autorità della Bosnia-Erzegovina a migliorare il coordinamento e l’allineamento con le politiche dell’UE. Chiede l’istituzione di una forte squadra negoziale che rappresenti efficacemente la Bosnia-Erzegovina nei prossimi negoziati di adesione.
Inoltre, la relazione sottolinea l’urgente necessità di portare avanti le riforme giudiziarie, rafforzare le misure anticorruzione e mettere a punto un programma nazionale di riforme per sbloccare un sostanziale sostegno finanziario dell’UE attraverso il piano di crescita dei Balcani occidentali e il dispositivo per le riforme e la crescita.
Verso un quadro costituzionale sostenibile
La commissione sottolinea l’importanza fondamentale di riforme inclusive e trasparenti per trasformare l’accordo di pace di Dayton in un quadro costituzionale sostenibile che garantisca una governance responsabile, superi le divisioni etniche e assicuri progressi a lungo termine verso l’adesione all’UE.
La relazione è stata adottata con 56 voti favorevoli, 13 contrari e 5 astensioni.
Il
relatore Ondřej Kolář (PPE, CS) ha dichiarato: “La Bosnia-Erzegovina, dopo l’Ucraina, si trova in una delle situazioni più complesse e impegnative d’Europa. E’ necessario identificare e attuare meccanismi che sostengano il paese nel raggiungimento della sua piena integrazione nelle istituzioni occidentali, poiché la Bosnia-Erzegovina appartiene indiscutibilmente all’Unione europea. Per contrastare efficacemente l’influenza russa, facilitare l’adesione della Bosnia-Erzegovina deve essere una priorità. Sebbene la relazione di cui abbiamo discusso oggi si concentri sul 2023 e sul 2024, è chiaro che la Russia rimane attivamente impegnata a ostacolare il riavvicinamento del paese all’UE. Di conseguenza, la Bosnia-Erzegovina deve essere certa che l’UE ha molto da offrire”.
Prossime tappe
La relazione sarà ora sottoposta al voto del Parlamento europeo nel corso di una prossima sessione plenaria.