Taranto capitale dei diritti

E’ una giornata storica per la comunità LGBTQI+ tarantina ed in generale per tutte e tutti coloro che nella nostra città si riconoscono nella lotta ad ogni forma di discriminazione ed esclusione per questioni legate al genere ed all’orientamento sessuale: sono state approvate le due mozioni che il Consigliere primo firmatario e proponente, Luca Contrario (Una Strada Diversa), con la firma anche della consigliera Angelica Lussuoso (tra le più convinte sostenitirici delle stesse), del Consigliere Antonio Lenti e del Consigliere Valerio Papa, hanno presentato nel Consiglio Comunale del 10.03.23 in modalità question time.

La prima mozione è relativa all’adesione del Comune di Taranto alla rete Re.A.Dy (Rete italiana delle Regioni, Province Autonome ed Enti Locali impegnati per prevenire, contrastare e superare le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere).

La seconda riguarda l’istituzione del REGISTRO DI GENERE (un registro comunale in cui viene riconosciuto il genere di elezione). Il registro di genere consiste nella possibilità di crearsi una identità “alias” corrispondente al genere di elezione: a titolo di esempio – Mario Rossi e Maria Rossi corrispondono alla stessa persona, identificata attraverso il numero univoco della carta di identità.

Tale identità, pur non modificando le risultanze dei registri anagrafici, consente alla persona transgender di essere riconosciuta e trattata secondo l’identità di genere affermata in tutti gli ambiti di competenza dell’amministrazione comunale, in relazione alla vita nella comunità cittadina; in tali ambiti, una identità “alias” potrebbe essere ad esempio riconosciuta in sede di rilascio di tessere delle biblioteche comunali, abbonamenti per il trasporto pubblico, documenti di riconoscimento interno per i dipendenti del Comune (badge identificativi, mail aziendali, credenziali per piattaforme digitali) e per i dipendenti delle aziende partecipate.

Premesse dell’istituzione del registro di genere, descritte da Luca Contrario nel corso della discussione in Consiglio, sono che:

– le persone transgender in Italia sono costrette a vivere in un limbo giuridico con documenti che sono del tutto incongruenti con l’aspetto esteriore e l’identità sociale, mantenendo il nome anagrafico e il sesso di origine su tutti i documenti di riconoscimento fino alla conclusione della lunga e complessa procedura giudiziale di rettificazione anagrafica;

– tale discrepanza fra identità sociale e dati anagrafici comporta la negazione dell’identità personale e l’esposizione a situazioni che comportano imbarazzi, situazioni spiacevoli, umiliazioni e abusi, oltrechè la negazione del diritto di cittadinanza attraverso l’esclusione dal mondo del lavoro e, più in generale, dalla società civile;

– la discrepanza fra identità sociale e dati anagrafici disincentiva, inoltre, anche l’esercizio del diritto di voto, dal momento che il DPR 20 marzo 1967, n. 223 impone che le file ai seggi siano “distinte per uomini e donne” (così, in particolare, l’articolo 5).

Soddisfazione per l’approvazione del provvedimento viene inoltre espressa anche da Luca Delton (coordinatore del movimento politico “UNA STRADA DIVERSA”), che afferma come “tale strumento amministrativo porta la nostra città ad essere tra le primissime realtà italiane (prima tra le grandi città del Sud) a dotarsi di strumenti così avanzati in tema di riconoscimento di diritti per la comunità LGBTQ+ e conferma l’attenzione dell’Amministrazione Melucci ai temi dell’inclusione e del riconoscimento dei diritti”.