
“La vita dei morti è riposta nel ricordo dei vivi”, scriveva Cicerone. E se il sogno dell’immortalità del corpo rimane un’utopia, la vera eternità è custodita nella memoria di chi ci ha amato. “You’ll Never Die”, il nuovo singolo dei The Remedy, affronta il tema universale della morte con uno sguardo inedito: non come fine assoluta, ma come trasformazione, come continuità nel ricordo e nella speranza.
Il testo mette in scena un dialogo immaginario tra la vita e la morte, due voci in contrasto che incarnano, da un lato, la tentazione della resa, della depressione e della negatività, e dall’altro la fiamma ostinata della speranza, capace di resistere fino all’ultimo respiro. Nemmeno la Nera Signora può essere talmente tenebrosa da impedirci di sorriderle: “Why do you smile at your death? / You will swim into the deep sea with no more pain, your spirit won’t disappear because you’ll never die”. Se chi resta conserva di noi un ricordo luminoso, allora il nostro spirito continua a vivere, libero dal dolore, eterno come le onde di un mare profondo.
“You’ll Never Die” pesca a piene mani dai granitici Pantera, ma è arricchito da ritmiche intricate e aperture melodiche che danno respiro al brano. La voce si espande su registri diversi, aggiungendo carattere e una profondità sfaccettata che amplificano la forza del messaggio: neanche la morte è la fine di tutto.

The Remedy nascono nel 2021 nelle nebbiose terre alessandrine, un periodo segnato da pandemie, crisi sociali e un rinnovato bisogno di ribellione. La band è il frutto dell’incontro tra cinque musicisti provenienti da esperienze differenti: Andrea “Rust” (Generical Disorder, Matermachina, Sylpheed, Infection Code) ed Enrico “Jack” (Sunset Shadows, Snakes, Black Ram, Sylpheed) alle chitarre, Andrea Moretti (Hellterror League, A Thousand Winters, Animhate) al basso, Ale “The Sword” (Dr. Cyclops) alla batteria e la voce di “Fenis” Ilenia (Lucky Star, Sylpheed).
Dopo l’uscita di Andrea per motivi lavorativi, la band trova in Daniele “Dany” un degno sostituto con il quale continuare a scrivere materiale nuovo.
Difficile racchiudere The Remedy in una sola etichetta: il loro suono non è solo classic, heavy, prog o death, ma un ibrido che attinge a tutti questi mondi per creare qualcosa di personale e imprevedibile. Tra throaty screaming e clean vocals, aperture melodiche e groovy e tempi dispari, la band costruisce un’identità sonora che sfugge alle catalogazioni rigide, ma trova coerenza in arrangiamenti ricercati e ambientazioni non scontate, che richiedono un ascolto curioso e senza preconcetti: come la band stessa dice, “alla fine per tutto c’è un rimedio”.