
La vicenda ex-Ilva è la cartina di tornasole della crisi industriale e sociale del Paese. Dopo trent’anni di passaggi societari fallimentari e promesse mancate, la nazionalizzazione dell’acciaio non è più una scelta ma una necessità. Nessuna divisione politica può più ritardare la soluzione: la città, i lavoratori, la salute e il futuro ambientale devono essere al centro di ogni scelta, come impone la Costituzione.
“Il caso ex-Ilva di Taranto rappresenta una crisi industriale, sociale e ambientale che rischia di segnare il destino della città e del Paese,” denuncia il Segretario regionale UGL Puglia, Marcello Fazio. “Dal 1996 sotto la gestione Riva, passando per fallimenti e amministrazioni straordinarie, siamo arrivati a rischiare lo ‘spezzatino’ degli stabilimenti, con una città e dei lavoratori lasciati in balia di una paralisi dannosa.”
UGL Puglia invita la politica a mettere fine alle logiche di tifoseria: le polemiche tra Fratelli d’Italia e 5 Stelle non risolveranno la crisi di Taranto e dell’ex Ilva. Chiediamo a tutti i parlamentari jonici di fare quadrato, di fare lobby territoriale e di essere finalmente “campanilisti” su temi vitali come lavoro, economia, salute e ambiente, diritti sanciti dalla Costituzione.
Il fallimento di decenni di gestione e il blocco attuale dopo gare deserte rendono inevitabile la nazionalizzazione. Serve una nuova Acciaieria d’Italia “Made in Italy” con un piano pubblico basato su tecnologie innovative, decarbonizzazione, bonifiche e rispetto per la salute pubblica. Solo così Taranto potrà rinascere evitando l’emigrazione e lo sfruttamento delle nuove generazioni.
Continueremo a chiedere trasparenza e investimenti pubblici per tutelare l’acciaio italiano dalle logiche speculative. Nazionalizzare significa salvare posti di lavoro, rilanciare la produzione e restituire dignità a una città simbolo dell’industria italiana.
È per questo che riteniamo si debba intervenire, nel merito, con misure legislative e con una azione che renda protagonisti i lavoratori e le istituzioni del territorio nella governance futura. Dignità e diritti non possono più attendere.
Le misure legislative necessarie
- Autorizzare il Ministero dell’Economia ad acquisire gli asset siderurgici tramite società pubblica.
- Costituire una società pubblica per gestire produzione, occupazione e riconversione ecologica.
- Investire almeno 1 miliardo in acciaio green con l’obiettivo di 6 milioni di tonnellate annue.
- Realizzare bonifiche e chiudere fonti inquinanti, con regia unica tra Stato, Regione, Comune ed enti tecnici.
- Garantire formazione, riqualificazione, ammortizzatori sociali e reimpiego dei lavoratori.
- Dichiarare Taranto zona franca con agevolazioni fiscali.
- Costituire un coordinamento istituzionale per trasparenza e salute pubblica.
La legge 76/2025 sulla partecipazione dei lavoratori rappresenta una svolta garantendo tutte le forme di partecipazione previste (gestionale, economica, organizzativa e consultiva).
Serve una cabina di regia in cui Stato, Regione, enti locali, sindacati e lavoratori partecipino attivamente. Il Sindaco di Taranto deve assumere un ruolo primario con poteri di rappresentanza, proposta e controllo nella nuova società, assicurando che ogni scelta rispetti le necessità del territorio.
Garanzie per i lavoratori
- Tutela e assorbimento integrale del personale.
- Applicazione piena del CCNL Metalmeccanico, con divieti di licenziamenti e peggioramenti.
- Presenza di rappresentanti dei lavoratori negli organi decisionali.
- Programmi di formazione, ricollocazione, ammortizzatori sociali.
- Clausole di salvaguardia contro ristrutturazioni o fusioni lesive.
- Rispetto delle intese 2018 per la ricollocazione dei lavoratori in amministrazione straordinaria