
Il Petruzzelli esaurito in ogni ordine di posto ha accolto stamattina l’incontro con Carlo Verdone e Claudia Gerini che al Bif&st 2025 – prodotto dall’Apulia Film Commission con il sostegno della Regione Puglia e diretto da Oscar Iarussi – hanno festeggiato i trent’anni da Viaggi di nozze. La giornata finale del festival si è aperta infatti con una ordinata fila di persone che già dalle 7:30 erano fuori dal Teatro Petruzzelli.

“Credo innanzitutto nello stupore con cui il film è stato recepito. Quando scrissi quel film, non avevo idea che sarebbe entrato in maniera così potente nell’immaginario collettivo. Abbiamo raccontato una categoria di persone in maniera molto lucida” – ha detto subito Verdone.
Quello che il film narra è in realtà un momento drammatico e di degrado, che anticipa temi attuali quali il rapporto con i cellulari, l’isolamento e l’omologazione.
“Se nella commedia non ci metti dei momenti di poesia e di riflessione, è fine a sé stessa, non ti lascia niente. Deve rimanere qualcosa di significativo allo spettatore. Ho sempre messo un po’ di malinconia nei miei film.” ha commentato Verdone in merito alla sua visione del cinema.
Gerini ha ricordato aneddoti del dietro le quinte, su come ha creato il personaggio di Jessica e sullo spirito ironico e d’osservazione che condivide con il collega e amico regista: un’affinità magica, infatti, unisce i due in un legame memorabile. “Non pensavo che la mia carriera potesse durare così tanto. Devo tutto al pubblico che mi ha incoraggiato” aggiunge Verdone.
L’autore, nella sua cinematografia, ha sempre esaltato le figure femminili con personaggi indimenticabili, un’attenzione determianta dalla sua esperienza personale, in famiglia infatti è circondato da numerose donne per cui nutre una stima enorme.
Nata con la vocazione dell’attrice, Claudia Gerini ha esplorato il mondo della regia per caso, dopo essersi innamorata di un soggetto:
“Dopo alcune esitazioni, mi sono detta “lo faccio”, è una sfida che ho abbracciato. Seguire un progetto, per un anno intero, è tutta un’altra cosa. Non è un cambiamento nel mio percorso ma un arricchimento. Ho iniziato a quindici anni, crescendo sui set, ma ho ancora l’entusiasmo di allora.”
In questo periodo di crisi, Verdone invita ad aprirsi e a porre attenzione al cinema indipendente in cui riconoscere i registi, sceneggiatori e attori del futuro, riconoscendo la passione e la preparazione delle nuove generazioni, attente alla propria cultura cinematografica e memoria storica.
“Sono disposto a fare un passo indietro affinché i più giovani si facciano avanti. Bisogna arrivare a un ricambio generazionale, incitarli a conoscere gli stili dei grandi registi prima di trovare il proprio. Sono i grandi autori che mi hanno spinto a provarci.”